Nerone, croce e delizia dei libellisti di Oreste Del Buono

Nerone, croce e delizia dei libellisti RISPONDE 0.d.B. Nerone, croce e delizia dei libellisti Illustre signor Del Buono, ho letto attentamente la sua ampia recensione a Nerone, duemila anni di calunnie. Il crudele Nerone si uccise in procinto di cadere nelle mani di legionari ribelli, aiutato, dicesi, da un suo liberto, Faonte, perché non aveva il coraggio di togliersi la vita, a trentacinque anni d'età, dopo aver regnato per quattordici: pochi per un qualsiasi mortale; tanti, troppi, senza fine, per le scellerataggini da lui commesse. Cosa potrei ancora dirle? Beh, illustre Del Buono, prescinda dallo «spirito di corpo» (tra giornalisti) se vuole essere obiettivo... Arduino Giulli GENTILE signor Giulli, io posso senz'altro aver sbagliato nel recensire il libro di Fini, ma anche lei non tende all'obbiettività se, come risulta dalla sua lettera, giudica Fini, attraverso la mia recensione senza leggere il libro che l'ha originata. Questo non mi pare, mi scusi, il modo migliore per parlare di un libro, anche se è un modo corrente nella nostra società. Tante volte ho sofferto nel sentire gente dire: «Io non ho letto il libro tale, ma...», oppure: «Io non ho visto il film tale, ma...». E dopo il «ma» veniva la condanna. Io, le ripeto, dato che non sono affatto illustre, posso aver sbagliato, anzi, facciamo così, ho sbagliato nel recensire il libro di Fini, ma nessuno «spirito di corpo» (che Massimo Fini non possiede affatto, il che risulta da tutte le polemiche Neronee dedei lib , croce lizia ellisti in cui si caccia anche con i colleghi, e che neppure io possiedo, essendo stato varie volte in polemica anche con lui) potrebbe indurmi a sostenere che un libro è interessante se non mi ha interessato. Il Nerone di Fini è un libello, di cui mi credevo di aver sottolineato la paradossalità, sull'attendibilità delle fonti. Non è passato ancora neppure un mezzo secolo dalla morte di Mussolini e non sappiamo esattamente chi lo abbia ucciso e chi sia veramente stato. Si succedono le rivelazioni e le contestazioni su tutto un periodo che molti di noi hanno vissuto. Le fonti principali su Nerone sono Publio Cornelio Tacito (gii Annali e le Storie), Caio Tranquillo Svetonio (Vite dei Cesari) e Dione Cassio (Storia romana). I primi due scrivono a un mezzo secolo dalla morte dell'imperatore, Dione un secolo e mezzo dopo, e si avvalgono di fonti più antiche che non ci sono pervenute. Di Tacito il nostro illustre (lui, sì) latinista Ettore Paratore ha affermato che non era uno storico, ma un libellista. Un libellista che era uno straordinario scrittore faziosissimo nei confronti della dinastia Giulio-Claudia. Oreste del Buono