Delitto e vendetta a Gaza I coloni scendono in guerra

Delitto e vendetta a Gaza I coloni scendono in guerra Esplode la rabbia degli ultra ebrei, assalto alla casa di Rabin Delitto e vendetta a Gaza I coloni scendono in guerra TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO La furia dei coloni ebrei nei territori occupati - montata costantemente nelle ultime settimane per uno stillicidio di attentati palestinesi - è violentemente divampata ieri a Gaza in seguito all'uccisione di un israeliano residente nell'insediamento di Gan-Or, rivendicata dal gruppo clandestino dei «falchi di Al Fatah». Per circa due ore centinaia di coloni, contrastati invano dall'esercito israeliano e dalla «guardia di frontiera», si sono impadroniti di una zona contigua al valico di Erez (che collega la striscia a Israele) e hanno ingaggiato battaglia a sassate con centinaia di pendolari palestinesi che tornavano a casa al termine di una giornata di lavoro in Israele. Il bilancio di questi scontri è di una gravità senza precedenti, due morti. Un palestinese, Naim Mahmud Al-Manhum, 22 anni, colpito al petto da un proiettile «vagante» presso la vicina stazione di benzina di Beit Lahya, è morto poco dopo il ricovero in un ospedale israeliano. I suoi compagni di lavoro non hanno dubbi: «A sparare - hanno detto - sono stati i coloni». Altri 20 pendolari arabi sono rimasti feriti o contusi, e 13 dei loro automezzi danneggiati dalle sassate dei coloni. D'altra parte, l'assassinio del colono Uri Maghidish, 39 anni, era stato di rara efferatezza. Sorpreso mentre era alla guida della sua automobile da due manovali palestinesi, l'uomo è stato accoltellato sette volte. Il suo cadavere è stato poi scaraventato in una serra di pomodori, dove poco dopo è stato trovato da un altro contadino ebreo. Poche ore dopo il gruppo clandestino «Falchi di Al Fath» ha rivendicato il delitto con slogan scritti sui muri di alcune località di Gaza e con uno striscione a poca distanza dalla moschea principale di Khan Yunis. «Qui viviamo nella paura ha detto Ilanit, una coIona di Gan-Or (il nome significa: giardino luminoso) -. Abbiamo scritto tre settimane fa al premier e ministro della Difesa Yitzhak Rabin che le reti di protezione dell'insediamento sono piene di buchi, e lui nemmeno ci ha risposto». I coloni della zona sono poi partiti per Gerusalemme dove in serata hanno tentato di dare l'assalto alla casa di Rabin, urlando slogan che chiedevano le dimissioni del premier. Sono stati trattenuti a stento dalla polizia, che ha arrestato alcuni manifestanti, ma a tarda sera gli incidenti non erano ancora placati. Il grave deterioramento dell'ordine pubblico in Israele e nei territori sarà discusso oggi dalla commissione parlamentare per gli Affari esteri e la Difesa, che ha convocato il capo di stato maggiore, generale Ehud Barak. Da parte sua, l'ex premier Yitzhak Shamir ha detto ieri che l'ondata di violenza è dovuta «alle chiacchiere di quanti in Israele continuano a parlare di futuri ritiri, dal Golan o da Gaza». «Gli arabi ci ascoltano - ha aggiunto Shamir - e ne deducono che per realizzare questi propositi non hanno che da continuare a uccidere ebrei». Gli incidenti, del resto, non sono stati circoscritti alla sola striscia di Gaza. A Gerusalemme Est, una giovane palestinese ha cercato senza successo - per la seconda volta in due anni-di accoltellare un agente di polizia. E nel campo profughi di Nur Shams, presso Tulkarem, un ragazzo arabo è stato ucciso dal fuoco di soldati, impegnati a disperdere violenti disordini. Di fronte alla progressiva degenerazione della situazione, i coloni avevano minacciato di rispondere col fuoco ad ogni lancio di pietre da parte di palestinesi che, a loro giudizio, mettesse a repentaglio la loro vita. Dalle prime informazioni giunte da Gaza ieri sera è apparso dunque che le intenzioni siano divenute realtà e che l'esercito israeliano si sia trovato del tutto impreparato di fronte a questo sviluppo. [a. b.J