Nuvolari conquista l'ultima vittoria

il mito Preferito a Fangio, Senna e Clark: sapeva vincere anche con la vettura meno potente Nuvolari conquista l'ultima vittoria Giuria di esperti: è il più grande di ogni tempo il mito del volante LA giuria sicuramente deve avere agito con sapienza, con attenzione. Altrimenti fortissima sarebbe stata, per gli inglesi, la tentazione di premiare come miglior pilota di ogni tempo l'inglese Stirling Moss, ritenuto tanto immenso di classe quanto piccolo di fortune e grande di sfortune, anzi di disgrazie: un pilota il cui nome manca al palmarés del titolo mondiale più di quanto il titolo mondiale manchi al suo albo d'oro. Se non Moss, allora Nuvolari, che guidò quando il Mondiale non c'era ancora. Se non un giudizio teorico, una valutazione altamente pratica, come è stato infatti nello spirito della scelta: premiare il pilota che ha fatto di più in relazione ai mezzi che ha avuto, non il pilota che ha fatto tanto avendo tanto, o che poteva fare tantissimo però... Se poi l'automobilista d'alta competizione deve essere l'incarnazione del guerriero del traffico che è in ognuno di noi, ecco che Nuvolari è il massimo dei massimi: lui si dibatteva fra la potenza tedesca e l'aristocrazia italiana dei motori, lui - si disse - guidava usando il piantone del volante con un embrione residuo di razza, usando anzi un manico di scopa. Lui «spostava» a gomitate i muretti, quando andava a strofinarli in curva. E lui curvava in un modo unico, chi nelle Mille Miglia gli stava al fianco frequentava, nel tempo di una virata, morte e resurrezione. Lui con l'Alfa e poi la Ferrari risicate batteva le Mercedes e le Auto Union germaniche. Lui era persino nobilissimamente tisico per il respirare troppi gas combusti. Niente da fare, ad armi non troppo impari, per Fangio, Senna e Clark, quelli designati nella rosa dei finalisti, quelli «battuti» da lui in una classifica di giuria che davvero potrebbe es- sere di gara. Fangio l'argentino troppo sereno con la sua classe algida, Clark lo scozzese troppo pervaso di furie da highlander, Senna il brasiliano troppo complessato, e comunque il più vicino a Nuvolari per ardori, furori, stupori (suoi e degli altri per lui). Fino a poco tempo fa lo sport giocava fanaticamente con il computer, a ricostruire sfide, a rifare addirittura partite di calcio gol per gol, dribbling per dribbling. Un arbitrio divertente, una stupidaggine interessante, finita perché sì. Il confronto automobilistico avrebbe supporti tecnici, per essere messo sull'ordinatore, infinitamente più validi di quello calcistico. Nuvolari, con auto «povere», su strade disperanti, avrebbe un coefficiente altissimo di inventiva, di coraggio anzi di temerarietà, di rabbia persino. E questo coefficiente dovrebbe farlo primo anche nei lucori del piccolo scher¬ mo. Facciamo finta di essere un computer e di avere in pancia i dati necessari. Andrebbe in testa Fangio, che già nelle prove avrebbe fatto ragionieristicamente i calcoli giusti. Nuvolari subito dietro, Senna a tallonare e copiare Nuvolari, Clark a cercare un varco folle. Ad un certo punto Clark ce la farebbe a passare, Nuvolari finirebbe in coda per tosse della sua auto, Senna si metterebbe dietro a Fangio, Gian Paolo Ormezzano ora affascinato dalla balistica dell'argentino. Poi Nuvolari comincerebbe la rimonta, ogni avversario passato in maniera diversa, per l'ultimo sorpasso (a Senna, che si sarebbe stufato della precisione di Fangio e sarebbe stato favorito da un errore di Clark) anche un gesto beffardo. E la foto non con la tuta ignifuga supersponsorizzata, ma con la leggendaria maglietta gialla, appuntata su di essa la tartaruga d'oro che gli aveva regalato Gabriele d'Annunzio. Un dettaglio importante, che chissà se la giuria inglese ha tenuto presente: Nuvolari era stato anche grande motociclista, e forse da quelle esperienze, per tanti anni convissute con quelle automobilistiche, aveva tratto, sul piano della dominazione delle paura interna e degli ostacoli esterni, il qualcosa di più che sulle quattro ruote lo faceva terreno di aderenza e derapate, divino di repenti epifanie in testa dopo che era stato dato per finito. Su mezzi «poveri» per strade infami e nelle curve frenava coi gomiti Tazio Nuvolari al volante LONDRA. Tazio Nuvolari, il «mantovano volante», è stato proclamato il più grande pilota automobilistico di tutti i tempi da una supergiuria riunita al museo dell'auto di Beaulieu, nella contea dell'Hampshire. Nella rosa dei finalisti sono entrati Fangio, Senna e Clark mentre sono stati eliminati Prost, l'attuale campione mondiale di Formula I Mansell, Moss, Stewart, Hill.

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