La ricca Svizzera si affida alla roulette

La ricca Svizzera si affida alla roulette BERNA E' stata sepolta invece da una valanga di «no» l'iniziativa degli animalisti contro la vivisezione La ricca Svizzera si affida alla roulette Passa il referendum mi casinò, sì anche all'aumento della benzina ZURIGO. Sì del popolo svizzero ai casinò. I cittadini rossocrociati non dovranno dunque più espatriare per raggiungere le case da gioco italiane, austriache o francesi. Sì del popolo svizzero all'aumento del prezzo della benzina, nella misura di 20 centesimi al litro, così come aveva proposto il governo di Berna per risanare i conti dello Stato elvetico e per dare il via ad un piano che prevede la realizzazione di una nuova rete stradale. No, infine, all'iniziativa popolare per vietare gli esperimenti sugli animali. Questi in rapida sintesi i risultati dei referendum popolari che in questo ultimo weekend ha visto gli svizzeri andare alle urne per pronunciarsi su tre quesiti, due dei quali, considerati i risultati, potranno avere riflessi non trascurabili anche per gli italiani. Due sì e un no abbastanza convinti, così come era nelle previsioni, anche se la risposta affermativa sulla benzina è risultata la più incerta e non ha registrato la totalità dei cantoni. Cinque no, infatti, sono venuti dai cantoni latini, come il Ticino e il Vallese, cioè quelli che attraggono i «pendolari della super», italiani che dopo anni di «pieno» a buon mercato ora dovranno cambiare le loro abitudini. Dalla mezzanotte scorsa il prezzo della benzina super è aumentato di 220 lire al litro. Ora la «forbice» fra i due prezzi è stretta: una differenza poco superiore alle 200 lire al litro. Hanno votato poco più del 50 per cento degli aventi diritto: una percentuale abituale per la Confederazione elvetica. Il 72 per cento dei votanti ha risposto sì alla proposta di abrogazione del divieto delle case da gioco. Poco meno del 55 per cento gli svizzeri che hanno risposto in modo affermativo alla proposta di aumentare i dazi sui carburanti. Sepolta da una valanga di no l'iniziativa popolare per vietare gli esperimenti sugli animali. Insomma, da Ginevra al Ticino, tanta voglia di casinò. Dodici le case da gioco che potranno aprire. Le città che si sono proposte però sono venti. Tra alcune la scelta sembra essere relativamente semplice. Tra Vanden e Zurigo, ad esempio, quasi sicuramente sarà scelta la prima città. Sembra invece preannunciarsi battaglia negli altri cantoni. Per il Ticino la lotta è tra Lugano e Locamo, mentre nel canton Berna sono in ballottaggio, oltre la capitale, cioè Berna, anche Thun ed Interlaken. Le altre città svizzere che hanno chiesto di aprire una casa da gioco sono Lucerna, Brunnen, Engelberg, St. Moritz, Davos, Bad, Ragaz, Arosa, Ginevra, Montreux, Losanna e Crans. Il ricorso al referendum po¬ polare per abrogare il divieto delle case da gioco si è reso indispensabile in quanto era necessario modificare la Costituzione svizzera e dunque l'ultima parola toccava al popolo. La riapertura delle case da gioco, proibite dal 1928, e l'aumento dei carburanti dovrebbero portare allo Stato elvetico 1500 miliardi di lire l'anno che andranno in parte al finanziamento delle strade e in parte alla pensione di anzianità. Nessuna reazione, almeno per ora, da parte dei responsabili dei casinò di Campione d'Italia e di Saint-Vincent; forte preoccupazione invece tra i numerosissimi frontalieri occupati nelle pompe di benzina e nei negozietti svizzeri di confine. La scomparsa dei «pendolari della super» è destinata ad incidere in modo incisivo sui livelli occupazionali dei cantoni a ridosso delle frontiere. [m. m.j

Persone citate: Berna, Engelberg, Thun, Vallese

Luoghi citati: Berna, Ginevra, Italia, Lugano, Saint-vincent