Mettersi al riparo dalle varici

Mettersi al riparo dalle varici Una patologia che colpisce le donne, ma ci sono anche uomini a rischio Mettersi al riparo dalle varici Prevenzione e terapia. Diete e comportamenti La malattia varicosa è una delle patologie di più frequente riscontro negli abitanti dei Paesi industrializzati con alti costi sia per la collettività, sia per l'individuo. Ricerche epidemiologiche, condotte con metodi non standardizzati, in Europa ed in America, hanno dimostrato un'incidenza della malattia variabile tra il 10 e il 40%. A questi dati l'Italia si allinea con un 10% o 20% a seconda dei diversi Autori. Tali percentuali sono senza dubbio soggette a sottostima se si considera come, in genere, dir pendano da studi condotti in strutture pubbliche dove i casi giunti all'osservazione sono, più frequentemente, quelli in fase clinica più avanzata. Vengono così esclusi i soggetti apparentemente sani, ma portatori di varici e quelli con quadri clinicamente modesti o silenti che non richiedono ancora l'intervento del medico. La percentuale sale così al 50%, dato sicuramente importante da contrapporre all'incidenza dell'1% rilevato nelle donne della Nuova Guinea o allo 0,1-0,2% delle regioni africane. La discrepanza di questi dati ci riporta a considerare i fattori di rischio poiché non sono la localizzazione geografica o la razza ad avere un ruolo determinante nella malattia, ma quelle condizioni ed abitudini di vita delle società civilizzate che sono passibili di modificazioni e quindi di assoggettarsi a quel punto fondamentale della medicina moderna che è la prevenzione. Non ci è dato di conoscere la causa primaria all'origine dell'alterato funzionamento del sistema venoso, ma è noto che le modificazioni anatomiche presenti a livello delle pareti venose e dei sistemi valvolari provocano una stasi venosa.. La colonna di sangue venoso che dalle nostre gambe deve risalire verso il cuore spinta dal cosidettp «cuore periferico».cioè dalla muscolatura della gamba e del piede, aiutato dalle pulsazioni ritmiche arteriose. Le valvole distribuite all'interno delle vene profonde e superficiali impediscono la ricaduta verso il basso del sangue, in fase di rilasciamento. Questi importantissimi sistemi valvolari possono essere congenitamente difettosi o assenti, oppure subire danneggiamenti in seguito a malattie specifiche del sistema venoso (trombosi venosa profonda). La stasi venosa comporta un aumento della pressione intravasale, anche a livello della microcircolazione con alternanzione degli scambi di liquidi e sostanze tra l'interno dei capillari ed i tessuti circostanti, con conseguente edema, ipertrofia del tessuto adiposo, fenomeni infiammatoli locali. Secondo i diversi Autori mentre razza e localizzazione geografica hanno un'importanza significativa sull'incidenza della malattia, solo se considerate in rapporto alle abitudini di vita e alimentari, senza dubbio vi è una prevalenza nel sesso femminile con un rapporto di 6 a 1 (controllare) rispetto all'uomo che tende a riequilibrarsi ( 1,5 a 1 ) dopo i 60 anni con la dimunuzione dei livelli di estrogeni circolanti. L'influenza degli ormoni femminili sul sistema venoso trova un'ulteriore conferma nella frequenza con cui la malattia esordisce durante la gravidanza (8-20% dei casi), momento in cui l'aumento degli estrogeni si somma alla comprensione dei vasi pelvici da parte dell'utero gravido con ulte- riore ostacolo al corretto ritorno venoso. L'uso di una corretta contenzione elastica durante la gravidanza aiuta a limitare la sintomatologia dolorosa, il rischio di complicanze quali flebiti o trombosi venose al parto e a prevenire un quadro evoluto rapido in quei soggetti che presentano una predisposizione costituzionale. Non è ancora accertata la correlazione tra incidenza di varici e l'assunzione di farmaci contraccettivi, anche se nelle pazienti che ne fanno uso è fre- Suente un aumento dei sintomi e ella diffusione di teleangectasie, i cosidetti «capitali dilatati». Attualmente non esistono studi che confermano l'ereditarietà della malattia varicosa, ma certamente si può parlare di ((predisposizione costituzionale», infatti circa il 60% dei pazienti riferisce una storia familiare di flebopatia materna. Consideriamo ora quei fattori predisposti