A New York caccia allo sceicco cieco di Franco Pantarelli

Secondo arresto ma il capo spirituale degli integralisti musulmani è scomparso da Brooklyn j Secondo arresto ma il capo spirituale degli integralisti musulmani è scomparso da Brooklyn A New York coccia allo sceicco cieco Le indagini sono ormai puntate solo sulla pista islamica Tuttavia il presidente Clinton invita «ad usare cautela» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO I responsabili delle indagini sull'attentato alle «torri gemelle» di New York hanno finito di «battere tutte le piste possibili». Ora i loro sforzi sono concentrati sul gruppo che fa capo allo sceicco Omar Abdel Rahman, 54 anni, cieco, a suo tempo processato e assolto per l'assassinio del presidente egiziano Anwar Sadat. Ieri, dopo Mohamed Salameh, che era stato bloccato giovedì, è stato effettuato un altro arresto. Dell'uomo .si conosce soltanto il nome: Ibrahim Elgabrowny, anche lui integralista islamico. Lo sceicco è scomparso, ma ieri un esponente della comunità islamica ha detto di avere ricevuto una sua telefonata da Detroit in cui dice che con l'attentato non c'entra nulla e che un atto di violenza come quello «non può essere stato commesso da un vero musulmano». La svolta repentina che le indagini hanno subito grazie agli arresti ha fatto sensazione, ma ha suscitato anche qualche perplessità, tanto che il presidente Bill Clinton ieri ha sentito il bisogno di esortare a «non trarre conclusioni affrettate». Com'è avvenuto, infatti, l'arresto di Salameh? «O è votato al martirio, o è il terrorista più stupido del mondo», ha detto a un giornale uno dei tanti investigatori che parlano a patto di non essere nominati, e quella frase sintetizza con efficacia la ricostruzione del meccanismo che ha portato Salameh in prigione. La sua ingenuità, infatti, appare colossale. Il furgoncino a bordo del quale secondo gli investigatori è esplosa la dinamite, lui lo aveva regolarmente noleggiato tre giorni prima, mostrando la sua patente vera e. fornendo il suo indirizzo effettivo, oltre tutto a due passi dall'agenzia in cui il noleggio è astenuto, a Jersey City* Poi, a un paio d'ore dall'esplosione, era tornato nell'agenzia dicendo che il furgoncino gli era stato rubato la sera prima e chie- dendo il rimborso di 400 dollari che aveva lasciato in deposito. «Mi serve la copia della denuncia del furto», gli aveva detto il titolare dell'agenzia, l'italoamericano Paul Mascitelli, e lui si era tranquillamente assoggettato a quell'esigenza burocratica ed era andato a presentare la denuncia, anche se non era stato in grado di dire agli agenti il numero di targa. A incombenza compiuta, era tornato a reclamare i suoi soldi e, seppure un po' seccato, aveva accettato il «le telefoneremo» con cui l'agenzia lo aveva nuovamente liquidato. Quella telefonata gli è poi arrivata giovedì mattina. Salameh è andato, ha discusso a lungo con quello che riteneva un'impiegato dell'agenzia («Le restituiamo solo 200 dollari», «Non è giusto, l'ho usato solo un giorno», «Mi dispiace, questa è la regola», ec¬ cetera) e poi, mentre se ne andava scornato per i dollari perduti, è stato arrestato. Nel frattempo infatti era accaduto che gli specialisti dell'Fbi avevano trovato nel cratere lasciato dall'esplosione nel garage del World Trade Center dei frammenti del furgoncino, uno dei quali aveva una parte del numero di immatricolazione. Grazie a quel «colpo di fortuna» (l'espressione è di uno degli investigatori) si era risaliti al proprietario, l'agenzia di noleggio di Paul Mascitelli, e lì si era scoperta l'esistenza della disputa sui 400 dollari in corso con Mohamed Salameh. L'intento degli agenti era quello di tenerlo d'occhio, ma giovedì mattina «Newsday» aveva pubblicato la storia del numero di immatricolazione e così hanno dovuto stringere i tempi. Salameh evidentemente non aveva letto il giornale. E' immaginabile un comportamento del genere da parte di uno che ha appena compiuto un attentato del genere e sa di essere ricercato dall'intero apparato investigativo degli Usa? Non potrebbe significare che quel furgoncino gli è stato davvero rubato? No, dicono gli investigatori: in casa di Salameh è stato trovato del materiale e un manuale per la costruzione di bombe e sui documenti del noleggio del furgoncino che lui aveva maneggiato sono state trovate tracce di esplosivo. La psicosi delle bombe ha provocato la chiusura per 5 ore di un terminale dell'aeroporto «Kennedy» di New York. Gli addetti alla sicurezza hanno scambiato parti di un impianto stereo per una bomba. Franco Pantarelli Dubbi su Mohamed Salameh «O è votato al martirio o è il killer più stupido defrnondo» Lo sceicco Abdel Rahman, leader degli integralisti di New York. A sinistra il capo dell'Fbi William Sessions

Luoghi citati: Jersey, New York, Usa