«Il governo ha i giorni contati» di Maria Grazia Bruzzone

«Il governo ha i giorni contati» «Il governo ha i giorni contati» Ripa di Meana conferma le dimissioni L'ADDIO DEL MINISTRO ROMA «B^fl ON vedo come queH^l sto governo possa continuare. Ritengo che abbia i giorni contati. Lo dico come semplice cittadino, dal momento che non sono parlamentare e non sono più iscritto ad alcun partito». Carlo Ripa di Meana, il ministro dell'Ambiente che si è dimesso per il suo dissenso col governo sul decreto anti-Tangentopoli, risponde alle domande dei giornalisti in un'affollatissima conferenza stampa al ministero. E' il giorno dell'abbandono, ma è anche quello del gesto eroico e l'ex ministro sorride compito e quasi si commuove, ma trova anche accenti bellicosi. «Sapevo di entare in un governo esposto, in un momento delicato - premette cauto - credevo però nella possibilità, per questo governo, di sottrarsi alle regole della partitocrazia, viste le devastazioni prodotte. Il governo ha tentato qualcosa che non doveva tentare. Ha ferito il sentimento comune degli italiani». Ripa di Meana «apprezza molto e saluta la decisione del Presidente della Repubblica di non controfirmare la sanatoria sul finanziamento pubblico di partiti». E su Amato, suo amico da trent'anni, non esprime giudizi. Ma il suo verdetto sul governo Amato resta inappellabile. «Per governare, in particolare nei momenti di duri sacrifìci per tutti, bisogna avere autorità morale e disporre della fiducia delle persone, non solo di quella parlamentare. Dubito che oggi queste condizioni vi siano per il governo Amato. Dubito ugualmente che la stessa maggioranza partitica e parlamentare intenda ancora identificarsi compattamente con questo governo». Il suo futuro? L'ex ministro conferma il suo impegno nel movimento trasversale «Verso un'alleanza democratica» e fra i verdi. Vuole dedicare «ogni energia» alle prove referendarie che attendono il Paese. «La casta cor¬ rotta e inefficiente deve uscire di scena», dichiara battagliero. E i verdi e gli ambientalisti, Francesco Rutelli, Realacci della Lega Ambiente, Gianfranco Bologna del Wwf, sono lì ad applaudire, a lodare la coerenza, a rimpiangere, anche, il ministro che abbandona. «Lascio con terribile amarezza perché l'Italia è largamente indifesa - continua Ripa - perché i cementificatori, contendono palmo a palmo il territorio, le risorse e l'integrità del nostro Paese. Vi invito a riflettere su cosa l'Anas ha compiuto in questi ultimi 15 anni». La stanza è fitta di cronisti e cameramen. Ci sono anche molti stranieri. Perfino la Bbc. Una giornalista tedesca chiede come si può uscire da Tangentopoli. «Si può uscire con la riconciliazione tra i cittadini e le loro istituzioni. Abbiamo bisogno di fidarci dei nostri rappresentanti, di essere rispettati da loro. Nessun virtuosismo giuridico è in grado di appagare il senso di risarcimento e di giustizia richiesto da tutti. Si deve procedere secondo la Costituzione e secondo le leggi vigenti. Ma prima di tutto, appena fatta la riforma elettorale, si deve andare alle urne». Eppure qualche dubbio che il suo sacrificio, dopo la mancata firma sul decreto fatale, sia stato inutile, alla fine resta. «Se i risultati sono positivi, vanno benissimo anche i sacrifici». E se Scalfaro le chiedesse di rimanere? «Ascolterei la parola del Presidente e mi prenderei qualche ora per riflettere». Maria Grazia Bruzzone Carlo Ripa di Meana

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