Niente manette a chi confessa di Roberto Martinelli

!^ Tangentopoli, il governo esamina oggi una serie di norme speciali preparate dal ministro Conso !^ Tangentopoli, il governo esamina oggi una serie di norme speciali preparate dal ministro Conso Niente manette a chi confessa Ma i corrotti dovranno restituire il denaro ■ ROMA. Per Tangentopoli è il giorno più lungo: il governo dovrebbe varare ima serie di norme speciali che d'ora in avanti eviteranno il carcere a chi confesserà di aver intascato somme di danaro in violazione della legge che regola il finanziamento pubblico dei partiti. Condanne meno severe per i colpevoli di reati contro la pubblica amministrazione. Anche loro dovranno confessare e restituire il prezzo delle corruzioni. Il ministro di Giustizia Giovanni Conso ha preparato tre testi diversi che sottoporrà nel Consiglio dei ministri di questo pomeriggio. Si prevede una discussione lunga. Il governo ha ritenuto che Tangentopoli è un caso che riveste i caratteri di straordinaria necessità ed urgenza per cui occorre operare in tempi ristretti. I decreti potrebbero essere più d'uno. Se si deciderà di approvarne uno soltanto, il prowedimento sarà diviso per materie. E' possibile che la decisione venga rinviata a mercoledì per aspettare che la comissione Affari costituzionali del Senato approvi in via definitiva il nuovo testo dell'art. 7 che prevede sanzioni per la violazione alla legge sul finanziamento pubblico dei partiti. Violazioni della legge sul finanziamento dei partiti. I politici che hanno preso soldi illegittimamente potranno evitare il carcere preventivo se si I presenteranno al magistrato competente per territorio e renderanno ampia confessione. Si deciderà domani sera se verrà fissato un termine entro il quale la confessione deve essere resa, ma la norma, come tutte le leggi speciali, non resterà in vigore in eterno. Di essa potranno beneficiare non solo gli uomini delle recenti Tangentopoli Milanesi e romane, ma tutti coloro che sono sotto processo, anche per fatti vecchi e nei confronti dei (piali non è stata ancora emessa sentenza definitiva di condanna. Un esempio: Franco Nicolazzi, l'ex ministro dei Lavori pubblici condannato per le carceri'd'oro, se lo vorrà, potrebbe rientrare nei benefici della legge speciale. Stesso discorso per Rocco Trane, ex segretario di Signorile. Stesso discorso per gli scandali legati al terremoto dell'Irpinia. Ipotesi di corruzione, concussione, ricettazione e, probabilmente, l'abuso in atti di ufficio. Imputati e imputandi di questi reati potranno beneficiare di una procedura particolare simile al patteggiamento a condizione che ammettano le loro responsabilità. Il nuovo istituto è molto simile al giudizio abbreviato: chi confessa e chi restituirà i soldi illecitamente intascati, potrà godere di una attenuante speciale che consentirà al giudice di sospendere per cinque anni, la sentenza di condanna se sarà contenuta nel limite dei tre anni e sei mesi. L'ipotesi di allargare i limiti del patteggiamento (previsto quando l'ipotetica condanna non supera i due anni) è stata esclusa perché l'ac- cordo sulla pena fa venire meno la possibilità di applicare le sanzioni accessorie (come l'interdizione dai pubblici uffici) e non ha alcun effetto sui giudizi civili e amminisrativi. In altre parole si correva il rischio di non poter imporre all'imputato la restituzione del maltolto e lo si doveva lasciar dov'era ad amministrare il pubblico danaro. La restituzione dei soldi. Il problema del come recuperare i soldi usati come tangenti e ricaricati dalle imprese sulle opere pubbliche, non è stato ancora risolto nel dettagli. Le ipotesi che saranno portate all'esame del Consiglio sono più d'una. Un accordo di massima sarebbe stato raggiunto nel prevedere che la condanna del giudice penale imponga, con sentenza esecutiva e non impugnabile, la restituzione immediata di una prima parte del maltolto. La quan¬ tificazione dell'intera somma, compresi gli eventuali reati fiscali, gli interessi e la svalutazione della moneta sarebbe affidata al giudice civile in un giudizio successivo. A questo punto si è posto il problema dei tempi eccessivamente lunghi che regolano la giustizia civile. Tra tribunale, corte di appello e cassazione, una causa dura dagli otto ai dodici anni. Rinviare di tanto tempo la restituzione di queste somme significherebbe tradire le aspettative della gente onesta e far cadere su Tangentopoli quel colpo di spugna che tutti, Giovanni Conso in testa, hanno detto di voler escludere. Per evitare ciò, sono state formulate proposte diverse, la più concreta delle quali è quella di consentire al giudice penale il potere di assegnare alle patti offese dal reato non una provvi¬ sionale simbolica, ma una somma tale che da subito costituisca effettivo risarcimento del danno. Il discorso, ovviamente vale anche per le violazione alla legge sul finanziamento dei partiti. Un ostacolo. L'ostacolo più grande, non ancora risolto, è la possibilità pratica di applicare a rei confessi e imputati la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici. Il prevederla nel testo che sta per essere approvato significa introdurre una sanzione che prima non esisteva. Il procuratore generale di Milano è stato il primo ad avvertire questo pericolo ed ha ricordato che nessuno può essere punito per un fatto che non è previsto dalla legge come reato, né con pene che non siano stabilite. Nella vecchia legge sui partiti questa sanzione non è prevista e pertanto non può essere retroattiva ed applicata ad episodi precedenti alla legge che entra in vigore domani. In altre parole può valere per il futuro, non per u passato. Tutti gli inquisiti resteranno al loro posto e non si realizzerà quel cambio di uomini che la gente aspetta? Il progetto Conso si è fatto carico di questa realtà e suggerirà di applicare norme particolari già esistenti. In particolare il testo potrebbe far riferimento alla legislazione del 1990 in materia di lotta alla mafia. Ma la decisione finale sarebbe poi rimessa alle Corti Supreme che saranno immancabilmente sommerse di ricorsi degli imputati. Ipotesi alternative. Il testo prevede una serie di ipotesi alternative che il governo prenderà in esame per stabilire quale strada dovrà essere percorsa per evitare che la legge venga poi vanificata. Il pericolo più grosso è che la legge possa servire da alibi agli imputati, i quali avranno tutto l'interesse nel dire, a partire da domani, che i soldi rubati, e quelli che sono stati il prezzo della corruzioni e delle concussioni, sono andati o dovevano andare ai partiti politici. In questa materia dovrà essere lasciata ai giudici la possibilità di indagare fino in fondo per accertare la verità. Il nuovo processo. Nessuna decisione sarà presa invece per modificare le innovazioni introdotte dal nuovo processo penale che, secondo gli esperti, hanno bisogno di qualche aggiustamento: poteri del pm, nuova regolamentazione dell'informazione di garanzia, ruolo troppo defilato del giudice per le indagini preliminari. Conso vuole che il giudice diventi a pieno titolo l'arbitro della dialettica tra accusa e difesa sin dalle primissime fasi dell'inchiesta. Di questo si parlerà nelle prossime settimane. Roberto Martinelli !^ Il ministro della Giustizia Giovanni Conso ha preparato tre testi diversi

Persone citate: Conso, Franco Nicolazzi, Giovanni Conso, Rocco Trane, Signorile

Luoghi citati: Milano, Roma