Il sesso, che cosa spirituale

Il sesso, che cosa spirituale Incontro con Josephine Hart: dal suo romanzo il film di Malie Il sesso, che cosa spirituale E dopo «Il danno» arriva «Ilpeccato» ~^F1 LONDRA I OSEPHINE Hart, la daI ma in nero della letterali tura inglese, ha scombus•I ! solaio tutti con quella storia di un padre travolto dall'ossessione erotica per la fidanzata del figlio. L'autrice de Il danno, il romanzo che Louis Malie ha divorato e deciso di trasformare in film nello spazio di una notte, si prepara ora al secondo arrembaggio dell'Italia con II peccato: uscirà da Feltrinelli il 7 aprile. Calzamaglia color pece, apre la porta della reggia londinese che condivide con il marito Maurice Saatchi, l'imperatore della pubblicità. Delle sue modeste origini irlandesi conserva ima schiettezza spiccia come la sua risata. Lei assomiglia poco alla Anna traditrice de «Il danno» e alla Ruth torbida de «Il peccato». Si trova forse meglio nei panni di un narratore maschile, lo Stephen dal volto di Jeremy Irons? «Scrivere dalla parte di un uomo è stata un'esperienza straordinaria. Mi ha però entusiasmato anche raccontare in prima persona la malvagità di Ruth. Stephen mi ha sempre fatto molta pena. Entrare nella sua pelle è stato facile: avevo la storia in testa da vent'anni». La vita senza passione di Stephen e la follia della sua storia con Anna, promessa sposa del figlio: due realtà inseparabili? «Non credo che l'ossessione erotica sia solo una follia: per dimostrarne il potere ho scelto di evidenziarne l'aspetto distruttivo, ma può anche essere una delle grandi forze creative della vita. Il protagonista non rimpiange questa ossessione pur pagando un prezzo sempre più orrendo. Se potesse tornare indietro, ricomincerebbe. Stephen avrebbe dovuto aspettare una donna come Anna, la sua esistenza sarebbe stata meravigliosa». La vampiresca Anna è un personaggio oscuro, vuoto e passivo. Juliette Binoche, la sua interprete sullo schermo, dice che il suo è un potere passivo. «Quando parlavo con Juliette, prima della lavorazione del film, le ho detto proprio questo: la passività è l'essenza del potere di Anna. Questa donna ha fatalmente frainteso le sue responsabilità nella vita: non è responsabile del suicidio del fratello adolescente, che s'è ammazzato perché innamorato di lei. Con i suoi uomini è generosa: se hanno bisogno di lei, lei c'è sempre». La sua è una forza negativa: in realtà è una donna spezzata. «Ma è straordinariamente potente. Qui sta l'errore dei nostri tempi: oggi si crede che una donna sia forte solo se è complessa, spiritosa, o se è a capo dell'Ibm. Il potere di Amia risiede nel fatto che dà agli uomini l'impressione di possedere la chiave della loro anima: questo è un grande potere femminile. Capisco che questo sia sgradevole a molti. Un sacco di gente detesta il mio libro e il film di Malie. Comprensibile: rovesciano gli imperativi sessuali». Qualcuno pensa: è la solita storia di sesso selvaggio. «La tragedia è che oggi il sesso lo si considera buffo o lo si consuma a chili. E' qui lo sbaglio: il sesso è infinitamente più potente. Con la promiscuità e la casualità dei rapporti ci si inganna a vicenda». L'infedeltà porta alla rovina? «L'infedeltà causa un dolore indicibile. Ed è un'ammissione di fallimento. La soluzione è trovare qualcuno con cui essere eroticamente soddisfatti e vivere come dei. Il grande amore erotico dura, e come. E non ha bisogno di diversivi, basta a se stesso. Come ho cercato di rappresentare nel romanzo, l'uomo e la donna che vivono un amore del genere non sono mossi dal desiderio del piacere, ma da una profonda aspirazione all'unità». Ed è in questa unità la spiritualità del sesso? «Esattamente». Un giudizio sull'interpretazione della Binoche e di Irons. «Assolutamente superba. Juliette ti entra nella coscienza. E' una donna altamente intelligente, calma, profonda. Jeremy Irons è perfetto: ha dato un'interpretazione di una assoluta nudità psicologica. Difficilissima e finissima.». Si direbbe che Stephen cerchi di sostituire alla morte apparente della sua vita borghese la morte vera che Anna si porta dentro: quella del fratello. «C'è una connessione tra sesso e morte: nella perdita del senso di sé. Perdersi in un altro, in un'esperienza più alta. Come quella mistica: e lo dico da persona non religiosa. E' una zona pericolosa. Per questo avevo molta paura di dare il libro in mano a im regista che non fosse Louis Malie». Maria Chiara Bonazzi Juliette Binoche e Jeremy Irons nel film «Il danno». Accanto, la Hart

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