Il gigante col caratteraccio di Lorenzo Soria

Il gigante col caratteraccio Il gigante col caratteraccio Dulbecco: «Così lavorammo insieme» ELOS ANGELES N uomo difficile, con un suo carattere particolare. Ma sul piano scientifico Sabin è stato un gigante, uno che ha dato un enorme contributo al progresso dell'umanità». Renato Dulbecco, premio Nobel per la Medicina, conosceva bene Albert Sabin. Giovane ricercatore al California Institute of Technology, anche Dulbecco sul finire degli Anni 50 studiava il virus della poliomielite. Non mirava alla scoperta di un vaccino, ma alla possibilità di isolarne l'attività. Sabin cercava invece di ricavare un vaccino da un virus attivo. Era riuscito a farlo crescere in vari tipi di cellule, ma non a selezionare il virus attenuato. «Fui proprio io a suggerirgli il metodo», ricorda Dulbecco. «E Sabin mi è stato sempre grato, riconoscendo pubblicamente il mio ruolo». Da allora Sabin e Dulbecco si sono incontrati spesso. «Eravamo buoni amici», aggiunge. «Ma per molti era difficile andare d'accordo con lui. Diciamo che non era uno modesto, era un uomo che faceva sentire il proprio peso». Dulbecco adesso lavora al Salk Institute di La Jolla, in California. Proprio Jonas Salk, sei anni prima di Sabin, scoprì nel '55 il primo vaccino antipolio. Invece che al virus vivo, Salk aveva fatto ricorso a una coltura ed aveva ottenuto un vaccino sonraiinistrabile per iniezione. Tra i Sabin e Salk non è mai corso buon sangue. Hanno seguto strade divergenti fino alla fine. Oggetto della contesa, ultimamente, l'Aids. Salk è ottimista, prevede che in un paio di anni si potrà ripetere con l'Aids il successo ottenuto con la polio. Ha fondato una società dedita solo alla ricerca di un vaccino per l'Aids, la Immuno-Response. Ma l'ultima pubblicazione di Sabin è proprio sulla impossibilità di raggiungere questo scopo. La contesa resta aperta, mentre Jonas Salk, cavallerescamente, rende gli onori al grande avversario scomparso. «La morte di Albert Sabin - ci ha detto - è una grande perdita. Ha vissuto una vita piena e fruttuosa ed ha contribuito in modo importante alla comprensione delle infezioni virali che influenzano il sistema nervoso. E il suo contributo verso il controllo della polio è ben noto». Tono distaccato, e sull'Aids nemmeno una parola. Lorenzo Soria E Jonas Salk, rivale di sempre, gli rende omaggio: «Meriti indiscussi» Renato Dulbecco

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