Serntig: dieci anni di convinto impegno per l'uomo

Serntig: dieci anni di convinto impegno per l'uomo Dall'83 ha distribuito ai bisognosi 119 miliardi, quasi tutti offerti dalla gente. Gli auguri del presidente Scalfaro Serntig: dieci anni di convinto impegno per l'uomo 77 messaggio di Norberto Bobbio: «Mi abbandono con voi alla speranza» C'era un tempo, in piazza Borgo Dora, un grande Arsenale in cui erano rimasti pochi macchinari arrugginiti. C'è adesso una «fabbrica di vita» dove nei cortili spuntano piante di rosa e - come conferma chi ne ha esperienza diretta - giorno e notte si incontra «gente che si impegna per gli altri, che lavora e, soprattutto, che "c'è"». Sembra un secolo ma sono passati solo dieci anni da quando Ernesto Olivero, promotore del Sermig, iniziò a trasformare quello che sarebbe diventato 1' «Arsenale della pace», fulcro di una solidarietà senza confini e «casa della speranza» per diseredati di colore, malati di Aids, ex detenuti. Dall'83 al '92 il Sermig ha distribuito 119 miliardi. Questa enorme somma è composta da 7 miliardi dati da enti vari e banche, e 112 miliardi dalle offerte della gente comune. Ieri, senza formalismi, il de¬ cennale di questo miracolo della carità. Ha dette Olivero: «Non ci pensavo neppure e il merito va al prefetto Lessona, che mi ha incitato a trovare qualche spunto contro il pessimismo inerte del periodo. Di qui l'idea di sottolineare un traguardo che ha impegnato una folla di volontari, tecnici, uomini di cultura». Pronti a dimostrare, contro l'indignazione sterile e il gusto per l'apparenza predominanti, che «ciò che conta è la voglia di fare e il coraggio della speranza». Olivero ha voluto rispettare l'anonimato di questi amici. E ha scelto di cedere il passo agli invitati della giornata, a partire dal prefetto che ha letto il caldo messaggio di felicitazioni inviato al Sermig dal presidente della Repubblica Scalfaro. Poi, dopo «il saluto e la benedizione» portati all'Arsenale da monsignor Emione in rappresentanza del cardinale Saldarmi, l'augurio commosso del profes¬ sor Bobbio che, assente per motivi di salute, ha tenuto però a ribadire la sua vicinanza: «Per quanto uomo di ragione più che di fede, anch'io con voi confesso di abbandonarmi alla speranza». E' un tono solidale ieri condiviso da tutti. Compreso il commissario governativo Malpica che ha offerto a Olivero una targa del Comune, preannunciando che «proprio stamane è passata la delibera per cui il Sermig otterrà una nuova, indispensabile porzione dell'Arsenale». Comprenderà una zona di preghiera e un laboratorio di falegnameria destinato soprattutto agli immigrati. Poi hanno parlato con concretezza anche molti altri. Per esempio il comandante della Regione militare Nord-Ovest Incisa della Rocchetta: «In questo Arsenale, rischio ma rifiuto il ruolo del diavolo. Le guerre le decidono i politici, in Albania da due anni garantiamo non morte ma sopravvivenza». Altrettanto conciso il presidente della Camera di Commercio Pichetto, quasi brusco nel suo augurio: «Di fronte a qualcuno che qui tenta e realizza l'impossibile, è ora che a Torino tutti cominciamo a impegnarci per ciò che è possibile». A fine mattinata, un conclusivo «grazie al Sermig» ribadito dall'onorevole Bodrato, il presidente di Corte d'Appello Conti, il questore Rapisarda, i presidenti della CRT e del San Paolo, Filippi e Zandano. Ha risposto Ernesto Olivero: «L'8 marzo, quando il ministro Conso verrà a parlarci di giustizia, annunceremo un'iniziativa del tutto inedita». Un decennale proiettato in avanti, dunque, anche se i ricordi sono irrinunciabili. «A inaugurare l'Arsenale fu il presidente Pertini, con Oscar Luigi Scalfaro. Un'inaugurazione finta, tra le macerie. Fu Pertini a volerla in anticipo, per darci una mano». II. r.l

Luoghi citati: Albania, San Paolo, Torino