E la Camera insorge di Enzo CarraFabio Martini

E la Ci E la Ci irge «Sono metodi da Gestapo...» Conso apre un 'inchiesta ROMA. Sulla plancia del Transatlantico il vento gira all'improvviso, sull'onda di un «lancio» di agenzia. Il dispaccio spiegazzato che racconta di Enzo Carra in manette sfila di mano in mano: è emozionatissima Silvia Costa, la più bella delle onorevoli dicci, è nervosissimo Gerardo Bianco, il capo dei deputati: «Voglio il testo della legge 492, ora basta, dobbiamo reagire!». E, come d'incanto, l'immagine di quelle manette ha l'effetto di un euforizzante sui depressi onorevoli che da qualche mese ciondolano per Montecitorio con lo sguardo perso, nell'attesa rassegnata del nuovo arresto. Stavolta no: in pochi minuti si raccolgono quaranta firme, non solo democristiane, sotto un'interrogazione al governo che gronda indignazione. E alle 18,20, quando Bianco finisce di pronunciare il suo intervento in aula («Giudici, non vendetta, ma giustizia!), accade l'imprevedibile: uno scroscio caldo di applausi avvolge il presidente dei deputati de, applausi che arrivano da tutto l'emiciclo,'applausi che durano a lungo, con Giorgio Napolitano che cerca di sedarli. «Onorevoli...». No, gli onorevoli colleghi non lasciano parlare il loro presidente. Applaudono ancora. Brividi di emozione lungo le schiene di tanti navigati deputati. Napolitano lascia sfogare e poi: «Onorevoli, vi prego di lasciarmi continuare...». Ancora un po' di battimani e poi finalmente il presidente può riparlare. E mentre Napolitano parla, sul suo tavolo, altro miracolo, piovono nel giro di pochi attimi diverse interrogazioni, che sono il «lasciapassare» per poter parlare subito in aula. Ecco la pidiessina Anna Fidelbo Finocchiaro, il liberale Alfredo Biondi, il socialista Umberto Del Basso De Caro, il repubblicano Adolfo Battaglia, il verde Marco Boato, il «retino» Diego Novelli. Un coro. Tutti vogliono sapere perché sia stata calpestata la nuova legge che prescrive le manette soltanto in casi eccezionali. E negli applausi corali che salutano i vari interventi, ci sono umori diversi: c'è sì l'indignazione, ma c'è anche la speranza di un riscatto dei politici sui magistrati. E proprio lo stesso sentimento, dopo mesi di botte in testa, aveva aleggiato per tutta la giornata di ieri nelle chiacchiere del Transatlantico. Un clima nervosissimo. Nel primo pomeriggio circola, tra poche mani, la fotocopia di una lettera scritta poco prima di morire da Sergio Castellari e pubblicata dal «Mondo»: l'ex direttore delle Partecipazioni statali scrive che il giudice Savia lo avrebbe invitato «a denunciare un qualsiasi episodio delittuoso», perché altrimenti «avrebbe dato corso all'arresto». Tuona Alfredo Biondi: «Se fosse vero, sarebbe terrificante, una estorsione qualificata!». Pochi passi più oltre ecco Arnaldo Forlani: «Se la carcerazione preventiva non è applicata correttamente, può essere come la tortura: i giudici dicono che con questo metodo hanno ottenuto dei risultati, ma anche la Gestapo li otteneva in questo modo...». Ecco Vittorio Sgarbi: «I giudici? Bisognerebbe arrestarli!». La temperatura sale e arriva il momento della raccolta delle firme per l'interrogazione su Carra. Senza preavviso Pinuccio Serra, deputato sardo dal carattere fumantino si avventa contro il giornalista Giuseppe Crescimbeni e gli urla: «Come si permette lei di dire che firmano soltanto quelli che hanno paura delle manette?». Accorrono i commessi e Crescimbeni replica: «Guardi che lei origlia male, ho detto il contrario esatto». Va avanti per un quarto d'ora («Lui mi ha detto...», «Io non origlio..-.») in un clima di straordinario nervosismo. Alle sei e un quarto tutti in aula, breve dibattito a più voci e conclusione di Napolitano: «Il governo dovrà rispondere al più presto» e più in generale serve uno «sforzo di equilibrio». Pochi minuti dopo il ministro di Grazia e Giustizia, Conso, ordina all'ispettorato del ministero un'inchiesta sulla traduzione in tribunale di Carra. E in serata grandi ambasce anche tra i tg: il tg4 di Fede, il tgl e il tg3 hanno autocensurato le immagini delle manette, il tg5 di Mentana le ha trasmesse, il tg2 ha oscurato con un processo elettronico il viso di Carra e i suoi ferri. E a fine serata - altro sintomo del cambio di atmosfera - si associa al coro anche Occhetto: «La scena vista in tv mi ha profondamente turbato». Fabio Martini

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