«Processate Intiglietta»

«Processate Intiglietta» «Processate Intiglietta» Milano, chiesto rinvio a giudizio dell'ex vicesindaco (de e dettino) MILANO. E meno male che non c'è più giunta né consiglio comunale, perché stavolta è toccato all'(ex) vicesindaco. Per Antonio Intiglietta, de e ciellino, il sostituto procuratore Fabio De Pasquale ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per concorso in peculato aggravato. Una sorpresa anche perché il nome di Intiglietta, sebbene diverse volte «sussurrato», non era mai uscito in nessuna indagine. E infatti finora non aveva mai ricevuto provvedimenti. De Pasquale è il pm che sta conducendo l'inchiesta sui corsi fantasma finanziati con fondi pubblici (della Cee o statali). E per attività di aggiornamento professionale nella Valle del Tronto il ministro del Lavoro Rino Formica stanziò 25 miliardi. Tre di questi vennero affidati al «Consorzio Europa», presieduto da Adriana Barani (già coinvolta nell'inchiesta assieme all'ex assessore Colucci) e a «Tecnopolis» di Daniela Mazzucca, socialista ed ex sindaco di Bari. Un miliardo andò al «Prosvi», consorzio vicino al Movimento Popolare e i cui responsabili erano Intiglietta e Mario Sala. Per tutti c'è la richiesta di rinvio a giudizio, assieme a Giuseppe Cacopardi, direttore generale del ministero dei Lavori pubblici, e Carlo Alberto del Mastro, presidente di un altro consorzio nonché fratello dell'ex sindaco di Ancona. Per l'ex mini¬ stro Formica, invece, a cui era stata inviato un avviso di garanzia, gli atti saranno trasmessi al tribunale dei ministri di Roma: così ha deciso la Cassazione. L'accusa ipotizza che i soldi destinati ai corsi professionali siano stati spesi solo in minima parte per tale attività. Per il «Prosvi» di Intiglietta, in particolare, 751 milioni, sul miliardo ricevuto, avrebbero avuto destinazione diversa. Ma il «Prosvi» smentisce: l'incarico è stato affidato «sulla base di un contratto regolare, pubblico e ufficiale - dice un comunicato - In base ad esso Prosvi ha -svolto effettivamente e completamente il proprio lavoro, documentato e documentabile in qualsiasi sede». Il consorzio definisce «assolutamente false» le accuse e si lamenta perché non è «stata offerta la possibilità di provare quanto affermato prima della richiesta di rinvio a giudizio». Mentre il gip dei «corsi professionali» deve stabilire sull'eventuale rinvio a giudizio, quello dell'inchiesta-tangenti, Italo Ghitti, continua senza sosta a firmare ordini di custodia cautelare. Ieri infatti è finito a San Vittore Ernesto Robotti, amministratore delegato della Salt (società autostrada ligure tirrenica), nonché dell'autostrada MilanoSerravalle. E' accusato di concorso in corruzione aggravata per aver pagato quasi mezzo miliardo in tangenti. A chiamarlo in causa sarebbe stato Bruno Rinasco, amministratore delegato della società Itinera (specializzata in costruzioni stradali) e adesso in carcere per un nuovo ordine di arresto. Robotti avrebbe pagato per avere in concessione dall'Anas alcuni appalti autostradali. Per Robotti, 50 anni, ex dirigente psi a Milano, ieri è stata una giornata nera. Stava andando in tutta fretta alla Salt, quando è stato fermato dalla polizia stradale: eccesso di velocità e ritiro della patente. Alla riunione del consiglio di amministrazione è arrivato comunque in tempo... per farsi arrestare. [s. mr.|

Luoghi citati: Ancona, Bari, Europa, Milano, Roma, San Vittore