Versace, zero in condotta

Versace, zero in condotta Versace, zero in condotta // Guardian: troppo presuntuoso SOTTO ACCUSA GIANNI Versace, 46 anni: stilista e «campione di boria». E' il «Guardian» a mettere sotto accusa una delle più luminose stelle del firmamento della moda italiana. Lo fa con un lungo articolo, che da un lato conferma la fama internazionale dello stilista, ma dall'altro suona come una condanna, con critiche severe al personaggio, al suo stile, al suo entourage. Certo, non mancano considerazioni di apprezzamento («E' un innovatore, un superbo utilizzatore del colore»), ma colpiscono affermazioni pome «cowboy degli Strass» o «prototipo dell'eccesso». Versace è «modesto come i suoi abiti» e ha «una presunzione enorme», ricorda il «Guardian» che attribuisce allo stilista la frase «a volte penso che la Terra sia troppo piccola per me». Come esempi negativi, il quotidiano britannico ricorda che è stato proprio lui, un paio di anni fa, a introdurre le supermodelle strapagate, facendo sfilare Naomi Campbell, Cindy Crawford, Linda Evangelista in provocanti baby-doll e con atteggiamenti tali da suscitare l'entusiasmo irrefrenabile del pubblico maschile. «In quel caso gli abiti non c'entravano nulla. C'entrava lo show, il teatro e soprattutto la musica rock» usata come sottofondo alla sfilata. Il «Guardian» ricorda che in quell'occasione il «Times» scrisse di «un Versace che strafaceva all'ennesima potenza dell'esibizione». Da allora, «l'uomo che in 12 anni ha costruito un impero con un giro d'affari di centinaia di miliardi», è stato protagonista di altri episodi discutibili. Clamoroso, secondo U «Guardian», quello dell'anno scorso, quando Versace, stufo di Milano («Un posto dove tutte le donne sembrano segretarie, con gli stessi gioielli di Bulgari e la stessa acconciatura»), ha aperto un negozio a Londra, patria delle due cose più vicine al suo cuore: il rock e la corona. Londra - si legge ancora non aveva mai visto tanta opulenza. Un tempio da 11 milioni di sterline simile a un palazzo neoromanico: 700 metri quadrati di prezioso marmo in 10 colori, più di un chilo di foglie d'oro per decorare balaustre, colonne e soffitti. Il tutto coronato da un fastoso party d'inaugurazione con 400 ospiti d'onore che si aggiravano tra gonne, giacche e jeans da decine di milioni. Nell'occasione, criticato per l'ostentazione in un momento in cui ogni giorno chiudevano in Gran Bretagna 50 negozi di moda, secondo il «Guardian» Versace rispose così: «La recessione è solo per gli stupidi, non per chi lavora. Io ho creato la mia fortuna e nessuno mi ha aiutato». Ma il giornale replica che di aiuti Versace invece ne ha avuti. E molti. Ad esempio da testimonial come Elton John ed Eric Clapton. Mentre, a giudizio del «Guardian», anche Sting, Brace Springsteen e Prince fanno parte della scuderia dell'uomo «descritto da una rivista americana come "lo stilista i cui vestiti sono la perfetta uniforme per un re del rock scivolato nel Medio Evo"». L'accordo starebbe in questi termini: lui veste gratis le star e loro si fanno vedere con gli abiti Versace a party e feste varie. Se anche la stampa ha avuto un ruolo nell'ascesa dello stilista calabrese, il «Guardian» non ha dubbi nell'attribuire grande importanza all'aiuto arrivato dai familiari: a cominciare dalla sorella Donatella, per continuare col fratello Santo e col marito di Donatella, Paul Beck. Inoltre, pur ricordando il dualismo con Armani e i velenosi commenti che i due si sono scambiati a più riprese, il giornale sostiene che negli ambienti della moda milanese Versace esercita un potere tale da somigliare a un moderno principe del Rinascimento, circondato da schiere di feroci cortigiani che fanno impallidire la famiglia Borgia. E la più «crudele» di tutti sarebbe Emanuela Schmeidler, a capo delle relazioni pubbliche con il compito di proteggere «il maestro». Versace avrebbe invece un gran cuore. E' vero, scrive il giornale, che molti lo descrivono come la bella copia di Salman Rushdie, ma è altrettanto vero che tanti ne parlano come di «un orsacchiotto». Ciò che invece per il «Guardian» non si discute è l'ampiezza della sua presunzione, del suo amor proprio. E per dimostrarlo riporta un'altra citazione di Versace: «Chi non ha un forte amor proprio, può scordarsi i miei abiti». [1. u.] «Sembra un prìncipe del Rinascimento circondato da cortigiani più feroci dei Borgia» A destra Gianni Versace, a sinistra Giorgio Armani

Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra, Milano