Catania, manette a un agente di F. Alb.
Catania, manette a un agente La moglie della vìttima ha raccontato particolari che lo inchiodano Catania, manette a un agente Avrebbe partecipato all'omicidio di un metronotte CATANIA. Sono stati i suoi ex compagni di lavoro a serrargli ai polsi le manette, l'altra sera, alla fine del suo turno. Giuseppe D'Acquino, 39 anni, poliziotto da sei mesi in servizio alla questura di Reggio Calabria, sarebbe fra i responsabili di un omicidio avvenuto la scorsa estate nel Catenese. E' stato arrestato con la pesante accusa di «concorso in omicidio», dopo sette mesi di indagini condotte da quello che sino a poche settimane fa era il suo dirigente, il capo della «mobile» di Catania, Vincenzo Speranza. Ad inchiodarlo, ci sarebbero le dichiarazioni della moglie della vittima ed i risultati di un «tampon kit» che era stato ordinato sulle sue mani, poche ore dopo quel delitto. La moglie di Agatino Leotta, un metronotte di 39 anni ucciso nella sua auto il 7 luglio dello scorso anno, poche ore dopo la scoperta del cadavere aveva fatto agli investigatori il nome di D'Acquino insieme a quello di un altro poliziotto. La donna aveva spiegato che il marito era spesso in compagnia dei due, perché aveva con loro non meglio precisati rapporti di affari. I magistrati della procura di Catania avrebbero ricostruito un quadro ben preciso, dietro il quale ci sarebbero dròga ed una serie di misteriose rapine subite dalla guardia giurata nei mesi precedenti alla sua uccisione. Le responsabilità del poliziotto, a quanto pare, sono dettagliate. Sarebbe stato lui, con un complice, ad uccidere Leotta, trovato all'interno della sua auto abbandonata su una piazzola dell'autostrada Messina-Catania. Adesso si cerca l'altro complice di D'Acquino; si tratterebbe di un ex poliziotto. [f. alb.]
Persone citate: Agatino Leotta, D'acquino, Giuseppe D'acquino, Leotta, Vincenzo Speranza
Luoghi citati: Catania, Messina, Reggio Calabria
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