«Non sparate sugli aiuti Usa»

Partita l'operazione americana di soccorso dal cielo ma i primi lanci sono caduti fuori dall'obiettivo Partita l'operazione americana di soccorso dal cielo ma i primi lanci sono caduti fuori dall'obiettivo «Non sparate sugli aiuti Usa» Una pioggia di volantini sulla Bosnia ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO L'operazione americana di paracadutare i soccorsi umanitari alla popolazione della Bosnia orientale avrebbe dovuto iniziare stanotte. Fonti vicine ai soldati americani stazionati nella base militare di Rheinmein, presso Francoforte, hanno confermato ieri che i primi voli degli «Hercules» erano previsti nella notte tra ieri e oggi. All'alba di stamane nella base è stata convocata una conferenza stampa, ma gli addetti alle informazioni non hanno voluto fornire ulteriori dettagli. In realtà l'operazione paracaduti è cominciata nella notte di sabato quando due aerei americani hanno sganciato più di un milione di volantini sulla Bosnia orientale per avvertire la gente come deve comportarsi al momento del lancio dei pacchi con gli aiuti. A luci spente i due aerei hanno sorvolato tutta la Bosnia a 4600 metri di quota per non essere alla portata della contraerea serba. Nel cielo sotto di loro i piloti hanno avvistato decine di razzi e di proiettili traccianti, ma nessun colpo è stato sparato contro di loro. Sui volantini, stampati in alfabeto latino e in quello cirillico usato dai serbi, c'è scritto: «Pericolo! Per la vostra sicurezza lasciate i soccorsi umanitari atterrare prima di avvicinarvi. Gli aerei americani assicureranno gli aiuti umanitari per tutti. Non sparate sugli aerei americani. Cibo e medicinali sono destinati a tutti voi!». Ma a detta dell'agenzia «Upi» decine di migliaia di volantini sono caduti sulla terra di nessuno. In alcune località come Gorazde non hanno visto traccia di volantino. Il piano comunque prevede che gli Hercules volino a 4 mila metri di altezza. I paracadute rimarranno chiusi fino a quota 600 metri in modo tale che i lanci risultino più precisi. Ma in queste condizioni i pacchi, che pesano un paio di tonnellate, toccheranno terra alla velocità di 40 chilometri l'ora. Ecco perché verranno lanciati su zone disabitate per non danneggiare le case e ferire gli abitanti. Un gruppo di esperti americani girerà nei prossimi giorni la Bosnia per accertarsi dei risultati dell'operazione e pianificare i futuri lanci dei soccorsi umanitari. Mentre da New York il presidente bosniaco Izetbegovic fa sapere che l'azione americana farà da incentivo alle trattative di pace, a Sarajevo sono ripresi i bombardamenti dell'artiglieria serba. Nell'attacco al sobborgo di Vogosca cinque persone sono rimaste ferite. I combattimenti infuriano anche a Nord-Est della Bosnia, dove le truppe serbe tentano di sfondare le linee musulmano-croate a Gradacac. Nella Bosnia centrale i serbi continuano con «la pulizia etnica» dei villaggi musulmani. Più di 400 donne, vecchi e bambini sono stati scacciati dalle loro case e costretti a rifugiarsi a Travnik. Venticinque musulmani sarebbero stati sequestrati dal treno che collega Belgrado con il porto di Bar in Montenegro. Un gruppo di uomini armati, riconosciuti come i cetnici del famigerato comandante Arkan, ha fermato il treno alla stazione di Strpci, nel Sangiaccato, regione serba a maggioranza musulmana. Dopo aver esaminato i documenti dei passeggeri hanno portato via tutti i musulmani e alcuni croati. Il gruppo è stato caricato sulla camionetta militare partita in direzione di Rudo, nella parte della Bosnia orientale controllata dai miliziani serbi. Mentre da martedì scorso dodici chiatte serbe continuano a bloccare il Danubio all'altezza della chiusa rumena «Porte di Ferro 2», Belgrado è coinvolta in una nuova grave violazione dell'embargo delle Nazioni Unite: a quanto scrive il quotidiano britannico «The Observer», il mese scorso avrebbe firmato con la Russia un contratto per l'acquisto di armi del valore di 360 milioni di dollari. I generali russi e quelli serbi si sono incontrati più volte in Romania e in Bulgaria per perfezionare l'accordo. Oltre ai carri armati leggeri «T55», Mosca ha fornito Belgrado di razzi antiaerei e di razzi terra-terra che hanno la portata di 120 chilometri. Una parte delle armi scortata dagli esperti militari russi è già stata mandata in Serbia e nelle regioni della Bosnia e della Croazia occupate dai serbi. Ingrid Badurina Un commando di miliziani serbi sequestra 25 musulmani su un treno per il Montenegro I volantini lanciati dagli aerei americani su 4 città bosniache In 3 casi gli obiettivi sono stati mancati A sinistra, la vignetta di Le Monde sugli aiuti Usa

Persone citate: Ingrid Badurina, Izetbegovic