L'Aids ha ucciso Collare di Lietta Tornabuoni

Regista, 35 anni Regista, 35 anni L'Aids ha ucciso Collare! E } MORTO di Aids ieri a Versailles Cyril Collard, scrittore e regista parigino, autore del film-scandalo «Les nuits fauves» (Notti selvagge) presentato al festival Cinema Giovani di Torino come al FilmFest di Berlino e candidato ai Césars, gli imminenti Oscar francesi. Aveva trentacinque anni. «Sono vivo. Forse morirò di Aids, ma ora sono dentro la vita», suona la battuta conclusiva di quel suo primo e unico film, di cui è pure protagonista. La storia autobiografica, tratta da un omonimo romanzo di Collard pubblicato da Flammarion nel 1988, ambientata nel 1986 quando dell'Aids si sapeva meno, racconta d'un trentenne parigino bisessuale che senza avvertire d'essere sieropositivo fa l'amore con una ragazza diciassettenne, con un ragazzo giocatore di rugby, con molti giovani prostituti; che è spinto dal rischio della malattia a vivere con un'intensità vorace, furente, mentre i suoi due amanti, rivali fra loro, anche quando sanno del pericolo rifiutano nella passione ogni precauzione; che approda dopo conflitti drammatici a una sorta di pacificazione: «Sono vivo...». In Francia, com'era forse inevitabile, la polemica si sfrenò sul dilemma «E' accettabile un film in cui un sieropositivo non dice d'esserlo ai propri partner?»; le critiche si concentrarono sulla retorica dell'idea centrale (febbre di vivere nel timore di morire), sull'irresponsabilità d'attribuire una carica romantica a una pessima azione. Polemiche e critiche non bastarono a vanificare le caratteristiche originali del film, energia, vitalità e trivialità, assenza di giudizi morali, descrizione d'una Parigi notturna nera e corrotta, capacità violenta d'inquietare, di infastidire. Alto, bruno, non bello, non elegante, Cyril Collard era nato a Parigi nel 1957. Dopo studi di matematica e fisica, era stato musicista rock (autore di parole e musica e interprete dei suoi pezzi), assistente del regista Maurice Pialat, autore di reportage* televisivi e di video musicali. Nel 1987 era uscito il primo romanzo , «L'amour condamné» (L'amore condannato), seguito da «Les nuits fauves»: «Capisco di poter sembrare eclettico, eterogeneo», diceva agli intervistatori dei Cahiers du Cinema. «In realtà sono affamato. Malato di bulimia. Prendo tutto dappertutto, cerco quel che mi dà emozione dove lo trovo. Soffrirò magari di megalomania, di narcisismo...». De «Les nuits fauves», Collard è stato soggettista, musicista, cantante, regista e anche protagonista, dopo aver chiesto invano d'interpretare il film a diversi attori francesi (Jean-Hugues Anglade, Patrick Bruel, Hippolyte Girardot), allarmati dal tema e dalla sieropositività: «Alla fine, ho deciso di farlo io. In fondo, il mio libro è scritto in prima persona». La mescolanza tra esistenza e rappresentazione, tra la sua vita e i suoi libri e il suo film, pareva a Cyril Collard del tutto naturale: «E' un modo di resistere, di lottare, di utilizzare l'esperienza. Se penso a me stesso qualche anno fa, certo avrei preferito non prendermi questa porca malattia. Ma oggi mi sembra, umanamente, di stare meglio. Ho l'impressione che i miei rapporti con gli altri, col mondo, siano migliori. Forse sono storie che mi racconto per confortarmi. E' molto difficile distinguere quanto davvero deriva da questa minaccia di morte, e quanto invece t'inventi per convincerti che non tutto è orribile». Lietta Tornabuoni

Persone citate: Collard, Cyril Collard, Flammarion, Hippolyte Girardot, Hugues Anglade, Maurice Pialat, Patrick Bruel

Luoghi citati: Berlino, Francia, Parigi, Torino