Novelli di A. P.

Novelli Novelli «Mi sembrava un parvenu» Diego Novelli, il comunista che provocò lo scandalo Zampini, come ricorda Primo Greganti, il comunista che rischia di travolgere in uno scandalo il pei torinese? «Lo ricordo come un bravissimo compagno. Taciturno e schivo ma pieno di iniziativa. Segretario di sezione nella mitica "Diciottesima" della Fiat Ferriere. L'ho visto crescere: si occupava di una società che gestiva le spese per le Feste dell'Unità. Un'idea di Ardito. Comprava partite di caffè o pasta, trattava con gli imprenditori, procacciava pubblicità. La sua trasformazione in uomo d'affari, cominciò così». Un comunista rampante? «No. Non Primo Greganti. Non era uno alla Biffi o alla Panseca. Non era un trussardiano. Piuttosto un parvenu. Uno che metteva davanti il partito e che poi si è fatto strada in proprio». C'è stata ima generazione di comunisti torinesi insofferente del rigore? «Direi di sì. Ma negli Anni Ottan ta. Non è un mistero per nessuno che nel pei ci furono aspri scontri sulla questione morale. Anche a Torino. Non perché da una parte si volesse rubare, ma perché si diceva che premettere a tutto la questione morale non era politico. L'insofferenza per Berlinguer. L'efficientismo, il pragmatismo, l'urbanistica contrattata. E' la cultura craxiana». Questa cultura aveva o no radici anche nel pei? «Sì, le aveva. Se non sul piano del latrocinio, di sicuro su quello delle idee. In quegli anni, Enrico Berlinguer è stato deriso da alcuni settori del pei. E il sottoscritto veniva accusato di moralismo: dopo lo scandalo Zampini, non entrai nella direzione del partito perché i compagni emiliani ritenevano che ciò danneggiasse i rapporti con i socialisti». Il sindaco di Torino, il numero uno del pei torinese, se c'erano cose che non andavano nel costume politico poteva non saperlo? «Io vedevo un clima. Ma non ero a conoscenza di fatti specifici. Quando ho avuto delle prove, sono andato dai giudici. Sono stato sindaco per dieci anni, ma nessuno mi ha mai offerto alcunché di illegale. All'inaugurazione di un reparto ospedaliero, gli infermieri ci accolgono con i cartelli: "Salutiamo gli uomini delle tangenti". Ho interrotto la cerimonia: adesso mi dite nomi e cognomi di chi prende le tangenti. E gli altri, gli Enrietti, i Baiardi: lascia perdere, non cadiamo nella provocazione». [a. p.]

Persone citate: Baiardi, Berlinguer, Diego Novelli, Enrico Berlinguer, Enrietti, Panseca, Primo Greganti, Zampini

Luoghi citati: Torino