Sul «patto sociale» è subito tempesta di Raffaello Masci
Sul «patto sociale» è subito tempesta Amato vuole stringere i tempi, la Confindustria è d'accordo, i sindacati si spaccano Sul «patto sociale» è subito tempesta Trentini rischio di insalata russa Dai vescovi parte un nuovo appello ROMA. Giuliano Amato punta ad un «patto sociale» per l'occupazione e la ripresa produttiva. La Confindustria è d'accordo. Il sindacato invece si spacca subito al suo interno. «Perché ci sia veramente un patto - ha detto Bruno Trentin - esso deve avere contenuti importanti. Non mi sento impegnato a ricercare un patto sociale se non conosco ancora gli ingredienti di un più modesto accordo sindacale. C'è il rischio di un'insalata russa». Così ha sentenziato, mentre i leader di Cisl (Sergio D'Antoni) e Uil (Pietro Larìzza) si sono detti invece disponibili «a un patto di solidarietà per rilanciare il Paese». Sotto foschi presagi ieri è iniziata la seconda fase della trattativa sul costo del lavoro. I pronostici «sereni» della partenza si sono trasformati in guerra aperta non solo tra le parti ma anche all'interno del sindacato. Mentre incombe lo sciopero proclamato per il 2 aprile. Sulla questione sono intervenuti anche i vescovi che, in un documento dell'Ufficio nazionale per la pastorale del lavoro, hanno lanciato un appello per il lavoro e la ripresa economica. I fatti. Tutto è cominciato alle 17,30, governo, imprenditori e sindacati affrontavano la questione delle questioni, sotto il titolo onnicomprensivo di «costo del lavoro». Era il seguito dello storico accordo del 31 luglio scorso ed è stato un grande tour de force protrattosi fino a notte inoltrata. Protagonisti, da una parte del tavolo i sindacati e dall'altra la Confindustria, in mezzo il governo, tutti e tre con i rispettivi stati maggiori. Al posto della Confindustria, un po' dopo le 20 si sono seduti i rappresentanti del commercio, del credito, delle cooperative e dell'agricoltura. Una questione principe, nell'agenda dèi sindacati, èia definizione dèlia struttura contrattuale stabilita su due livelli (ma anche questo è subito diventato pomo della discordia): un primo livello dovrebbe essere quello nazionale (o di categoria) a cui affidare la parte normativa, e un secondo dovrebbe essere quello aziendale, inerente il salario legato alla produttività. All'ordine del giorno anche la ricostruzione di un meccanismo di parziale indicizzazione delle retribuzioni per i casi di vacanza contrattuale. Da questa «piattaforma» che i sindacati presenteranno alla controparte è per il momento stral¬ ciata la cosiddetta questione della «flessibilità» su cui la triplice sindacale dà valutazioni diverse (ulteriore motivo di attrito). Si tratta, in pratica, del lavoro interinale, dei salari d'ingresso e i contratti di inserimento. I sindacati chiedono al governo anche alcuni interventi in materia fiscale e di politica dei redditi: intanto il recupero del fiscal drag per il '93 (1500 miliardi) e il ritorno ad un meccanismo automatico per il '94, l'aumento degli assegni famigliari, la revisione dell'Ici, l'allargamento della base imponibile tramite la riduzione delle agevolazioni e la tassazione delle rendite finanziarie. A fianco a questi temi «tecnici», il confronto verterà anche su progetti più «strategici» come gli incentivi per l'occupazione, le privatizzazioni, la riforma degli appalti e gli interventi nelle aree in crisi. Ieri è stato diffuso anche un documento nel quale i vescovi con un linguaggio diretto, senza edulcorazioni - dicono basta all'assistenzialismo, al salvataggio fasullo delle imprese decotte, al costo proibitivo del denaro che frena la ripresa. I vescovi chiedono una politica economica attenta all'inflazione, al contenimento del deficit, al costo del denaro e che non stia più a difendere carrozzoni fatiscenti (chiara allusione alle privatizzazioni). «Difendere a tempo indeterminato posti di lavoro assistiti, in una situazione caratterizzata dalla scarsità di risorse finanziarie per gli investimenti, ha effetti controproducenti». "; Il governo ha voglia di chiudere in fretta la vertenza. Subito vengono fissati tre nuovi incontri: domani, lunedi e mercoledì. Ma il barometro segna tempesta. Raffaello Masci Luigi Abete
Persone citate: Amato, Bruno Trentin, Giuliano Amato, Luigi Abete, Paese, Sergio D'antoni, Trentini
Luoghi citati: Roma
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