«Le mie signore al corteo? No non andrebbero mai»

10. signore al corteo? andrebbero mai» FRANCA FRANCA Valeri guarda il corteo dell'8 marzo. Che cosa vede? «Toh, quante donne». Questo è il titolo del suo ultimo libro. Autocitazioni a parte? «Immagino un sacco di facce, anonime. La caratteristica del corteo è che pareggia tutte le erbe: sembra che si assomiglino tutti, forse per via di quella finta fratellanza che spinge la gente a camminare insieme». Pare di capire che lei non ci vada. «Non ho mai partecipato a una manifestazione e non parteciperò mai. Non è una forma di vigliaccheria, è che non credo nell'incanalamento. Se l'8 marzo è una festa, perché cammminare in mezzo alle strade, creare ingorghi, ritardi, complicare la vita agli altri? Una festa la si può passare in tanti altri modi, anche stando a casa a pensare. Trovo che la manifestazione di piazza non sia un bel modo di festeggiare. Comunque non ho nulla contro le donne che vanno al corteo, magari saranno allegre, piene di mimose. Mi auguro che ce ne sia anche qualcuna che si veste bene». Di solito le donne sono malvestite? «Trovo che in media oggi si vestano male. Poi per andare in piazza si sceglie sempre il pantalonaccio, si mettono le scarpacce, perché ai cortei ci si sporca e fa freddo. Invece sarebbe bello un corteo molto estetico, con donne eleganti: giovani, vecchie, bambine compiaciute di comparire. Ho paura che non sarà così. Sarà una cosa anonima anche nel vestire, e senza volto perché il bagno di folla cancella la personalità». Qualcuno dei suoi personaggi andrebbe al corteo? «Nessuno, nessuna delle mie donne lo farebbe. Forse la signora Cicconi organizzerebbe un pranzo per le amiche, e inviterebbe anche sua zia. Credo che farebbe un pranzo anche la manicure. La manicure poi ha di sicuro un uomo che le regala le mimose. Gli uomini ormai hanno parte attiva nella festa della donna, la guardano con compiacimento. Sono finiti quei tempi eccessivi sui quali si è anche scherzato, in cui l'uomo era un nemico. Le mimose gli uomini oggi le regalano anche se non richieste, per carineria». A lei le hanno regalate? «Forse qualcuno lo farà, e io ringrazierò del pensiero. Ho un bellissimo albero di mimose sul terrazzo, regalo di un amico. Ma non per T'8 marzo. 8 marzo o 29 dicembre per me sono la stessa cosa. Credo che il bisogno di individuare una data, come il Natale, la festa della mamma o del papà, sia tipico della massa che consuma». Come dire che i'8 marzo non ha senso alcuno? «Ha avuto senso eccome, ma quando la battaglia delle donne era cruciale. Oggi non mi sem¬ bra ci sia più un confine di ruolo maschio-femmina da superare. Oggi le difficoltà delle donne sono problemi umani, nel senso che la donna condivide una realtà molto dura con il suo amico uomo». C'è chi vorrebbe la legge sull'aborto più restrittiva, e quella legge era stata una conquista. Non le sembra cruciale? «Io non credo che il diritto di abortire sia davvero messo in forse. L'opinione della Chiesa non può uscire dal punto di vista della religione: non possiamo pretendere che il Papa non bandisca crociate. E può anche darsi che alcune donne le condividano. Ma mi sembra che le donne italiane abbiano dimostrato di sapersi attenere e saper difendere le loro opinioni». Niente corteo, niente pranzo unificante. Che fa Franca Valeri l'8 marzo? «Lavoro come sempre. Ho molte cose da fare e Aroldo da portare a far pipì. Un cane maschio, e ha una faccia straordinaria». Eva Ferrerò Per l'attrice i temi cruciali del femminismo sono risolti Franca Valeri A sinistra con il cappellino della signora Cicconi

Persone citate: Cicconi, Franca Valeri