Respighi; Botticelli è musica

Respighi; Botticelli è musica All'Auditorium l'ottima Orchestra dei Filarmonici di Torino Respighi; Botticelli è musica Un bel concerto diretto da Vittorio Bonolis TORINO. E' incredibile quanto sia migliorata, nel giro d'un anno o poco più, l'orchestra dei Filarmonici di Torino che tiene ora una regolare stagione al Conservatorio: suonare tutte le settimane con l'Orchestra della Rai le è stato di grande giovamento ed ora si può dire che la città possegga un secondo polo di grande interesse per la sua attività sinfonica. Il fatto è che si tratta di un'orchestra di giovani che suonano con entusiasmo ed evidente piacere, cosa indispensabile per dare gioia a chi ascolta, come è accaduto l'altra sera al Conservatorio nel concerto ottimamente diretto da Vittorio Bonolis. Giovane anche lui, ha aperto la serata con lo splendido «Trit¬ tico Botticelliano» di Respighi ispirato a tre capolavori del pittore: la «Primavera», resa dal sorridente proliferare dei trilli, l'«Adorazione dei Magi», tutta raccolta in delicate atmosfere natalizie, la «Nascita di Venere» in cui Respighi mette alla prova un autentico virtuosismo della leggerezza e dell'impalpabilità. Apprezzata in questi brani la trasparenza degli archi e la precisione dei fiati - sia legni che ottoni -, si è potuto constatare come i giovani Filarmonici sappiano accompagnare bene un solista: il flautista Andrea Griminelli è, inoltre, un virtuoso di primo piano, cosicché il Concerto di Cari Nielsen, moderno omaggio alle frastagliate acrobazie del rococò, in cui il flauto era un protagonista, ha potuto attrarre il consenso del folto pubblico. Dopo l'intervallo si è avuta la prima esecuzione assoluta del «Concerto per flauto, violoncello "solista Dario Destefano" e orchestra» di Ennio Morricone, notissimo autore di musiche da film che ha qui indossato i panni del musicista «colto», tagliando il suo lavoro in tre parti: nella prima il flauto dialoga con i mulinelli assai vivaci degli altri strumenti; nella seconda il violoncello si adagia, in lente e un po' ridondanti meditazioni e nella terza entrambi si scam¬ biano, in un certo senso, le parti, unendo energia ritmica e spaziature cantabili in una sintesi accettabile. Conclusione in bellezza con «Pulcinella» di Stravinski, un testo in cui l'orchestra può mostrare la bravura delle sue parti solistiche che l'altra sera hanno lavorato a dovere (molto bene, ad esempio, il corno), doppiando gli ostacoli dell'insidiosa scrittura stravinskiana in cui la preoccupazione tecnica non deve neppure per un attimo, compromettere il gusto della parodia. Applausi calorosi e davvero meritati, per tutti, [p. gal.] \ Ennio Morricone autore «serio» a Torino

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