passabili di modificazione. L'attività lavorativa in posizione eretta aumenta il rischio di malattia del 14% mentre un lavoro sedentario del 9% contro un 4% delle attività che comportano movimento delle gambe. Si può quindi parlare di vera e propria malattia professionale che condiziona un handicap lavorativo con elevato costo socio-economico per visite e tearapie mem^o-chirurgiche, spese farmaceutiche e perdita di giorni lavorativi. A rischio sono soprattutto parrucchieri, cuochi chirurghi, stiratrici, commessi, operai. E' buona regola per chi svolge una attività sedentaria o in posizione eretta, attivare il «cuore periferico» durante la giornata con una ginnastica di flesso-estensione della gamba e del piede o con pochi minuti di marcia sul posto attuabili in qualsiasi sede. Camminare o andare in bicicletta sono le migliori attività per le nostre gambe. La dieta povera di fibre, ipoproteica, causa di sovrappeso e di «intestino pigro» aumentando al pressione endoaddominale crea un ulteriore ostacolo ad un corretto ritorno venoso. Da ciò l'importanza di una dieta corretta e di un alveo regolato. Il clima cui siamo esposti, se con caratteristiche caldo umide, influenza negativamente l'evoluzione della malattia, provocando una massiccia vasodilatazione che aggrava la stasi venosa. Bisogna evitare di esporsi a fonti di calore a lungo ed immo- bili, siano esse artificiali (pannelli radianti, stufe, lampade abbronzanti) o naturali. Durante l'esposizione al sole è consigliabile muoversi frequentemente, passeggiare o eseguire movimenti di flesso-estensione degli arti e, se si è in spiaggia, rinfrescante spesso le gambe con bagni. Ancora, alle donne in particolare, viene raccomandato di evitare l'uso di indumenti stretti quali corsetti, guaine, giarrettiere o jeans che ostacolano il ritorno venoso, e l'uso di scarpe piatte o con tacchi a spillo che impediscono un corretto appoggio del piede. Dal piede inizia il ritorno venoso che dipende direttamente da una corretta deambulazione; per questo che disturbi ortopedici (piede piatto, alluce valgo, artrosi lombo-sacrale dell'anca e del ginocchio) spesso si associano all'insufficienza venosa é vanno quindi prontamente corretti. La prevenzione è quindi il momento più importante nei soggetti con predisposizione costituzionale e caratteristiche abitudini di vita «a rischio» di insufficienza venosa cronica. Spesso le teleangectasie non sono solo la punta di un iceberg ed è bene quindi, anche in questo caso, sottoporsi ad una visita medica pur non manifestando altri sintomi. Si può così instaurare una terapia con farmaci flebotonici, contenzione elastica ed eventuale trattamento scleroterapico per limitare il danno estetico. Nelle fasi più avanzate della malattia, quando cioè avremo varicosità diffuse con edemi alle caviglie, senso di peso, crampi notturni, paratesie, sarà importante un'accurata valutazione clinica e strumentale (doppler, ecodoppler, pletismografia) da parte del medico specialista per le scelte della terapia medica e/o chirurgica più opportuna. In definitiva possiamo affermare che sia in fase iniziale che nei quadri concimati di malaria varicosa «l'igiene di vita» può limitare l'evolversi di questa patologia e migliorarne la sintomatologia. Spesso è sufficiente fare un po' di moto, riposare con gli arti sollevati a livello del cuore, utilizzare calze elastiche nelle ore di lavóro per togliere quel senso di «gambe inquiete» che altera il riposo notturno e rende meno efficienti durante il giorno. La terapia medica e/o chirurgica più appropriata darà migliori risultati se verranno seguite queste semplici indicazioni. L'articolo seguente, dedicato alla definizione ed alla prevenzione delle malattie varicose, è stato curato dalla dottoressa Lucilla Mettini. L'intervento è tratto dalla rivista specializzata «Salus Magazine». VENA VARICOSA i i " ■ i i < / i • 'i ' I \ s. / \ t t. \ ì VENA MOLTO INGROSSATA t * » %, Vena sana: le valvole delle vene, le nostre valvole naturali del sangue, si chiudono e si aprono Presenta punti deboli alle pareti. L'ereditarietà o le sollecitazioni eccessive delle gambe possono esserne la causa. La vena si ingrossa, le valvole non si chiudono più.

Persone citate: Ancora, Autori, Vena

Luoghi citati: America, Europa, Italia, Nuova Guinea