Rincari ma non per il pane comune

Rinculi Éfl non per il pane comune Proteste dei lettori che in panetteria hanno trovato prezzi diversi Rinculi Éfl non per il pane comune Soltanto gli altri tipi hanno subito aumenti I panificatori hanno messo i consumatori di fronte al fatto compiuto: il prezzo del pane, a seconda del tipo, è stato aumentato dalle 200 alle 400 lire il chilogrammo. L'amara sorpresa è di questi giorni. Ieri decine di persone hanno telefonato a La Stampa per protestare. Tutti avevano letto la notizia dell'altro ieri con il quale si annunciavano aumenti, ma solo a fine mese, del fondamentale alimento. E cosi è. Ad aumentare non è stato il prezzo del pane comune, quello cioè sottoposto alle decisioni del Comitato provinciale prezzi, ma tutte le altre qualità di pane, le cosiddette «specialità», non soggette a limitazioni e che sono quelle di gran lunga più consumate. Un fatto che ha indetto molti a ritenere di essere stati presi in giro dal proprio panettiere: «Il pane che prendo tutti i giorni è rincarato» protestavano molti lettori confondendo il fatto che il pane «preso tutti i giorni» non significa automaticamente che sia pane del tipo «comune». Una confusione ingigantita anche da qualche panettiere che, evidentemente, nemmeno sa che cosa s'intende per «pane comune» (talmente scarsa è la produzione e distribuzione di questa qualità). Terza ipotesi è che qualche panificatore abbia realmente aumentato il prezzo del «pane comune». In questo caso si tratta di un abuso bell'e buono. Per «pane comune» s'intende quello prodotto con farina «0» in pezzature superiori ai 60 grammi (costa 2.340 lire il chi- lo); quello speciale con strutto prodotto con farina «0» o «00» in pezzature da 61 a 250 grammi (costa 2.650 lire), da 251 a 1000 grammi (2.600 lire) e oltre 1000 grammi (2.340 lire il chilo). Su questo tipo di pane è previsto a fine mese un aumento compreso tra il 3 e il 6 per cento come ha annunciato il presidente del Comitato prezzi, Claudio Bonansea: «E' l'unica soluzione per venire incontro alle reali difficoltà dei panificatori che con la lira svalutata hanno visto lievitare enormemente il prezzo della farina. E' anche l'unica strada per rispettare il tasso medio annuo programmato di inflazione del '93, cioè un aumento che non vada a toccare ulteriormente i redditi dei cittadini, soprattutto quelli più deboli».

Persone citate: Claudio Bonansea