Servadio e il sorriso di Formiggini di Oreste Del Buono

Servadio e il sorriso di Formiggini RISPONDE O.d.B. Caro Del Buono, ho letto con emozione Il suo articolo su Formiggini (La Stampa, 27 febbraio). Formiggini è stato il mio primo editore. Nella collana «I classici del ridere» pubblicò con il titolo Stravaganze alcune mie traduzioni di racconti di E. A. Poe: traduzioni molto approssimative, che oggi sconfesserei, se potessi. Ma in quel tempo, ahimè, avevo pochi denari, ero poco più che ventenne e sapevo discretamente l'inglese... Ho ricordi personali di Formiggini, e lei lo ha descritto in modo impareggiabile. Il senso dell'umorismo non lo abbandonava mai... Emilio Servadio, Roma la GENTILE Maestro, ringrazio per il suo apprezzamento, ma per il poco spazio che ho a disposizione (non è un lamento, per carità, in realtà me ne viene concesso molto per quanto può permettere un giornale), i personaggi di cui mi occupo sono sempre talmente ricchi d'animo, grazia e fascino da farmi apparire il mio lavoro piuttosto gretto. La sua lettera mi offre la possibilità di parlare ancora di Formiggini e anche per questo la ringrazio ulteriormente. «Il senso dell'umorismo non lo abbandonava mai», lei dice.«Ricordo che mi disse: "Non riesco a capire che cosa ci possa essere di divertente in qualsiasi racconto di Poe...". Non aveva torto, a ripensarci ora. Appresi del suo suicidio con 0^Serve il sodi Form adio rriso miggini grande sgomento. E mi chiedo tuttora: perché - come tanti, come me - non scelse l'esilio? Io lasciai l'Italia per l'India, dove rimasi sette lunghi anni...». Me lo sono chiesto anch'io, gentile Maestro. Ma qualsiasi ipotesi, qualsiasi interrogativo mi riportano sempre (e ancor più dolorosamente) alla singolarità straziante del caso di Formiggini. Il suo sentirsi talmente italiano da patire l'ingiustizia delle discriminazioni razziali come un'offesa mortale a cui solo lui poteva rimediare con il suicidio. E la preparazione meticolosa del sacrificio, le disposizioni alla moglie per la conservazione del Fondo Formiggini, e cioè la «Casa del Ridere», l'Archivio familiare e l'Archivio editoriale, ribadite nel testamento olografo redatto il 28 novembre, il giorno prima di sfracellarsi ai piedi della Ghirlandina. Proprio quella Ghirlandina tanto a lungo contemplata e vezzeggiata durante i preparativi all'irreparabile. «Ghirlandeina! / Ghirlandeina dàm un cóc / pr'ajutèrm a fèr al bócc! / I diran: cus'é 'so fagòt? / To'. L'é al pover Furmajòt, / Un mudnes ed qui de 'd via / che, oramai, a-n va pio via!». Oreste del Buono Servadio e il sorriso di Formiggini 0^

Persone citate: Del Buono, Emilio Servadio, Servadio

Luoghi citati: India, Italia, Roma