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Un vecchio scafo abbandonato due ragazze e un sogno infranto Un vecchio scafo abbandonato due ragazze e un sogno infranto Ipescatori avevano sentenziato: quella barca è un rudere, non ce la farete mai a farla navigare, scommettiamo 10 casse di vino?». Ora la stiva del San Michele sembra una cantina sociale: Paola Rubinetto e Barbara Vascon, 29 anni, hanno vinto la sfida. Sono riuscite a restaurare lo scafo di 13 metri, copia di una barca da trasporto del 1833. Costruito nel 1965 a Torre del Greco, è finito, a Finale, abbandonato sul bordo del mare. «Stavano per distruggerlo. Dicevano che era un ammasso di legno marcio - racconta Paola - e quando abbiamo insistito per averlo, ce lo hanno regalato. Abbiamo incominciato a lavorare neh" aprile del '92. Gli scettici pescatori, dopo due settimane si sono ricreduti e ci hanno dato una mano. Un anno dopo, il San Michele è tornato a navigare». Barbara, che a Torino fa l'infermiera, pur non avendo nessuna esperienza, ha imparato a fare la calafatura, cioè a riempire le fessure (700 metri in tutto) fra una trave e l'altra con il cotone. Paola, che alla facoltà di Medicina conduce una ricerca sulla farmacologia dei prodotti marini, ha imparato l'arte del mastro d'ascia in Arabia. «Ho vissuto metà vita in Medio Oriente dove mio padre aveva un'azienda: sei mesi là e sei in Italia a studiare Medicina. Nel Mar Rosso ho imparato a pescare e andare a vela. I pescatori mi hanno insegnato come si fa a riparare le barche. Quando ho visto il San Michele ho voluto salvarlo ad ogni costo e Barbara mi ha aiutato. Ho studiato cose nuove, come, per esempio, la sostituzione della chiglia». E' stato breve il viaggio del San Michele: ora è in secca a Imperia. «Non possiamo pagare le tasse - dicono le ragazze - ci hanno chiesto 7 milioni e mezzo, come se fosse un sùperyacht. E dire che in Francia ci avrebbero finanziato!». [i. c. ]