Zampini «Greganti un banchiere pci»

«Anche Lenin teneva i soldi in Svizzera Zampini: «Greganti un banchiere pei» TORINO. Zampini, conosceva Greganti? Il faccendiere sogghigna prima di rispondere: «Avete sentito Novelli? Dov'è adesso, a Roma?....Beh, io allora trattavo con altre persone, diverse da Greganti. Diciamo che l'ho intravisto. Si sapeva che era uno degli "ortodossi" del pei; di quel gruppo di zoccolo duro che si immolano sulle Termopili. Chiaro che si sapeva che c'erano quelle quattro, cinque sei persone, tipo il Castagna, che per conto del pei andavano "in giro con la borsa". E Novelli non conosceva né Castagna né Greganti! Lui, naturalmente, non sapeva nemmeno chi erano». Lo dice sempre con ironia? «Perché quelli che portavano gli stipendi per la gente, che pagavano con i soldi?... Chi erano e dove li prendevano i denari?». Pensa davvero che il pei avesse un conto in Svizzera? «Il pei non era la Madonna immacolata, era il partito comunista degli italiani. Un partito che ha sempre vissuto, quando l'U¬ nione Sovietica era ricca, con i giochi di importazioni ed esportazioni. Poi hanno inventato le leghe per guadagnare e farsi imprenditori. E poi siccome occorreva la loro opposizione, morbida, ecco opposizioni e divisioni. Ma nel mio ambito sapevo che il pei era un partito che contava e con cui bisognava fare i conti». Li ha fatti anche lei? «Certo che li ho fatti, come no. I soldi, pochi, che ho dato io al pei li ho dati a Revelli. Ma vi erano molte proiezioni». E Greganti? «A Greganti non ho mai parlato per essere chiari. Non mi è mai stato indicato come persona a cui rivolgermi per risolvere un problema, tanto per essere precisi. Parlando con uno o con l'altro, l'ho intravisto e anche così ho saputo che era uno della banca». Quindi in quell'occasione è stato tagliato fuori pure lei? «Avevo due contatti,... avevo i miei contatti. Erano sufficienti». Ivano Barbiere

Luoghi citati: Roma, Svizzera, Torino