New York una bomba venuta dai Balcani di Franco Pantarelli

Attentato al World Trade Center: 40 rivendicazioni ma la Cia crede alla pista slava Attentato al World Trade Center: 40 rivendicazioni ma la Cia crede alla pista slava New York, una bomba venuta dai Balcani In tutti gli aeroporti della metropoli è massima allerta Cuomo: spero sia stato un pazzo, ma prepariamoci al peggio NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Sono arrivate a quaranta le. telefonate fatte alla polizia di New York per rivendicare l'attentato al World Trade Center. Più il loro numero aumenta, meno risultano attendibili, dicono gli investigatori, ma una voce insistente dice che almeno una di quelle telefonate viene presa «più seriamente delle altre». Si tratta della chiamata avvenuta pochi minuti dopo lo scoppio e che citava un finora sconosciuto «Fronte di liberazione della Serbia». Su quali elementi ci si basi per riconoscere a quella chiamata una maggiore fondatezza non si sa esattamente, ma le indiscrezioni dicono che sono il fatto che sia stata la prima e il fatto che colui che parlava aveva un accento straniero, riconoscibile a quanto pare come serbo. Non è molto, e infatti ufficialmente non viene detto nulla, anzi il capo della polizia di New York, Raymond Kelly, dice che «potrebbero essere stati dei terroristi, ma anche uno dei tanti impiegati recentemente licenziati, un pazzo, o addirittura i trafficanti di droga. Insomma in questo momento non ci sentiamo di escludere nulla, nessun gruppo e nessuna teoria». Sembrava un'affermazione destinata a sottolineare lo stadio assolutamente preliminare cui si trovano le indagini (finora neppure la natura dell'esplosivo utilizzato è stata ancora individuata), ma sempre secondo le indiscrezioni quello del capo della polizia è risultato essere praticamente un elenco delle cose precise che i suoi uomini stanno già facendo. Si è appreso infatti che varie persone recentemente licenziate da qualcuna delle tante società che hanno la propria sede nel World Trade Center sono state discretamente messe sotto osservazione e in qualche caso anche interrogate, per accertare «dov'erano» nelle ore immediatamente precedenti l'esplosione di giovedì. Tuttavia, la «pista serba», almeno ieri, risultava quella che più delle altre sta «tentando» gli investigatori. Dopotutto, l'attentato è avvenuto esattamente 24 ore dopo che era diventata ufficiale la decisione di Bill Clinton di paracadutare gli aiuti alimentari nella Bosnia Erzegovina. Le parole usate dal Presidente per annunciare la cosa erano state scelte con molta attenzione per precisare che si tratta di un intervento «non di parte» e che gli aiuti andranno indifferentemente alle popolazioni serbe, musulmane e croate, perché tutte sono soggette alle sofferenze provocate dalla guerra civile. Ma che a Washington ci sia una «preferenza» per i musulmani non è certo un mistero. Il segretario di Stato Warren Christopher, appena tornato dal suo viaggio in Medio Oriente, è stato interpellato sulla possibilità che i serbi abbiano voluto «punire» gli Stati Uniti, e la sua risposta è stata: «Non posso escluderlo, ma allo stesso tempo penso che sia davvero pericoloso speculare troppo su questa presunzione. Ciò potrebbe portarci molto lontano e farci prendere la direzione sbagliata». In ogni caso, per tenue che sia la «preferenza» data alla telefo¬ nata del Fronte di liberazione della Serbia, alcune delle iniziative prese sembrano perfettamente coerenti con essa. Per esempio l'ingresso nelle indagini della Cia. I suoi uomini, ora, sono impegnati nel caso alla stregua della polizia di New York e dell'Fbi, e naturalmente il loro «apporto» sarà quello «di competenza», cioè di esame dei possibili agganci internazionali. Inoltre, lo stesso Christopher ha confermato che il rafforzamento delle misure di sicurezza deciso per gli edifici pubblici di Washington è stato esteso anche a tutta la «presenza» americana, militare, diplomatica, economica, nel mondo. Anche la Port Authority, il consorzio fra gli Stati di New York e del New Jersey che oltre al World Trade Center gestisce anche i tre aeroporti della regione, il Kennedy, il La Guardia e quello di Newark, ha deciso di intensificare la sorveglianza in quelle strutture, fino a portarla al «terzo livello». Insomma gli atti concreti più visibili indicano decisamente che l'idea più ricorrente è quella di un atto di terrorismo internazionale, cioè proprio quella che più strenuamente si era sperato di poter escludere, per tutte le implicazioni che può avere nella vita di questo Paese. «Tutti pensano ai terroristi - ha detto Mario Cuomo - e non so se hanno ragione. Ma io prego perché non sia così. Prego perché si sia trattato di un pazzo isolato. Ma naturalmente dobbiamo essere preparati al peggio». Franco Pantarelli

Persone citate: Bill Clinton, Cuomo, Kennedy, La Guardia, Mario Cuomo, Port, Raymond Kelly, Warren Christopher