Napoli, il terremoto delle tangenti di Fulvio Milone

Napoli, il terremoto delle tangenti Oltre agli esponenti de e pds anche nove imprenditori nell'inchiesta sulla ricostruzione Napoli, il terremoto delle tangenti Inquisiti Citaristi e l'ex sindaco pei Valenzi NAPOLI. Un anno e mezzo di indagini, oltre cento testimoni interrogati, migliaia di documenti passati al setaccio. Alla fine Arcibaldo Miller, Domenico Zeuli, Nunzio Fragliasso e Alfonso D'Avino, i quattro sostituti della procura napoletana specializzati in inchieste sui reati della pubblica amministrazione, si dicono soddisfatti: sono convinti di aver completato il gigantesco puzzle della ricostruzione post-terremoto, e di aver scoperto uno scandalo che da Napoli arriva alle sedi romane di più di un partito. Ieri sono stati firmati i primi quattro avvisi di garanzia per abuso d'ufficio, falso ideologico, concussione. In cima all'elenco c'è Severino Citaristi, senatore de ed ex segretario amministrativo del partito. Seguono il pidiessino Maurizio Valenzi, sindaco comunista del capoluogo fino all'83 e commissario straordinario di governo per la rinascita della città devastata dal 6isma; l'europarlamentare de Antonio Fantini, ex presidente della Regione, anch'egli commissario straordinario per le zone terremotate in Campania; Bruno Bausano, delegato dal Cipe a gestire la ricostruzione dopo Fantini. Nell'inchiesta sono finiti anche nove imprenditori, tra i quali i costruttori napoletani Eugenio Cabib, Antonio Della Morte e Enzo Giustino, e l'ex presidente della Cogefar Impresit Francesco Paolo Mattioli. Nei loro confronti sono stati emessi nove inviti a comparire il 29 marzo davanti ai giudici di Napoli. La prima tranche dell'inchiesta che abbraccia tutte le opere del dopoterremoto (dalla costruzione degli alloggi alla realizzazione delle fabbriche e delle infrastrutture) riguarda due episodi: il raddoppio di un tratto della ferrovia secondaria Circumvesuviana e la sistemazione del canale irriguo «Conte di Samo», costati rispettivamente 170 e 248 miliardi. Fantini e Bausano. Ex dipendente della Sip, presidente della Regione dall'83 all'89, l'eurodeputato un tempo vicino alla Base de è indiziato di abuso d'ufficio e falso ideologico. I magistrati hanno trenta giorni di tempo per chiedere l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti, o archiviare l'indagine. I reati ipotizzati sono l'abuso e il falso ideologico. Ma di che cosa sono sospettati concretamente Fantini e il suo successore Bausano? L'attenzione dei sostituti procuratori è concentrata sui due consorzi di imprese ai quali i commissari straordinari avrebbero affidato, senza che fossero indette le gare d'appalto, la realizzazione delle due grandi opere infrastrutturali. Si tratta del Consorzio Cooperative Costruzioni, per la sistemazione del canale «Conte di Sarno», e il Co.S.No. per il raddoppio della linea ferroviaria della Circumvesuviana tra i Comuni di Pomigliano d'Arco e San Vitaliano. Secondo i giudici le concessioni sarebbero state illegali per due motivi. Il primo: la convenzione sarebbe stata stipulata prima dell'effettivo stanziamento dei fondi. Il secondo: sarebbe stata violata la norma secondo cui il regime della concessione per i lavori infrastnitturali poteva essere applicato solo alle ditte già impegnate nella ricostruzione degli alloggi terremotati. «Sono tranquillo - dice Fantini -, ho sempre utilizzato i poteri previsti dalle leggi varate dopo il terremoto per il bene della collettività. Rimpiango solo di non aver fatto di più per la mia regione». Citaristi. Il capitolo dedicato all'ex segretario amministrativo della de già da tempo al centro delle indagini dei giudici milanesi di «Mani pulite» è in gran parte ancora da scrivere. Nell'avviso di garanzia si ipotizza il reato di concussione. I magistrati napoletani sono arrivati a lui grazie all'interrogatorio di alcuni imprenditori già sotto accusa per le tangenti pagate a Milano. Uno di loro ha ammesso di aver pagato all'esponente de 5 miliardi in cambio di appalti per lavori pubblici sia nell'ambito della ricostruzione che fuori della Campania. Se le accuse dovessero rivelarsi fondate, anche Napoli entrerebbe nel regno di Tangentopoli. Valenzi. 84 anni, per otto sindaco di Napoli governata per la prima volta da una giunta di sinistra, Maurizio Valenzi è indiziato di abuso d'ufficio e concussione. Il suo ruolo nella vicenda del dopo-terremoto sarebbe diverso da quello sostenuto da Antonio Fantini. In qualità di primo cittadino e commissario straordinario per la ricostruzione a Napoli avrebbe imposto ad alcune imprese di sponsorizzare iniziative culturali in città. «Probabilmente - spiega lo stesso Valenzi - il giudice si riferisce alla realizzazione di quattro volumi sugli ambasciatori della Repubblica di Venezia a Napoli. Cosa mi si rimprovera? Non di aver preso tangenti, ma di essermi battuto affinché anche gli imprenditori contribuissero alle iniziative culturali nel Sud». Un testimone, però, dice dell'altro: Valenzi avrebbe caldeggiato assunzioni presso imprese amiche. Fulvio Milone Maurizio Valenzi, ex sindaco di Napoli