Né mamma né papà Sto col cane di Furio Colombo

Né mamma LA STORIA Né mamma né papà Sto col cane NNEW YORK ELL'AULA 3G della Corte Suprema di Manhattan il banco del giudice è così alto che B.J. e Charlie quasi non possono vedere il giudice David Saxe, benché il giudice sia un uomo imponente, con folti capelli grigi e il mantello nero. B.J. Bricker è un bambino di 5 anni. Charlie è il suo cane, un cucciolo di lupo di 4 mesi. O almeno era il suo cane fino alla sentenza di divorzio che ha chiuso il caso «Bricker contro Bricker». Le parti, come di consueto, avevano ascoltato in piedi. Da un lato William Bricker, avvocato e padre di B.J., dall'altro la madre, la psichiatra Lessie Powers. Il giudice aveva accettato la richiesta di divorzio presentata da William Bricker. E aveva deciso: il piccolo B.J. sarà affidato al padre, che è «parte offesa» (è stato abbandonato dalla ex moglie). Il cane Charlie sarà affidato alla madre di B.J. «Posso parlare, vostro onore?», ha chiesto il piccolo B.J. Il giudice sporgendosi dal banco gli ha fatto segno di accostarsi dal lato dei testimoni: «Okay, ti ascolto». B.J. è salito sulla pedana e Charlie (che era stato portato in aula perché parte della divisione matrimoniale) è saltato accanto al bambino, accucciandosi. «Io non posso andare con mio padre, signor giudice», ha detto con voce chiara il bambino. La questione era allo stesso tempo irregolare (il giudice aveva già emesso la sentenza) e importante. Il giudice ha fatto cenno alle parti e agli avvocati di restare in aula e di sedersi. Nel silenzio il bambino ha detto: «Io non posso vivere senza Charlie». Il bambino e il cucciolo guardavano verso il giudice. La ex signora Bricker ha chiesto di parlare. «Vostro onore, io ho accettato di prendermi Charlie solo perché il mio ex marito non lo tollera e non 10 vuole in casa. Una volta ha tirato 11 guinzaglio cercando di impiccarlo. Ma io dò volentieri Charlie a B.J. E' vero, è il suo cane». Il giudice Saxe ha chiesto spiegazioni all'avvocato Bricker. «Vostro onore, Charlie è un pericolo pubblico, mangia tappeti e divani, è un cane sporco, abbaia, morde». Il giudice guardava ora Bricker padre ora Bricker figlio. Saxe non è tipo da portare le cose per le lunghe. Ha chiesto al cancelliere l'albo dei consulenti. Alla voce «perizie sugli animali» ha scelto un famoso allenatore di cani, Paul Loeb, e ha ordinato che venisse portato subito in aula. La sua idea era di fare una perizia su Charlie. Ha chiesto che Charlie fosse trattenuto in tribunale e ha rinviato l'udienza al pomeriggio. «Vostro onore - ha dichiarato l'esperto dopo avere "visitato" Charlie -, questo cane è molto dolce, è davvero affezionato al bambino, capisce i comandi, ubbidisce, e non è un pericolo per nessuno». Il giudice Saxe si è tolto gli occhiali e ha chiesto all'avvocato Bricker: «Allora?». «Allora non voglio quella bestiaccia». Il giudice si è voltato verso il bambino. «Signor Bricker, questa corte annulla la precedente decisione e stabilisce che lei perde anche B.J. Questa corte ritiene che cane e bambino debbano restare insieme. Poiché Charlie è stato già affidato alla ex signora Bricker, anche B.J. andrà con lei». Il giudice ha battuto il martello. Ha detto, cercando di farsi sentire sopra l'urlo di festa del bambino e del cane, la frase rituale: «L'udienza è chiusa». Furio Colombo

Persone citate: David Saxe, Paul Loeb, William Bricker

Luoghi citati: Manhattan