«lo non restituirò i soldi » di Ugo Bertone

lo non restituirò i soldi lo non restituirò i soldi » Mongini: una norma assurda Più difficoltà per i giudici MILANO. «Eh no, così mi sembra una stupidaggine». Quindi, Mongini, lei i soldi, il maltolto prelevato per il partito, non li vuol proprio restituire? «Mi sembra strano che debba esser io a restituire i soldi. Io ho dimostrato che non li ho tenuti per me, che li ho girati al partito. E adesso dovrei pagare io? No, non esiste. Ma credo che il decreto, alla fine, sarà più preciso». No, non si tira indietro nemmeno questa volta, di fronte ai decreti del governo, l'imputato più estroverso di Tangentopoli: Roberto Mongini, avvocato, ex vicepresidente della Sea, ex democristiano, diciassette giorni a San Vittore. Cosa cambia per uno come lei, in attesa di giudizio, dopo i decreti? Innanzitutto, quanto dovrebbe restituire? «A me sono imputate mazzette per novecento milioni». Moltiplicato tre, come prevede il decreto, fa una bella cifra: due miliardi e settecento mihoni... «Già, ma li devo pagare io o chi li ha presi da me? E i problemi si complicano per r partiti. Se la de deve restituire tutto quello che ha incassato la segreteria aniministrativa, moltipllcato tre, chissà dove va a finire. Ma anche qui c'è molto da capire. Si paga solo su quanto deriva da concussione e corruzione? O su tutti i finanziamenti irregolari. Insomma, per ora mi sembra solo un gran casino». Mongini, proprio non la convince la depenalizzazione del finanziamento pubblico... «Ma no. Qualcosa andava fatto. E' che non si può dare un giudizio adesso. Mancano troppi particolari, decisivi. Certo, c'è il sospetto che qualcuno pensi solo ad un inghippo per salvare una cinquantina di deputati. Ma mi auguro che non sia così, per il bene dei partiti». I commenti raccolti in giro non sono benevoli... «Ma l'opinione pubblica è contraria per principio. La gente vuole punizioni, e basta. Ma di fronte ad un sistema in fallimento ci vuole il coraggio di decisioni impopolari. Altrimenti si va a picco», n sistema si moralizza così, con queste leggi? «Se non cambia la forma partito no. Non si può mantenere con i versamenti volontari una struttura come la de, con 400 impiegati a Roma e qualche migliaio in periferia. O si taglia o si raccontano favole». C'è chi pensa che l'inchiesta sia agli sgoccioli, si sia scoperto tutto... «Macché, c'è ancora molto da vedere. Guardi che fino all'estate i magistrati si sono occupati di roba da poco, di periferia. E' solo da qualche mese che fanno le cose in grande. E ci sono in giro molti impuniti, assai più dei puniti». Ma l'iniziativa del governo cosa cambia? «Tante cose. Innanzitutto c'è il problema della carcerazione preventiva. Inutile prenderci in giro: con semplici avvisi di garanzia agli inquisiti non si facevano tanti passi in avanti». E adesso? <(Adesso credo proprio che qualcosa debba cambiare, nella strategia dell'inchiesta. Sarà meno facile fermare la gente, metterla di fronte a certe responsabilità. Anche perché i giudici hanno puntato troppo sul finanziamento illecito...». Cioè? «Ma sì, loro hanno spinto su questo reato e adesso rischiano grosso. Vuole un esempio?». Parli pure Mongini... «Vede, un imprenditore può sostenere di aver dato i quattrini non per avere un appalto a certe condizioni, ma per finanziare un partito. Per rafforzare i suoi amici, insomma. E il funzionario di partito è lì a confermare. Andatela a provare la corruzione, la concussione... Tutti quanti hanno collaborato al finanziamento del partito, in forma illecita, naturalmente». E lei? Cosa cambia per lei? «Io non cambio linea. Ho sempre ammesso il finanziamento irregolare. Ho sempre contestato il concorso in corruzione». Non a caso è avvocato, Mongini. Per i politici, comunque, resta la sospensione dalle cariche? «Già, ma se non si sospendono loro li mandano a casa gli elettori. Per gli imprenditori, in pratica, c'è solo la sospensione della firma. Ma è già qualcosa. Ma c'è una curiosità che devo soddisfare, sui politici». Quale? «Sui giornali leggo di sospensione dalle cariche in Comune, in Regione, nella pubblica amministrazione. Non si parla del Parlamento, però. Mi auguro che non si preparino a mandare a Montecitorio quelli del finanziamento illecito». Sembra un po' grossa... «Già, e spero proprio che non sia così. Ma la tentazione di limitarsi a una grande sanatoria generale, tanto per salvar qualcuno, c'è». Ugo Bertone

Persone citate: Mongini, Roberto Mongini

Luoghi citati: Milano, Roma