Fuori dallo Sme non dall'Europa

Fuori dallo Sme non dall'Europa I NOSTRI SOLDI Fuori dallo Sme non dall'Europa BBIAMO avuto nel .settembre scorso la svalutazione "ufficiale" della lira, cui è seguita la svalutazione "di fatto" e l'uscita dalla nostra moneta dal Sistema monetario europeo. Alla vigilia di Natale abbiamo letto e sentito le previsioni di numerose autorità, anche queste ufficiali e di fatto (nel senso di persone autorevoli), secondo le quali la lira sarebbe rientrata nello Sme entro l'anno (il 1992, ovviamente). Illusione, che doveva durare poco più dello spazio d'un mattino, e il rientro è stato rinviato a tempi migliori. Intanto il ballo della lira continua. Mentre scrivo (è il 20 febbraio), occorrono quasi 1568 lire per comprare un dollaro, più di 957 per un marco tedesco, di 1864 per un ecu e di 1040 per un franco svizzero. Non sarebbe il caso di prendere qualche decisione, prima di rotolar fuori anche dall'Europa?». Il lettore Marcello Bogliolo, di Savona, mi sembra troppo pessimista: da una parte scrive, e giustamente, «ballo della lira», ma, dall'altra parte, attribuisce alle quotazioni della nostra moneta un potere di «trascinamento», anzi, di «rotolamento», a dir poco, esagerato. In pratica, proprio di un ballo si tratta, come si addice a una moneta (lo voglia o no) che ha abbandonato il sistema nel quale era, in un certo senso, riparata, per fluttuare sulle onde, in balia dei venti. In questo caso, i venti sono le notizie, con i loro effetti, positivi o negativi. E in queste settimane ve ne sono state parecchie in grado d'influire sulle quotazioni: buone notizie dagli Stati Uniti, dove l'economia ha ripreso a «girare» e la disoccupazione è scesa al 7 per cento, con conseguente ascesa del dollaro nei confronti di tutte le altre valute, non solo della lira, alla quale ha giovato, invece, il nuovo, sia pur lieve, ribasso del costo del denaro in Germania. Ma sono venute, per quanto la riguardano più direttamente, d'Oltreatlantico anche le nuove classificazioni dell'Italia da parte delle agenzie di valutazione americane che hanno fatto lo «sgambetto» alla lira, esposta, com'è già, a tante tempeste. Tuttavia, che si tratti di oscillazioni, certo non trascurabili, ma da conside rare per quanto possano du rare e contare, lo prova il fatto che da venerdì 19 febbraio a venerdì 5 marzo, il cambio delle quattro valute indicato dal lettore di Savo na è sceso complessivamen te da 5429,15 a 5387,59 lire, con una flessione dello 0,76%, non trascurabile in 15 giorni. Oltre alle quotazioni, però, occorre tener d'occhio tutto il panorama internazionale, sul quale non mancano accenni di miglioramento. Quanto alla nostra moneta, chi specula sul suo ribasso, è giusto che sconti, con questi continui stress, i guadagni finora conseguiti. Per l'Italia, infine, le «decisioni da prendere» per non rotolare fuori dall'Europa, sono tutte politiche. Il futuro dell'Ecu «Quale relazione esiste tra Ecu e Sme? Cosa accadrebbe all'Ecu qualora lo Sme dovesse saltare o quanto meno si dovesse limitare a due o tre monete forti? In tal caso, i Cte sarebbero in pericolo?», domanda il lettore Mario Bossola, di Torino. Una relazione, e stretta, esiste in quanto l'Ecu (European currency unit, unità monetaria europea, che, come tale, si può scrivere anche con l'iniziale minuscola), nacque nel 1979, contemporaneamente all'entrata in vigore dello Sme (Sistema monetario europeo), allo scopo di agganciare le monete dei Paesi facenti parte dello Sme in un sistema di cambi «quasi-fissi» tra loro e con l'ecu, il quale dovrebbe diventare, in un futuro sempre più vicino (e che, però, sembra allontanarsi come un miraggio nel deserto), la moneta europoea unica e comune. Nell'ecu le monete hanno un «peso percentuale», proporzionato al prodotto interno lordo e al valore degli scambi commerciali intra-comunitari del Paese rispettivo, ma il cui cambio varia, ovviamente, con l'ecu, con il variare dei rapporti di cambio d'ogni moneta con le altre. Non si vedono le ragioni per cui lo Sme e l'ecu possano «saltare», non più di quanto possa «saltare» la Comunità economica europea che è alla base dell'uno e dell'altra. Tuttavia, ragionando per assurdo, ritengo che i Cte possano, al massimo, correre il «pericolo» di diventare normali Cct, di un valore pari all'ultimo cambio lira-ecu. Nel frattempo (si fa per dire), chi ha acquistato ecu (come ritengo abbia fatto il nostro lettore) può sorridere sulle sventure della lira, in quanto, alla scadenza delle cedole dei Cte, l'interesse risulterà rivalutato. Esempio: l'8% di 1548 lire (cambio precedente la svalutazione «ufficiale» di settembre) era pari a 123,8 lire; 8% di 1847 lire (cambio non ufficiale del 5 marzo) è pari a 147,7 lire. Mario Salvatorelli Bili |

Persone citate: Marcello Bogliolo, Mario Bossola, Mario Salvatorelli Bili, Savo

Luoghi citati: Europa, Germania, Italia, Savona, Stati Uniti, Torino