Due anni per falso a Ciarrapico

Due anni per falso a Ciarrapico Condannato (senza condizionale) per l'acquisto della Casina Valadier Due anni per falso a Ciarrapico Non va in carcere, in attesa del verdetto di Cassazione E a fine mese un altro processo: bancarotta fraudolenta ROMA DALLA REDAZIONE Due anni di carcere per Giuseppe Ciarrapico, ex «re delle acque minerali», «fedelissimo» di Giulio Andreotti, presidente della Roma calcio. La condanna di primo grado per il reato di falso in atto pubblico è arrivata ieri mattina, pronunciata dalla quarta sezione del tribunale di Roma. Ma per adesso Ciarrapico non andrà in galera. Anche se i giudici gli hanno negato la sospensione condizionale della pena, infatti, l'imputato resta a piede libero in attesa del verdetto d'appello e di quello finale della corte di Cassazione. La sentenza si riferisce alla retrodatazione dell'atto di acquisto della «Casina Valadier» - un ristorante che si trova al centro di villa Borghese - da parte di Ciarrapico, un falso commesso con la complicità di un notaio e della sua segretaria, condannati anche loro. Nell'aula di giustizia, ieri mattina, Ciarrapico non c'era. L'imprenditore è ricoverato nella clinica Quisisana dopo essere stato colto da malore domenica pomeriggio, allo Stadio Olimpico, mentre assisteva all'incontro di calcio tra la Roma e il Cagliari. E ieri mattina i suoi avvocati hanno tentato di giocare la carta del malore per far stralciare la posizione del loro assistito. Ma il pubblico ministero Leonardo Frisani, lo stesso che aveva chiesto e otte- nuto il rinvio a giudizio dell'imprenditore, non s'è arreso. Ha fatto istanza perché il tribunale disponesse una visita fiscale all'imputato, in modo da accertare se veramente Ciarrapico era impossibilitato ad assistere all'udienza. L'udienza è stata così sospesa per due ore, un'equipe di medici di fiducia del tribunale s'è recata alla clinica Quisisana ed è tornata con il responso: i problemi cardiocircolatori dell'imputato non ereno tali da impedire la sua presenza al dibattimento. Nel paziente - recita il referto dei medici legali - è stata riscontrata «la mancanza di condizioni di assoluta incapacità per assistere util¬ mente all'udienza». E così è ricominciato il processo, con l'interrogatorio dei coimputati di Ciarrapico: il notaio Michele Di Ciommo e la sua segretaria, Maria Rosaria Lazzari. Poi la requisitoria del pm e le arringhe della difesa, due ore di camera di consiglio e la sentenza. A Di Ciommo sono stati inflitti due anni di carcere, sei mesi alla signora Lazzari. E' stata assolta invece un'altra segretaria del notaio, Alessandra Scolesi. La vicenda per cui Ciarrapico è stato condannato risale all'ottobre 1990. In pratica i giudici hanno stabilito che al momento di comprare la «Casina Valdier» da Romeo Lancia, l'imprenditore vi¬ cino ad Andreotti retrodatò l'atto di acquisto per non far figurare fallito l'esercizio che stava comprando. L'acquisto infatti risale al 31 ottobre 1990, mentre sull'atto notarile c'è la data del 12 di quello stesso mese. Tra quelle due date, il 25 ottobre 1990, fu dichiarato il fallimento della «Casina». Gli imputati si sono difesi giustificando 1'«errore» con lo smarrimento della pratica di compravendita da parte della segretaria; il ritardo della registrazione sul libro notarile sarebbe dovuto solo a questo fatto. Ma i giudici non hanno creduto a questa versione. Le conseguenze della decisione di ieri si faranno sentire già nel prossimo processo fissato contro Ciarrapico, che comincerà davanti al tribunale di Roma il 24 marzo prossimo. Stavolta il reato è più grave, bancarotta fraudolenta. L'imprenditore sarà giudicato insieme al figlio Tullio e al notaio Di Ciommo per il fallimento della catena di bar e ristoranti che facevano capo alle società «Casina Valadier» e «Berardo». L'accusa parla di un crack da 80 miliardi. Per il presidente della Roma quella di ieri è la seconda condanna: più di un anno fa il tribunale di Milano gli ha inflitto una pena a 5 anni e mezzo di carcere nel processo per la bancarotta del vecchio Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Giuseppe Ciarrapico, condannato ieri a due anni di reclusione

Luoghi citati: Casina, Milano, Roma