I sette ospedali-azienda

Domani la Regione deve comunicare i nomi al ministero Domani la Regione deve comunicare i nomi al ministero I sette ospedali-azienda Proteste al Centro di riabilitazionefunzionale (Crf) «Ci vogliono accorpare al Cto, sarebbe un grave errore» Entro domani la Regione deve indicare al ministero della Sanità gli ospedali di «rilievo nazionale» e di «alta specializzazione» da trasformare in aziende autonome, vale a dire con gestione separata dalle Usi. Lo studio è stato affidato al Cresa (Centro ricerca economica della sanità) che ne avrebbe individuati tre in città: Molinette, infantile Regina Margherita e Centro Traumatologico, e quattro sul restante territorio regionale: a Orbassano, Novara, Cuneo, Alessandria. Il distacco toccherà poi alle strutture destinate a diventare centro di riferimento della rete dei servizi di emergenza (Dea): Martini, Maria Vittoria, Giovanni Bosco e, per limitarsi alla sola provincia, agli ospedali di Rivoli, Ciriè, Moncalieri, Chivasso, Ivrea, Pinerolo. Neppure le Usi avranno vita facile: per diminuire i costi di gestione alcune spariranno. Lo studio ha sollevato numerose perplessità. Claudio Mellana, della Cgil Usi Vili: «Stando alle tabelle, sembra che si siano perfino dimenticati del Centro di rieducazione funzionale, indicato dall'ex ministro della Sanità De Lorenzo come modello per tutte le analoghe strutture in Italia». Allarme («Che fine faremo?») degli addetti, frenetico giro di telefonate. La direzione sanitaria delle Molinette ha ammesso: «Il Crf verrà accorpato al Cto». Apriti cielo. I dipendenti hanno scritto una lettera di protesta alla Regione: «Inaccettabile, i servizi sono alle Molinette. Sarebbe come uccidere il nostro reparto». Gli stessi primari dell'Unità spinale sono in subbuglio. Il primario urologo Roberto Carene: «Come sempre i tecnici non sono interpellati. Siamo venuti a conoscenza del contenuto del piano, definitivo, soltanto per caso. Adesso si dovrà trovare un rimedio». Prosegue: «Come assistenza ai paraplegici siamo allineati ai Paesi del Terzo Mondo. Abbiamo 17 letti, mentre secondo i vecchi progetti della Regione dovremmo averne 30, e rispondiamo a malapena alle esigenze dell'area torinese. Rischiamo di smantellare il poco che c'è». Ma i malati non provengono in larga parte dal Cto? «Vero - risponde il primario -. Ma dopo i primi 5-10 giorni, passata la fase acuta, i pazienti hanno bisogno di cure che né il Cto né noi siamo in grado di assicurare». Occorre l'intervento di nefrologo, internista, dietologo, pneumologo, angiologo e altri specialisti ancora. «Senza contare che almeno due volte la. settimana entriamo in sala operatoria andiamo. Perché allora complicare tutto, aumentando la burocrazia?». Conclude Mellana: «Siamo preoccupati, perché si pensa che cambiando i numeri l'assistenza sanitaria migliori. Prima si sono create le Usi, poi si sono divise, adesso nuove fusioni e scorporo degli ospedali. Ci sembra una presa in giro». Carlo Novara COSI' SONO CLASSIFICATI OSKMIE OSKDAIE ntpfimt ntKIUI, 1 OFTALMICO ■ 1 S. GIOVANNI ANTICA SEDE ■ 3 MARTINI ■ 4 MARIA WnORIA ■ 4 AMEDEO Dl SAVOIA ■ 4 BIRAGO VISCHE ■ 6 GIOVANNI BOSCO ■ 7 MARIA ADELAIDE ■ 7 L. EINAUDI ■ 8 MOUNETTE [+ S. VITO + S. LAZZ.J ■ 9 S.ANNA ■ 9 INFANTILE REGINA MARGHERITA ■ 9 CTO ■ TOTALE 3 3 5 2 Nota: Non sono indicati gli ospedali autonomi [Ospedali Maurìzlano, Valdese, Gradenigo, AusiNatrice, S. Camillo]. A Il Centro rieducazione funzionale

Persone citate: Carlo Novara, Claudio Mellana, De Lorenzo, Giovanni Bosco, Mellana