La doppia anima di Malcolm

La doppia anima di Malcolm La doppia anima di Malcolm Prima parte piena d'energia poi Spike Lee diventa pesante DENZEL Washington, appena premiato al FilmFest di Berlino come migliore attore e candidato all'Oscar, recita con efficacia ammirevole il leader nero politico e religioso che negli Anni Sessanta venne considerato, in contrapposizione al non-violento Martin Luther King, predicatore di violenza e del diritto dei neri all'autodifesa «con ogni mezzo necessario», e che morì ammazzato a trentanove anni il 21 febbraio 1965 a colpi di pistola all'Audubon Ballroom di New York, senza che si sia mai saputo se i mandanti della sua uccisione fossero stati i musulmani neri, i servizi segreti americani o altri. «X» è il cognome assunto dai Black Muslims, i musulmani neri, per simboleggiare l'ignoranza del loro vero cognome africano; El-Hadji Malik El-Shabbazz fu l'ultimo suo nome musulmano; all'anagrafe era Malcolm Little, nato nel 1925 a Omaha, Nebraska, figlio d'un pastore protestante morto nel 1931 e d'una madre ammalatasi di mente. Il film che ne rievoca l'esistenza, lungo tre ore e venti minuti, costato trentaquattro milioni di dollari, è in realtà due film. Il primo entusiasmante, il secondo pesante. Il primo, esemplare della bravura innovativa e anticonformista di Spike Lee; il secondo più convenzionale, più simile a tante agiografie d'eroi positivi hollywoodiane o sovietiche, pedagogiche ed epiche. Il primo film è la storia, dagli anni della seconda guerra mondiale, d'un ragazzo nero bello e cattivo, elegante e delinquente: il ricordo delle persecuzioni razziste subite nella casa del padre; i capelli crespi stirati e tinti di rosso (dal barbiere e amico Spike Lee); gli abiti colorati e vistosi del ruffiano; l'allegria della giovinezza, le serate a ballare (numeri di boogie-woogie strepitosi, filmati meravigliosamente); l'amante bianca; la malavita a New York, scommesse clandestine, cocaina, truffa, rapine nelle case dei ricchi, fino all'arresto, alla prigione. Tutto bellissimo, pieno d'energia e d'invenzione visuale. Poi c'è il secondo film. Con la conversione in carcere alla dottrina islamica, la devozione e più tardi il conflitto col Maestro e con il gruppo Nation of Islam, l'attenzione persecutoria della Cia, la crescita come predicatore religioso e leader politico, tutto diventa nobile e faticoso, reverente, reticente, apologetico. Grandi scene, però: Malcolm X che guida con un dito il suo piccolo esercito musulmano disciplinato e allarmante; la bellissima sequenza dell'attentato, con la tristezza della premonizione di morte, la solitudine, i segni di fine, il caos della sparatoria. Immagini in bianco e nero della cronaca reale arricchiscono e collocano socialmente la vicenda: Malcolm X, ma anche l'uccisione di Martin Luther King, Angela Davis, gli atleti neri col pugno chiuso levato in alto sul podio delle Olimpiadi, Soweto, il nostro presente. Mezzo bello e mezzo no, è un film importante [1.U MALCOLM X di Spike Lee con Denzel Washington Spike Lee, Al Freeman jr. Albert Hall, Delroy Lindo Angela Bassett Biografico. Usa 1992 Cinema Ideal di Torino Excelslor, Fiamma 1 Greenwlch 2, Gregory di Roma

Luoghi citati: Berlino, Nebraska, New York, Roma, Torino