Andreotti in cattedra per i «pukini» della dc di Flavia Amabile
Andreotti in cattedra per i «pukini» della dc Ha inaugurato un corso di formazione Andreotti in cattedra per i «pukini» della dc Primo consiglio: non drammatizzare «Ilfuturo sta dalla nostra parte» ROMA. Ore diciotto, lunedì: in casa de ogni quindici giorni è l'ora della lezione. Da ieri è partita una nuova iniziativa di piazza del Gesù: un corso di formazione per i suoi giovani. Il tema è, all'incirca, «tutto quello che avreste voluto sapere e non avete mai osato chiedere per diventare un vero democristiano», un distillato di preziose regole e principi che i vecchi politici dello scudocrociato espongono di fronte ad una platea formata da un centinaio scarso di giovani tesserati, tra cui spicca il volto incipriato dell'annunciatrice della Rai, Rosanna Vaudetti. Fra quindici giorni sarà il segretario Mino Martinazzbli a intrattenere i pulcini di piazza del Gesù, ma chi, se non Giulio Andreotti, poteva essere scelto per inaugurare il corso? Andreotti, dall'alto della sua ormai quasi cinquantennale esperienza e della sua «proverbiale saggezza», come qualcuno ha messo in evidenza proprio ieri sera, ha saputo, infatti, infondere una carica di razionale ottimismo nei suoi attenti discepoli. «Vedete», ha spiegato, mentre le penne scorrevano sulle agende regalate dalle Casse di risparmio locali per segnare le sue parole, «esiste un fenomeno fisiologico: in media ogni venti anni, possono essere dteiotto o ventidue, si verifica un periodo di crisi. Si crea un malcontento, un'esigenza di cambiare, dopodiché c'è qualcosa che riesce a far rigenerare la situazione. E' normale. Certo, ora c'è qualcosa in più, la fine del comunismo internazionale che produce un'ansia maggiore, ma non siamo che di fronte all'assestamento necessario dopo la guerra fredda e il crollo del Muro di Berlino». Primo insegnamento, dunque: non drammatizzare. Non molto convinto, un giovane de, Swatch al polso e gambe corte da campagna romana, si alza in piedi e: «Presidente non le sembra di essere un po' troppo ottimista?». «Sa, noi vecchi abbiamo la tendenza ad essere ottimisti perché ne abbiamo viste tante... Ma dobbiamo tener presente che veniamo da una realtà da Paese del Terzo Mondo. Ne siamo usciti fuori grazie a noi e sono convinto, dunque, che abbiamo ancora un grande ruolo da svolgere». Secondo insegnamento, dunque: il futuro è della de, anzi, della «nuova de» che deve avere come «punto centrale della sua piattaforma», la. famiglia. «I principi cristiani devono tornare ad essere il vero spartiacque tra noi e gli altri partiti». L'esempio di Andreotti è l'aborto: «Concettualmente non si può accettare la tesi che l'embrione sia un pezzetto di carne che appartiene alla madre. No, è un assassinio». Lo stesso no vale per «l'eutanasia, la fecondazione artificiale, la ricerca dell'uomo perfetto». I giovani de seguono con un timido sorriso il Maestro che parla di pillola e di contraccettivi, e, in fretta, passano ad altro. Mario Segni: «Siamo stati confusi nei suoi confronti - ammette Andreotti - prima lo si è considerato un pre-eretico e poi 10 si è candidato capolista a Milano. Io, comunque, sono per adottare la regola della Bibbia secondo cui non bisogna volere la morte del peccatore, ma che si converta e viva». Il nome della de: «Non sono entusiasta all'idea che potremmo essere confusi con i pentiti del comunismo». 11 provvedimento Conso: «Non è un colpo di spugna. E' giusto depenalizzare un contributo ad una forza politica se non c'è stata contropartita, se non c'è stato arricchimento personale». Flavia Amabile Giulio Andreotti
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