La Stampa - Consultazione Archivio

Tanti modi per battere l'inquinamento: a Ginevra in primo piano la tecnologia italiana Tanti modi per battere l'inquinamento: a Ginevra in primo piano la tecnologia italiana Ethos % coupé ecologico Ecco la concept-car Pininfarina GINEVRA DAL NOSTRO INVIATO Chi dice che l'automobile non sia sostanzialmente migliorabile commette un clamoroso errore. E, per dimostrarlo in modo concreto, Pininfarina porta a Ginevra il coupé Ethos 2, naturale evoluzione del progetto Ethos presentato a Torino circa dieci anni fa. La concept-car riprende metodi, concetti e tecnologia della «(barchetta» ma sotto una forma diversa e in un'altra ottica: quella dell'efficienza energetica, al punto da porsi in alternativa alla trazione elettrica. Con il giusto orgoglio di chi ha realizzato un progetto che può diventare realtà a partire da domani, Sergio Pininfarina sostiene che la Ethos 2 «non è un'auto da sogno destinata a restare tale, un puro concetto cui è stata data una forma, ma un'auto vera, basata su ricerche di mercato, sviluppata anche nelle sue parti meccaniche, progettata sino al dettaglio e collaudata in condizioni operative». Insomma, con la Ethos 2 cambia l'immagine dell'azienda di Pinin Farina, geniale interprete dello stile italiano. Oggi la Pininfarina non può, perchè sarebbe hmitativo, essere considerata solo un centro di disegno o un carrozziere: piuttosto è un'azienda che suggerisce idee e le trasforma, agendo come partner dei costruttori. Per il coupé Ethos 2 i punti cui tendere erano chiari: il piacere della guida coniugato al rispetto dell'ambiente, elevati contenuti tecnici, pianificazione industriale, consumi ultraridotti e inquinamento quasi inesistente. Ecco allora una carrozzeria ad alta efficienza aerodinamica e peso contenuto (per bassi consumi e, quindi, abbattimento delle emissioni); telaio in profilati di alluminio (leggero e riciclabile); pannelli della carrozzeria in materiale termoplastico (riciclabile anch'esso); motore bicilindrico a due tempi Orbitai di nuova generazione (peso e dimensioni contenuti, livello di emessione vicino alla zero); pneumatici a bassa resistenza al rotolamento. La Pininfarina ha impegnato tutti i settori dell'azienda e raccolto le esperienze di partners tecnologici ad altissimo livello: Hydro Aluminium per il telaio, General Electric Plastics per le pannellerie, Goodyear per i pneumatici, Orbitai Engine Company per il motore. Il risultato è, appunto, questo coupé a due posti che ha un Cx di appena 0,19, lungo poco meno di quattro metri, alto 115 centimetri, pesante soltanto 730 chili. E se la forma - bella e piacevole come si conviene a un prodotto Pininfarina - era finalizzata agli obiettivi del progetto, cuore dello stesso è il motore. E' un bicilindrico di 800 ce, 55 Cv di potenza a 5500 giri al minuto (una versione sovralimentata arriva a 71 Cv), 44 chili di peso. Tramite la nebulizzazione finissima del carburante, l'iniezione diretta e alcune centraline di controllo altamente sofisticate, la Orbitai ha conseguito risultati - in fatto di emissioni e di consumi - decisamente eccezionali. Per quanto riguarda l'inquinamento, Ethos 2 può essere definito un veicolo Nzev (vicino a emissioni zero), nel rispetto nelle leggi californiane in mate¬ ria che, come si sa, sono le più severe del mondo. E per quanto attiene alla «sobrietà», ecco qualche dato: 2,61 litri di carburante per cento chilometri a 60 km/h, 2,10 a 90 km, 2,76 a 120 chilometri l'ora. «In questo contesto - affermano gli uomini della Pininfarina la Ethos 2 offre autonomia e prestazioni che nessun veicolo elettrico oggi può conseguire. Il rapporto tra la capacità del serbatoio, 45 litri, e il consumo medio, consente a Ethos 2 di superare abbondantemente i 1500 km di autonomia». Sergio Pininfarina a Ginevra '93 offre questa realtà. E scusate se è poco. Eugenio Ferraris Da centro di design a polo di ricerca con superprototipi L'abitacolo della Ethos 2: nel volante è inserito un airbag di tipo europeo A lato, l'aerodinamico coupé Ethos con motore a due tempi Orbitai ha un'autonomia di 1500 km A destra, la Downtown elettrica