Una strage di profughi

Una strage di profughi Una strage di profughi 700 musulmani (donne e bimbi) finiscono su un campo minato ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Volevano uscire dall'inferno di Cerska. In preda al panico, malgrado la neve fitta, circa 700 donne e bambini si sono incamminati verso le montagne con la speranza di raggiungere Vlasenica e Kladanj, altre due enclavi musulmane della Bosnia orientale. La loro tragica marcia è finita su un campo minato. E' stata una vera strage. Centinaia di cadaveri maciullati sono rimasti per terra. Prima di loro un altro gruppo di 25Ó persone ha tentato la fuga da Cerska. Sono finiti diritti nelle mani dei serbi che assediano tutta la regione. Più della metà sono stati fatti prigionieri. Caricati sui camion sono stati portati verso Zvornik. Agli altri i miliziani serbi hanno sparato sul posto. Il dramma dei civili musulmani della Bosnia orientale diventa di ora in ora più atroce. Lunghe colonne di disperati cercano invano la salvezza tentando di raggiungere i paesi vicini. Ma tutta la zona è ormai sotto il controllo delle truppe serbe che sparano su tutti i bersagli. Centinaia di granate sono cadute ieri su Konjevic Polje, dove una parte dei musulmani di Cerska è riuscita a rifugiarsi. «I serbi stanno sfondando le ultime linee di difesa. Oggi hanno bruciato altri sette villaggi musulmani». A dar la notizia è Senahid Babic, radioamatore di Konjevic Polje. «Sono talmente vicini che col megafono continuano a chiamare la popolazione alla resa. Ai feriti promettono che verranno ricoverati negli ospedali di Belgrado. Ovviamente, a condizione che tutti i difensori musulmani consegnino le armi». Pochi minuti dopo aver trasmesso questo messaggio la casa di Senahid è stata colpita da una granata. Dopo un silenzio di due ore il radioamatore si è rifatto vivo dall'ultima trasmittente rimasta in piedi a Konjevic Polje. Ma teme ormai di avere i minuti contati perché i serbi stanno entrando anche in questa città. Intanto un portavoce dell'Unprofor, le forze di pace dell'Orni stazionate in Bosnia, ha annunciato che il comandante dei caschi blu, il generale Morillon, e il capo dell'esercito serbo della Bosnia generale Mladic hanno raggiunto ieri un accordo di massima per l'evacuazione di 20 mila civili della Bosnia orientale. Durante questo fine settimana dovrebbe essere permesso ai convogli dell'Alto Commissariato per i profughi di raggiungere le enclavi musulmane assediate dai serbi per portare in salvo la popolazione locale. Ma i primi dodici camion dell'Alto Commissariato adibiti a pronto soccorso sono tuttora bloccati dai serbi. Quattro Hercules C-130 americani hanno lanciato anche ieri notte i soccorsi umanitari in Bosnia orientale. I pacchi sono stati paracadutati nei pressi di Konjevic Polje. A detta dei radioamatori la maggior parte è caduta nel paese di Skugrici, uno dei 23 villaggi musulmani bruciati dalle truppe serbe. Gli altri pacchi sono caduti a 6-7 chilometri dalla città, ma il loro recupero è pericoloso pervia dell'accerchiamento dei serbi. Finora infatti i loro cecchini non hanno perso una sola occasione per sparare sui civili affamati che cercano di prendere i soccorsi. Undici pacchi con cibo e medicinali sono stati ritrovati a Zepa. Ma la delusione degli abitanti è stata grande quando hanno visto che sul retro della gran parte dei pasti preconfezionati era indicata la data di scadenza dell'ottobre '92. Non solo, ma tutte le porzioni contenevano carne di suino che i musulmani non mangiano. A Sarajevo, che è ormai al dodicesimo mese di assedio, i cecchini hanno ucciso ieri pomeriggio una donna francese che faceva parte dell'organizzazione umanitaria Equilibro. L'attentato al convoglio accaduto ad una cinquantina di metri da un posto di blocco dei caschi blu. Ingrìd Badurina

Persone citate: Babic, Mladic, Morillon

Luoghi citati: Belgrado, Bosnia, Sarajevo, Zagabria