Il «Signor G» vuole parlare
Il «Signor G» vuole parlare Il «Signor G» vuole parlare Fu fermato in autostrada con un miliardo nella valigia MILANO. «E' pronto a rispondere alle domande dei magistrati»: gli avvocati Gilberto Lozzi e Roberto Fanali hanno appena visto il loro assistito. Quel Primo Greganti, ex funzionario del partito comunista, che, arrestato lunedì scorso, si era avvalso della facoltà di non rispondere. E su cui, nel frattempo, sono comparse diverse notizie: dal conto «Gabbietta» all'episodio, anticipato da un settimanale, che lo lega al trasporto di soldi per il partito. Adesso invece ha deciso che parlerà: già domani i suoi legali prenderanno accordi con la procura per fissare un interrogatorio «appena possibile, speriamo i primi giorni della settimana». Ciò di cui si parlerà all'interrogatorio ncn riguarda invece i suoi rapporti con Renato Pollini, ex segretario amministrativo del pei, e la società Sofìcom di cui Greganti è stato per due anni (sostituendo lo stesso Pollini) amministratore: «Sono argomenti che non fanno parte del processo», spiegano i legali. Nelle carte dell'inchiesta potrebbe invece essere confluita la relazione della Guardia di Finanza su un episodio che sarebbe avvenuto nell'89. Questo almeno secondo quanto sostiene il settimanale L'Espresso che così ricostruisce i fatti: nel giugno di quell'anno, a un posto di blocco sull'Autostrada del Sole, viene fernata un'auto. A bordo ci sono Greganti e un vigile urbano di Torino, con sé hanno una valigetta che contiene un miliardo in contanti. Ai finanzieri spiegano che sono soldi per il partito: vengono portati in caserma per accertamenti e Greganti - secondo il settimanale - fornisce un numero del pei a Roma. Una telefonata permette l'immediato chiarimento e il rilascio di Greganti e del vigile «con tante scuse».
Persone citate: Gilberto Lozzi, Greganti, Pollini, Primo Greganti, Renato Pollini, Roberto Fanali
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