«Muccioli testimone, non imputato»

«Muccioli testimone, non imputato» Nessuna accusa contro il fondatore dopo l'omicidio d'un ospite di San Patrignano «Muccioli testimone, non imputato» Confessano gli arrestati, l'ottavo si costituisce RIMINI DAL NOSTRO INVIATO Sventolano cartacce e occhiate tese qui a San Patrignano, aria di bufera, per questa brutta storia del ragazzo ammazzato di botte quattro anni fa e da due giorni confessioni a cascata. Uno dei sette arrestati, Fabio Mazzetto, 32 anni, è uscito alle 15 dal carcere di Pesaro. Scarcerato perché collabora. Perché «la sua posizione appare molto sfumata», e «il suo racconto è coerente con i riscontri», dettano gli inquirenti. Vincenzo Muccioli dondola sulla sua poltrona, gira gli occhi, si informa: «E' vero che hanno arrestato anche l'ottavo ricercato?». Vero. Si chiama Franco Grizzardi, 34 anni, milanese, ex San Patrignano, oggi nella comunità di Tolentino. Si è presentato in mattinata al quarto piano del tribunale, ufficio del procuratore Battaglino per costituirsi. O almeno ci ha provato. «Il procuratore non c'è», si è sentito rispondere e allora è sceso, in compagnia dei suoi due avvocati, per infilarsi nella palazzina del commissariato: «Ho saputo dai giornali che mi state cercando». Lo stavano cercando sì: ottavo uomo del gruppo «addetto alla macelleria» che quattro anni fa, il 5 maggio del 1989, avrebbe picchiato e ucciso Roberto Maranzano - colpevole di non rispettare le regole della comunità, di essere inaffidabile sul lavoro - lo avrebbe caricato su un furgone Volkswagen bianco e portato a 600 chilometri, tra i vigneti di Terzigno (Napoli), per depistare le indagini. Pochi minuti per notificargli il mandato di arresto, «omicidio preternitenzionale», e poi via, carcere di Forlì, dove verrà interrogato nei prossimi giorni. Un imputato che entra in galera. Uno che esce. Interrogatori a catena. Si muove rapida questa indagine partita dal «pentimento spontaneo» di due ragazzi che hanno ricostruito quella notte di sangue. Ha parlato Stefano Grulli, 32 anni, ma anche un altro che un paio di mesi fa ha deciso di confidarsi con lo psicologo. I giudici di Rimini hanno in mano tutto, motivo della punizione, dinamica del pestaggio, chi si è accanito di più sul corpo di Maranzano, chi ha solo assistito, chi ha ideato e compiuto il trasporto del corpo. Hanno anche qualcosa in più: le confessioni sulla «struttura di controllo» che agiva dentro alla comunità di San Patrignano e che interveniva per punire gli indisciplinati. Se venisse confermata da altre confessioni, l'ombra nera di una violenza sistematica, diffusa, finirebbe per allagare storia e benemerenze di questa che (a tutti gli effetti) è la più celebre e efficiente comunità per tossicodipendenti d'Europa. E' contro quest'ombra nera, che parla e si infiamma Vincenzo Muccioli, anche se i magistrati non si stancano di ripetere: «Indaghiamo su un fatto specifico. Non stiamo e non vogliamo processare la comunità e le sue scelte terapeutiche. Convocheremo Muccioli? Probabile, ma da testimone, non da imputato. E chiaro?». Chiarissimo. A distanza Muccioli risponde ai magistrati: «Sono pronto ad andare». Replica alle accuse dei pentiti: «Non è mai esistita una struttura di controllo, né un commando di picchiatori». Sfida l'antiproibi- zionista Taradash che ieri chiedeva «più controlli nella comunità dei misteri». «Qui non ci sono misteri e Marco Taradash venga quando gli pare». Poi dice: «Ma vi sembra possibile che migliaia di ragazzi passati di qua, abbiano sopportato di vivere in un lager? Non so ancora se sia stato davvero commesso un omicidio qui dentro. Sarebbe terribile. Però so con certezza che la comunità si regge sulla solidarietà, l'impegno, l'amore. Non sulla violenza». E ancora: «Questo non è il paradiso terrestre. Qui non ci sono angioletti. Abbiamo 350 ragazzi agli arresti domiciliari. Abbiamo 500 sieropositivi, 70 malati terminali. Qui c'è sofferenza e felicità, chi lotta e chi tira a campare, come nella vita vera. Se qualcuno ha ucciso, ha tradito tutti». L'altra sera, tra il legno e i cristalli della sala mensa, Muccioli ha parlato ai 2100 ospiti di San Patrignano: «So che siete angosciati da questa vicenda. Io sono con voi, voi siete con me e questa è la nostra casa: non permetteremo che venga distrutta da un sospetto». Sì, passato lo choc delle prime ore, mentre arrivano a centinaia i fax e i telegrammi di solidarietà, Muccioli ha ripreso il tono di sempre, enfatico, sicuro, combattivo. Mentre guida la sua Land Rover nera tra le strade ventose della comunità, tutti lo salutano. Mentre cammina, lo fermano e lo abbracciano. Quando si siede davanti al piatto di maccheroni al sugo, arrivano in pellegrinaggio. E' un santo o un padre padrone? E' il cuore di questi ragazzi o il loro (assoluto) re? PinoCorrias Marco Taradash (a sinistra) eurodeputato antiproibiziontsta accusa M uccidi di avere la legge 162 A sinistra, l'arresto, ieri, di Alfio Russo, accusato d'omicidio A destra Lara Cardella e Don Luigi Ciotti

Luoghi citati: Europa, Forlì, Napoli, Pesaro, Rimini, Terzigno, Tolentino