Una grande mostra internazionale alla Promotrice del Valentino

LA CULTURA DELLE ALTE QUOTE LA CULTURA DELLE ALTE QUOTE Una grande mostra internazionale alla Promotrice del Valentino L'UOMO e le Alpi»: per la prima volta un grande mostra spettacolo, per sottolineare quanto c'è di culturalmente uniforme di qua e di là dalle montagne, «un viaggio nello spazio e nel tempo», per illustrare le Alpi Occidentali, a cavallo fra Italia, Francia e Svizzera, con storia, ambiente, lingua, architettura, alpinismo. Per dire cosa è stata in passato la montagna, che cosa succede oggi e ipotizzare un futuro che si spera sempre migliore. Una mostra - frutto di un enorme lavoro multidisciplinare e internazionale - dove sono state impiegate tutte le tecnologie più aggiornate della museogratìa e della scenografia: computer, multivideo, laser, sofisticati impianti stereo. Manca solo la realtà virtuale, poi c'è tutto. Ci sono voluti cinque Tir, per trasportare il materiale da Grenoble a Torino, e un mese di lavoro per rimontare il tutto con la supervisione dell'architetto torinese Carlo Viano. L'iniziativa è della Cotrao, cioè la Communautè de Travail des Alpes Occidentales, comunità nata a Marsiglia nel 1982, per iniziativa di due regioni: il Piemonte e la Provence-AlpesCotes-d'Azur. Oggi aderiscono alla Cotrao tre regioni italiane, (Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria), due francesi (Rhone-Alpes e Provence-Alpes, Cote d'Azur) e e tre cantoni svizzeri (Vaud, Valais, Genève). La sede e la presidenza dell'associazione variano c6m anno, a turno (il presidente quest'anno è lo svizzero Claude Ruey). Esistono sei commissioni miste che si occupano di turismo, trasporti, politica della montagna, economia eccetera. Scopo del club è «la reciproca conoscenza e la concertazione delle politiche regionali in svariati campi: comunicazione, ambiente, turismo, cultura, economia, ricerca scientifica». La preparazione della mostra «L'uomo e le Alpi», è stata affidata a un gruppo di lavoro presieduto da Guy Boissard, del dipartimento all'Istruzione del Cantone di Ginevra. IL 26 febbraio si apre nella sede della Promotrice delle Belle Arti al Valentino, la mostra «L'uomo e le Alpi»; rimarrà aperta fino al 2 maggio. Orario tutti i giorni dalle 10 alle 19. Venerdì dalle 10 alle 22. Biglietti: interi 8 mila, ridotti 6 mila, scuole 2 mila. Informazioni Regione Piemonte Assessorato alla Cultura, 011/432.4412'4408, 4442, e Museo della Montagna 011/66.04.104. La mostra è già stata presentata a Grenoble dall'8 ottobre 1992 al 17 gennaio '93, e ha avuto 65 mila visitatori. Dopo Torino andrà in Svizzera a Sion. A Torino l'allestimento è stato curato dall'Assessorato alla Cultura della Regione e dal Museo della Montagna. La superficie espositiva è di circa mille metri quadrati, con 500 oggetti originali e documenti iconografici provenienti da venti musei francesi, italiani e svizzeri. Ci sono venti «zone sonore»; realizzate in compact disc laser, sincronizzate elettronicamente, comprendenti sei proiezioni video e quattro diaporama. anche se non totale delle barriere doganali, assume un valore particolare per la lunga tradizione di vicinanza, se non di identità culturale delle popolazioni interessate, Piemontesi e Savoiardi, Vallesani e Valdostani. Nella vasta area delle Alpi Occidentali storia e modi di vita, lingue e culture e oggi sistemi economici "e sviluppo turistico, sono un patrimonio comune e largamente unitario». Il percorso dell'«Uomo e le Alpi», è articolato in «stanze sonore», dove sono ricreati diversi ambienti. All'ingresso i visitatori ricevono una cuffia (ce n'è trecento a disposizione), per ricevere voci e musiche, diverse per ogni luogo attraversato. Una stretta gola immette in una sala circolare al cui centro si alza una guglia rocciosa, che ricorda il Mont Auguille, nel Delfina- «Il progetto - spiega Aldo Audisio, direttore del Museo della Montagna che ha collaborato attivamente alla realizzazione è nato dall'ambizione di preparare la costruzione dell'Europa, anche attraverso il riavvicinamento delle regioni frontaliere. E per ricordare che la caduta, to, vetta salita per la prima volta nel 1492, mentre Colombo scopriva l'America. Monte simbolico quindi. Pavimento e soffitto a specchio riflettono e amplificano le immagini. C'è anche un tempio, ispirato a quello chiamato Ermitage in Alta Savoia, eretto in onore della natura alpina, con busti di Jean Jacques Rousseau, Linneo, Gosse, De Saussure, Bonnet, e una colonna sonora che ricorda l'approccio romantico e scientifico con la montagna, di geografi, filosofi, topografi, geologi e scrittori dei secoli scorsi. Dopo un paesaggio naturale, e un negozio contemporaneo di souvenir, piccolo museo del kitsch montanaro, sottoprodotto di un turismo malinteso e ignorante, ci sono gli strumenti scientifici di De Saussure (che per primo salì il Monte Bianco nel 1786), il diario e campioni di rocce di Jacques Balmat, cercatore di cristalli, cacciatore di camosci, che gli fu guida e compagno di ascensione.