«Ma il tumore al seno si può sempre prevenite»

Diagnosi più difficile al di sotto dei 50 anni Gli esperti replicano al perito d'un processo «Ma il tumore al seno si può sempre prevenite» L'argomento è di quelli che suscitano panico o inducono alla politica dello struzzo: cancro del seno. Ma ignorare un pericolo non significa cancellarlo. Bisogna combatterlo. Come? Da anni ci viene ripetuto il solito ritornello: con la diagnosi precoce. Un nuovo spunto sul problema, con un intervento che ha creato in molte lettrici ansie e interrogativi, è nato da un fatto di cronaca. Nel corso del processo a carico di un medico del Mauriziano, rinviato a giudizio dopo che la giornalista Giuliana Mongelli denunciò (tre mesi prima di morire) una presunta errata diagnosi, il prof. Piero Sismondi, primario al Sant'Anna, ha deposto come perito di parte. E ha affermato che «la prevenzione per i tumori al seno è completamente inutile prima dei cinquantanni». In pratica, allo screening di massa (come quello della nostra regione) viene «invitata» soltanto la popolazione femminile compresa tra i 50 e i 70 anni. Per quale motivo? Lo spiega proprio il professor Sismondi, che è anche uno dei responsabili del progetto torinese: «Oggi c'è una sola evidenza scientifica certa, su questo argomento: la riduzione di circa il 50 per cento della mortalità per tumore della mammella con una mammografia ogni 12 anni nella donne tra i 50 e i 70 anni (sane o malate)». . E al di sotto dei cinquantanni? «In buona sostanza, non siamo ancora riusciti a dimostrare se, al di sotto dei 50 anni, la mammografia sia o non sia effi¬ cace. Mentre nella fascia d'età da screening l'evidenza del risultato è inconfutabile». Nelle donne giovani resta difficile la diagnosi precoce. Questo non significa che non sia possibile fare prevenzione. Lo ribadisce il professor Leonardo Santi, direttore dell'Istituto tumori di Genova, e sottolinea: «Occorre, comunque, fare una distinzione tra screening e accertamenti diagnostici. Nel primo caso, si esamina una popolazione presunta sana; nel secondo si fanno accertamenti su persone che hanno un sintomo (ad esempio un nodulino). E mentre nel primo caso non si consiglia la mammografia prima di una certa età, nel secondo, se ci sono dubbi che ci si possa trovare di fronte ad un tumore, l'esame è d'obbligo». Che cosa significa scoprire precocemente un tumore, a qualsiasi età? «Cambia il decorso della malattia e si può ridurre il volume dell'intervento: quanto più piccola sarà la massa maligna, tanto più piccolo sarà l'intervento chirurgico». Ma perché è così difficile riconoscere un tumore in una donna giovane? «Non è ancora ben chiaro quali siano le cause. Di certo, il seno giovane è più denso e il mèzzo tecnico ha più difficoltà a mettere in evidenza noduletti molto piccoli che potrebbero venir confusi con altre parti della mammella. E se non può fare la mammografia un'indagine approfondita, di certo non sono in grado di farlo altre tecniche, quali l'ecografia». C'è un'altra ipotesi, ne parla il professor Marco Rosselli Del Turco, responsabile del progetto di screening Firenze Donna: «La difficoltà di diagnosticare un tumore sotto i 50 anni potrebbe derivare da una diversità biologica del tumore stesso, in premenopausa e in postmenopausa. Resta il fatto che, come è stato sottolineato nel recente Consensus Meeting a Parigi, non è sicuro che la mammografia funzioni al di sotto dei cinquantanni e nell'attesa di nuovi studi si preferisce esaminare la popolazione laddove i vantaggi sono maggiori», [d. dan.] Diagnosi più difficile al di sotto dei 50 anni Allo screening di massa viene «invitata» soltanto la popolazione femminile compresa tra i 50 e ì 70 anni Il prof. Leonardo Santi, di Genova (da sinistra) e il primario del Sant'Anna Piero Sismondi

Persone citate: Del Turco, Firenze Donna, Giuliana Mongelli, Leonardo Santi, Piero Sismondi, Rosselli, Sismondi

Luoghi citati: Genova, Parigi