Poggi è il nuovo Paolino-gol di Claudio Giacchino

Poggi è il nuovo Paolino-gol Il goleador del Toro di Coppa si racconta: non so se sono una vera punta Poggi è il nuovo Paolino-gol «Sono un jolly fortunato» TORINO. La prima gloria del pallone bacia Paolo Poggi: al Filadelfia, tutti i taccuini e le telecamere sono per questo giovanotto veneziano di 22 anni che gioca poco ma segna spesso. Tranquillo, sorridente, senza l'ombra di euforia o spocchia, il nuovo idolo dei tifosi granata accontenta la torma di cronisti poi, quasi di corsa, raggiunge il portiere di riserva Di Fusco che l'aspetta al volante della propria Mercedes. Poggi s'infila nel macchinone, singulta: «Scusami, i giornalisti non mi lasciavano più», il saggio Di Fusco risponde: «Non fa niente, ragazzo. E' il tuo momento, è giusto così, quando ti intervistano in molti significa che vai forte». Eh sì, davvero modesto ed educato è Poggi: chissà se il successo lo corromperà, cancellerà la fresca spontaneità di oggi, gli consentirà ancora di raccontarsi così: «Veneziano purosangue, sono nato a due passi dallo stadio di S. Elena, da bambino, essendo il Venezia in C2, tifavo Milan... Frequentavo l'istituto tecnico alberghiero, mio padre, che è operaio, sognava mi diplomassi. Invece, avendo deciso di fare del calcio un lavoro, non ce l'ho fatta a finire gli studi, dubito riuscirò mai a regalare questa grossa soddisfazione ai miei». Il nuovo Paolino-gol torinista (beneaugurante definizione del presidente Goveani) non sa definirsi, a chi gli domanda se è un attaccante vero risponde: «E chi lo può dire? Non penso di essere un bomber: certo, segno abbastanza spesso però com'è possibile capire se si tratta solo di fortuna o se davvero ho il fiuto del gol? Diciamo che sono un jolly fortunato». Però, lei preferisce essere impiegato come punta o sulla fascia? «Non ho un'idea precisa, a me piace fare un po' di tutto, andare libero per il campo come è accaduto nel derby». Gli ricordano gli elogi del presidente: «Ha qualcosina di Boninsegna e di Pruzzo». Il salvatore del Toro nel derby scuote la testa, liscia la barbetta, giocherella con la moneta da 1 lira che porta al polso, è il suo portafortuna: «Boninsegna lo conosco come allenatore, l'ho avuto nella Nazionale di serie C. Magari segnassi tanto come lui». Poggi, l'anno scorso, in B, realizzò 7 gol, tutti decisivi, contribuendo alla tribolata salvezza del Venezia. In granata, ha centrato tre volte la porta: ad Ancona, a Marassi con la Sampdoria, domenica, e ieri l'altro con la Jave: tanto per cambiare, tutti centri determinanti, significanti due vittorie in trasferta e un pareggio che tiene accese le speranze per la qualificazione alla finale di Coppa Italia. Insomma, lei mette a segno solo reti pesanti, una virtù tipica dei bomber. «Chissà se è solo un caso: comunque, tutti i miei gol sono gol d'area, nel senso che li ho siglati in mischia o da pochi metri. L'eccezione è quello di Ancona, quel gran tiro da lontano. Però, ripeto, di qui a dire che sono un cecchino infallibile ce ne corre. No, non sono un rigorista, mai tirato uno». Il nuovo beniamino della Maratona divenne torinista tra la sorpresa sua e generale a luglio, fu comperato in fretta e furia per placare la piazza ribollente d'ira per la cessione di Lentini. Venne pagato la bellezza di quasi 6 miliardi (cifra eclatante per la B) quanto cioè Ganz, protagonista del prossimo mercato, o Rambaudi, in predicato di andare all'Inter. Insomma, vista la valutazione, l'esplosione del veneziano non dovrebbe stupire molto: il ragazzo si sta rivelando solo adesso perché frenato dal servizio militare. Mondonico è stato buon profeta, mesi fa predisse: «Poggi può allenarsi poco, solo a febbraio-marzo cominceremo a contare anche su di lui». Ieri, il tecnico è tornato sul derby così: «Noi abbiamo fatto il massimo e raccolto il minimo: la Juve, al contrario, facendo il minimo ha ottenuto il massimo. Abbiamo dimostrato che non siamo più i parenti poveri». Claudio Giacchino Paolo Poggi gioca poco ma segna spesso: «Non merito ancora la maglia da titolare»

Luoghi citati: Ancona, Filadelfia, Italia, Lentini, Torino