Voglia di grande fuga di Massimo GramelliniFrancesco Forte

Voglia di grande fuga Voglia di grande fuga Ciriaco: non chiamateci traditori ADDIO VROMA OGLIA di scappare dal Palazzo che brucia. Voglia di chiudere gli occhi e scomparire altrove: in un'aula universitaria o su una spiaggia esotica, lontano dai fischi e dai sospetti. Comincia la Grande Fuga, il «Puerto Escondido» della politica italiana. Amato annuncia in Senato che a fine governo tornerà a fare il professore. La Malfa medita di trasferirsi negli Stati Uniti a insegnare economia. E l'ultima leggenda metropolitana raccontava di un Craxi da due giorni in esilio anticipato ad Hammamet. Grande Fuga promessa, immaginata o anche soltanto minacciata. E' il caso di Segni: «Se perdo il referendum, lascio la politica». 0 di Pannella: «Se non ce la facciamo - declamava al congresso pr - dirò a Bettino: andiamoci a fare una passeggiata e lasciamoli lavorare». Amato che torna a far rima con diritto pubblico comparato. Amato che torna in cattedra, quella vera. Farà sul serio? «Io penso di no», sorride il suo compagno di partito Francesco Forte. «Mentre lo dice, ci crede, ma poi... Parla così solo perché è preso da sconforto». «Sconforto? Chiamiamolo pure panico», ridacchia il missino Teodoro Buontempo. «Sì, il panico di chi si credeva legista e si ritrova comparsa». Sconforto, panico. Spiegazioni troppo superficiali per convincere Ciriaco De Mita: «Questa fuga non è emotiva, ma razionale. Non è una diserzione, ma la presa d'atto della mancanza di una condizione: la politica. Sì, la politica in questo Paese è scomparsa. E allora non si può dire che Amato scappa, perché non si scappa da qualcosa che non c'è. Semplicemente, uno constata che quel qualcosa non c'è e ne trae le conseguenze». Amato sembra dare ragione all'esegesi demitiana: ((Avevo meditato da tempo l'idea d'abbandonare la politica, ancor prima di diventare presidente del Consiglio. L'ho annunciato ora perchè mi sembrava giusto farlo adesso. Perchè in questi momenti contano anche queste cose». Parole che non smuovono l'incredulo Diego Novelli: «Mah, quelli non si spostano neanche con le gru. In ogni caso, Amato non mi commuove. E' uno che ci ha già fatto assaggiare tutti i gusti: la menta, il torroncino, il cioccolato... Grande avversario di Craxi negli Anni Settanta e poi suo stretto collaboratore nel periodo del rambismo e del trussardismo. Come possiamo credergli adesso?». Povero Amato: per trovargli una voce amica, bisogna ricorrere a quella, inconfondibile, della primadonna democristiana: Rosa Busso Iervolino: «Sarebbe una bellissima riforma se tutti considerassero la politica come un lavoro a tempo determinato... Detto questo, spero che non sia proprio Amato a dare l'esempio: lui è già il nuovo». Fra timori e speranze, resta una certezza: la Grande Fuga è una realtà contagiosa: «Davanti alla tempesta, la vecchia classe politica si è divisa in due», osserva il repubblicano «nuovista» Enzo Bianco. «C'è chi si aggrappa alla poltrona, come certi sottosegretari o ministri sommersi dagli avvisi di garanzia, e chi ha cominciato a chiedersi: ma chi me lo fa fare?». «Ma chi me lo fa fare? Me lo dico spesso in silenzio, ma me lo sento ripetere tutti i giorni a voce alta dai miei familiari», confessa Remo Gaspari, il duca democristiano degù Abruzzi. «Essere un politico oggi è come stare a arrostire a fuoco lento su una graticola. Viene voglia di scendere». E se la Grande Fuga fosse un' estrema esibizione di snobismo? Ricorda Enzo Bianco: «Amato e Craxi non sono sullo stesso piano. C'è chi può dire "me ne vado" perchè sa fare un altro mestiere e chi invece non ha mai fatto altro che politica». «Ma che c'entra! Un altro lavoro, volendo, ce l'abbiamo tutti», liquida la questione Vittorio Sbardella. Lo Squalo, preferisce rovesciare maliziosamente il quadro: «Questo è uno di quei momenti in cui a tutti viene la tentazione di mollare. Certo, la tentazione è più forte se non hai mai sofferto là gavetta...». «Io sono proprio l'ultimo che dovrei parlare». Mino Martinazzoli, il pioniere mancato della Grande Fuga. Nel '91 disse che avrebbe lasciato la politica a sessant'anni. I sessantanni sono passati e lui è diventato segretario della de. «Veramente io dissi che avrei lasciato il Parlamento, non la politica. Quella è un demone, da cui è difficile dimettersi. Però sono certo che per me sarebbe stato più facile andarmene di quanto non lo sia adesso Amato Malfa, sempre per o La Io ho avuto un rapporto controverso con la politica, loro invece ne hanno uno più convinto, totalizzante. Ma conoscendoli un po', soprattutto La Malfa, sono tipi che mantengono fede alle promesse. Fuga? No, io la interpreto come un gesto nobile. Come se ci stessero dicendo: brucio tutto me stesso ora, per salvare il futuro di chi verrà dopo». Massimo Gramellini Non c'è solo Amato a dire che tornerà alla cattedra La Malfa sogna gli Usa e Craxi sarebbe già in esilio Dà sinistra: Diego Novelli (Rete) e Ciriaco De Mita Sotto: il de Gaspari A sinistra: Rosa Russo Jervolino Sotto: il socialista Francesco Forte

Luoghi citati: Hammamet, Stati Uniti, Usa