Tondo è bello, ma confonde le idee

Tondo è bello, ma confonde le idee Tondo è bello, ma confonde le idee Vetture troppo simili, e torna il gusto del classico GINEVRA. In materia di forma, GINEVRA. In materia di forma, di stile della carrozzeria, il Salone di Ginevra propone qualche riflessione. Sovente è stato detto che l'estetica delle automobili moderne è piuttosto uniforme, scontata, o quanto meno che c'è la tendenza, da parte di qualche designer o di Centri stile delle grandi Case automobilistiche, ad andare dietro a certe soluzioni formali che di tanto in tanto vengono proposte da questa o quella marca non sempre grazie alla loro validità (soprattutto in fatto di aerodinamica), ma perché risultano gradite al pubblico. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: la forma «a botte» e tronca della coda inaugurata nel 1982 dalla Mercedes sulla berlina 190 e successivamente sui modelli della Serie 124, ha avuto parecchi imitatori, tanto da diventare un preciso stile delle berline a tre volumi; le linee fortemente arrotondate e i proiettori a forma di mandorla di quasi tutte le vetture giapponesi di categoria piccola e medio-piccola hanno profondamente influenzato il disegno di scuola europea, con il risultato di aver fatto perdere ad alcune auto la loro identità e personalità di marca. Lo si è visto anche su qualche modello lanciato molto recentemente che - ci è stato confidato - se dovesse essere disegnato oggi avrebbe una impostazione del tutto diversa, e cioè 'più tradizionale. Con tutto ciò, bisogna riconoscere che lo stile giapponese ha avuto se non altro il merito di proporre idee più avanzate, libere da condizionamenti, dopo gli anni lontani in cui era l'Europa a dettar legge in materia di estetica dell'automobile. Oggi questa scuola del Sol Levante sembra ancora di attualità, ma già si avverte qualche segno di stanchezza, se non ancora di ri- stanchezza, se non ancora di ri fiuto, per certi eccessi di dubbio gusto, visibili in primo luogo sulla maggior parte dei coupé sportivi giapponesi. Ecco perché proprio la rassegna di Ginevra offre all'attenzione di critica e pubblico qualche importante esempio di ritorno all'antico, sia pure in chiave moderna, cioè con elementi stilistici avanzati fusi in un'elaborazione di sapore vagamente rétro. Ecco la Aston Martin D87, ecco la Lagonda Vignale. Ma esempi preclari di questa riformulazione estetica sono in particolare la berlina a 4 porte Bugatti EB 112 disegnata da Giorgetto Giugiaro e il prototipo Mercedes-Benz del coupé a 4 posti realizzato sulla meccanica dell'imponente 500 E con motore a 8 cilindri di 5 litri. In entrambi i casi si tratta di prefigurazioni di vetture che dovrebbero essere lanciate nel giro di un paio d'anni, prima quella italiana e poi la tedesca. Soffermandoci la settimana scorsa sulla Bugatti sportiva interpretata da Giugiaro, avevamo sottolineato l'armoniosa fusione volumetrica dell'impostazione generale molto moderna con elementi che si richiamano a un famoso coupé sportivo Bugatti degli Anni 30: un'immagine di dinamismo che ne accentua la vocazione di potente vettura stradale. E sulla quale certe soluzioni estetiche di attualità in anni lontani conferiscono un sapore quasi romantico. Anche lo studio Mercedes risente di questo gusto, pur se il riferimento temporale è più vicino: diciamo un quarto di secolo fa. Il richiamo più immediato viene dai quattro ellittici ma di sezione circolare, sistemati sovrapposti su due gruppi. Qui la clsssicità è elemento fondamentale, e trattandosi di una Merce- des rimane perfettamente nell'immagine di marca, per cui l'impressione rétro non fa una grinza. Il disegno della vettura è del Centro Stile Mercedes, ma l'esecuzione dell'Italdesign. E' azzardato pensare che questi due esempi di disegno ispirato al passato indichino una linea di tendenza, ma non lo si può neppure escludere, anche se si tratta di cosa ben diversa dal revival («copie» più o meno esatte di macchine dei vecchi tempi) che da qualche anno godono di mi certo favore. Sono per lo più ripetizioni - chiamate repliche di modelli sportivi, come l'ame¬ ricana Excalibur che propone un paio di roadster a imitazione di Mercedes d'anteguerra: la francese De la Chapelle con un coupé e un cabrio che ricalcano pari pari le forme delle Bugatti 55 e 57 S; la britannica Pegaso con uno spider che riproduce l'omonimia vettura spagnola uscita nei primi Anni 50. infine ci sono i vari roadster inglesi MG, Morgan, Panther, AC, Caterham, proposti come erano un tempo. Piacciono e si vendono: è solo nostalgia del passato o voglia di distinguersi? Ferruccio Bernabò '\, 'à EB 112: la nervatura che sale sul tetto è un elemento delle Bugatti del passato

Persone citate: Benz, Case, De La Chapelle, Ferruccio Bernabò, Giorgetto Giugiaro, Giugiaro, Salone, Stile Mercedes, Vignale

Luoghi citati: Europa, Ginevra