La rabbia di Trap ha contagialo la Juve di Bruno Bernardi

La rabbia di Trap ha contagialo la Juve Il tecnico bianconero soddisfatto per la reazione della squadra contro il Napoli e nel derby La rabbia di Trap ha contagialo la Juve «Con questa mentalità possiamo farcela a eliminare UBenfica» TORINO. Giovanni Trapattoni rialza la testa. Dopo l'affannoso ma importantissimo uno a uno nella semifinale di andata in Coppa Italia, la Juventus può ancora raddrizzare una stagione che sembrava avviata verso un lento e inesorabile fallimento. Il derby era questione di vita o di morte e quel rigore trasformato da Roberto Baggio è una grossa boccata di ossigeno. Con umiltà e concretezza, la Juventus s'è attestata sulla metà campo, ha resistito alle folate di un Toro scatenato e, nel finale, ha trovato la forza per aggredire l'avversario, che aveva ormai speso tutto per rimontare il gol di svantaggio con il suo bomberino di scorta Poggi, sfiorando addirittura la vittoria-beffa con Vialli. «I granata - dice Trapattoni sapevano di poter affondare i colpi per le assenze pesanti che lamentavamo. E noi sapevamo che, alla terza partita in cinque giorni, avremmo sofferto, ma è venuto fuori il carattere. Riconosco i meriti del Torino. La qualificazione è alla nostra portata anche se ci sarà battaglia nel ritorno del 31 marzo. Napoli e Torino, pur mettendo a nudo i nostri limiti e i difetti, hanno rappresentato la svolta per la reattività alle critiche». La feroce contestazione per le deludenti prestazioni di Roma e Lisbona non ha avuto seguito. E lo striscione «Dino... ovunque» che campeggia da un paio di gare nella Curva Scirea non è un nostalgico riferimento a Zoff, ma ad un tifoso juventino che, per guai personali, non può seguire la Signora. Presto Trapattoni potrà contare su tutto l'organico e guarda con ottimismo al trittico con Brescia, Benfìca e Inter: «Otto giorni di fuoco. A Brescia cerchiamo punti-Uefa. Vogliamo riprenderci quello lasciato al Delle Alpi per il rigore parato da Landucci a Robi Baggio. Poi penseremo al Benfica. I portoghesi sono forti. Se li'affrontiamo con la mentalità giusta ce la facciamo». Con il Benfica recupererà Casiraghi mentre domenica avrà a disposizione Kohler, Moeller e Ravanelli. Sicuramente farà rientrare lo stopper tedesco confermando Julio Cesar e Platt e, poiché Di Canio è squalificato, si profila l'impiego di Ravanelli sin dal primo minuto. Trapattoni, che oggi pomeriggio ad Orbassano valuterà le condizioni del gruppo, non fa anticipazioni, ma Moeller dovrebbe essere risparmiato per la Coppa Uefa (la gara di mercoledì 17 marzo s'inizierà alle ore 17,45, e la prelazione per gli abbonati scade domani) dove i suoi scatti e i tiri da media distanza potrebbero risultare determinanti. Qual è la vera Juventus? La risposta di Trapattoni parte da lontano: «Non s'è ancora vista, tranne che all'inizio di campionato. Però qualcosa sta riemergendo. Platt, ad esempio. L'inglese mette in campo la sua personalità internazionale. E il gioco fluisce con sicurezza. Anche Roberto Baggio è più continuo e Vialli, problema del gol a parte, non demorde. E stiamo aspettando il miglior Julio Cesar. La sua presenza si fa sentire anche se è in pieno rodaggio dopo i cinque mesi di assenza. Fra tre o quattro gare sarà al massimo». Nel derby è venuto fuori lo spirito provinciale di Torricelli. Il giovane difensore ha sventato sulla linea due gol fatti, su colpo di testa di Casagrande e su diagonale di Aguilera. L'ex dilettante della Caratese era la grande scommessa di Trapattoni. «Se sfonda è come vincere al Totocalcio», disse ad agosto. Ed ora? Il tecnico non ha più dubbi su Torricelli: «E' un ra- gazzo sul quale si può contare, con margini di miglioramento notevoli in funzione dei propri mezzi e della conoscenza diretta degli avversari. Era partito senza inibizioni e con un pizzico di incoscienza, poi gli è subentrato un certo timore reverenziale per il salto di categoria. Si sta abituando a tutto». E ordina alla squadra di credere nelle proprie possibilità. Il pallone non deve più scottare tra i piedi: «Ci sono sbavature, balbettii, ma c'è rabbia e nessuno si arrende o si rassegna all'anonimato», garantisce il Trap. L'orgoglio viene fuori, in tempo utile a rinnovare il passaporto per l'Europa. Bruno Bernardi Trapattoni ritiene che la Juve sia pronta per tre gare decisive nei prossimi dieci giorni