Carlo e Lady D: una passione da sei milioni di spettatori

Carlo e Lady D: una passione da sei milioni di spettatori TIVÙ' é* TIVÙ' Carlo e Lady D: una passione da sei milioni di spettatori NE ha viste tante, la Corona inglese, che sarà ben in grado di superare anche lo sceneggiato su Carlo e Diana, in onda l'altra sera e stasera su RaidUe. Pare che la rete di Sodano se lo sia aggiudicato per 900 milioni. Novecento milioni sono certo un'enormità, però, per conoscere esattamente la portata della cifra, bisognerebbe paragonarla con qualche altro acquisto- eccellente: non sappiamo, a esempio, quanto abbia speso Raiuno per «Balla coi lupi», il filinone con Kevin Costner che ha ottenuto 14 milioni di ascolto (tanto per fare un po' di decompressione tra gli exploit di Sanremo e l'ordinaria amministrazione). «La vera storia di Lady D», di ascoltatori ne ha avuti 6 milioni 368 mila, un risultato buono, ma del tutto simile, se non inferiore, a quello di sceneggiati nostrani che trattano storie di bambini contesi, di droga e di adozioni. L'interesse del pubblico italiano nei confronti della telenovela principesca è evidentemente meno acceso di quanto lo spazio dedicato alla vicenda da I tv e giornali lascerebbe supporI re. Lo sceneggiato comincia per tempo, quando Diana era bambina, i genitori avevano appena divorziato e lei, guardando in tv Carlo già grande e benedicente la folla, osserva: «Che buffe orecchie». Dopo questa premessa, si passa subito a dieci anni più tardi, al loro primo incontro. La tesi di questo feuilleton di lusso si capisce subito: i germi di un matrimonio mal riuscito erano stati gettati fin dal fidanzamento. Già prima di sposarsi tutti e due sono dubbiosi: lei non è più sicura di volersi impelagare in una storia che la priverà di ogni più elementare libertà; lui si dimostra disinteressato. Manderebbero anche all'aria le nozze, se non si fosse troppo avanti nei preparativi, se la Regina non fosse già irritata con il figlio che troppo a lungo ha indugiato nel prender moglie. Dopo la cerimonia nuziale, unico momento magico, Carlo e Diana litigano e battibeccano in continuazione, lui è assente, la crìtica e non la sa aiutare, forse non vuole e soprattutto non gliene importa nulla; lei, povera anima diciannovenne, non sopporta di non potersi muovere come vuole, obbligata a un'etichetta soffocante, abbandonata dal suo principe che la considera soltanto la Moglie Ufficiale, non la persona con cui stare; si ingozza di dolci, strilla come un'ossessa. Su tutto, l'ombra della famosa Camilla Parker Bowles, che abbiamo imparato a conoscere dalle telefonate spinterelle con Carlo. Diana è gelosa, spia i movimenti di lui che continua a far regali alla sua vera amata, a ripeterle che la ama. Viva Camilla. Lo sceneggiato, che è sostanzialmente un fumetto, mette in rilievo un banale equivoco di fondo che potrebbe pure essere realistico. Carlo e Diana volevano due cose diverse: lui una donna che gli desse un erede e stesse al suo posto; lei, non allevata a diventare regina e pur compiaciuta per essere stata scelta, cercava un marito vero. Nessuno fa una bella figura, in questo film, lei pare una sciocca inadeguata, lui uno sciocco arìdo. Il doppiaggio dà la botta finale all'antipatia di Carlo, gli interpreti fanno quello che possono, imitando gli atteggiamenti e indossando gli abiti che foto e filmati immortalano da anni. Alessandra Co mazzi

Persone citate: Alessandra Co, Camilla Parker Bowles, Kevin Costner, Sodano

Luoghi citati: Sanremo