Ciatti

Ciatti Ciatti Al vertice da 13 anni FIRENZE. Quando gli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno suonato alla sua porta, l'ingegner Franco Ciatti era a cena con la moglie. Nella villa di via della Campora, sulla splendida collina di Bellosguardo, non c'era nessun altro: il figlio di Ciatti, in questi giorni è infatti all'estero, in Germania. All'esterrefatto ingegnere i finanzieri hanno notificato l'ordine di custodia cautelare emesso dalla procura della Repubblica di Milano, nel quale i magistrati del pool di Mani Pulite gli hanno contestano il reato di corruzione aggravata. Gli uomini delle Fiamme Gialle, dopo una perquisizione nel suo studio alla ricerca di eventuali documenti d'interesse per le indagini, hanno fatto salire Franco Ciatti su un'auto e, sotto scorta, l'hanno trasportato nel carcere di San Vittore a Milano, i Fiorentino di nascita, sessantasei anni, laurea in ingegneria industriale meccanica, Franco Ciatti è presidente del Nuovo Pignone da tredici anni, nel 1980 infatti era subentrato nella carica a Gianni Fo- Tutta interna all'azienda, che ha nel capoluogo toscano la sua sede principale (altri stabilimenti sono situati a Massa, Vibo Valentia, Bari, Porto Recanati e Schio), la carriera di Ciatti. Nella società del Gruppo Eni entra nel 1955, proprio all'indomani del «salvataggio» operato da Enrico Mattei, allora alla guida dell'Ente di Stato, su pressione del sindaco di Firenze, Giorgio La Pira. Nel 1969 diventa direttore generale. Tre anni dopo, siamo nel '72, assume la carica di amministratore delegato e nel 1977 aggiunge quella di vicepresidente, nell'80 infine raggiunge il vertice più alto dell'azienda. Il suo arresto ha provocato un vero e proprio choc, sia tra gli operai, sia tra i dirigenti del Nuovo Pignone. A dare notizia dell'incarcerazione del presidente è stato il vicepresidente e amministratore delegato Roberto Rosselli il quale, però, non ha voluto fare alcun commento. In mattinata si è riunito d'urgenza il Consiglio di fabbrica, poi è venuta la presa di posizione del sindacato: «Questi episodi non aiutano certo un'azienda che ha già rischiato molto - dice Alessio Gramolati, segretario provinciale della Fiom-Cgil - Speriamo che la magistratura faccia chiarezza quanto prima. Nel frattempo occorre bloccare il processo di privatizzazione e far sì che il gruppo dirigente possa ricostruire un rapporto di fiducia col mercato». Negli ambienti vicini al Consiglio di fabbrica si ricorda che l'ingegner Ciatti era stato indicato come autore di un tentativo di «scalata» nei confronti dell'azienda e s'ipotizza che l'operazione di privatizzazione potesse servire per metterlo da parte. La «politica aziendale» del presidente del Nuovo Pignone, infatti, viene descritta come «distante» da quella dell'attuale vertice dell'Eni, Gabriele Cagliari. Francesco Mattanti