Sliturgizzare» come si dice in giapponese di Curzio Maltese
r IL DIARIO <<Sliturgizzare» come si dice in giapponese? ULTIMO prodigio di Sanremo '93 è Pippo Baudo che parla come Enrico Ghezzi, lo sghembo ideologo di Blob. Dice «il talk show ha successo perché sliturgizza (cfr. : sputtana) lo spettacolo». E «senza l'ortodossia televisiva come riferimento, neanche l'eterodossia è possibile». Olalà, questo è difficile. Significa forse che se non hai patito Nek non puoi apprezzare Paolo Conte? Mah. E' Pippo-pensiero. Anche questa è andata. Siamo qui a seppellire il festival, non a fame l'elogio. Eppure. Secondo Truffaut in qualsiasi film, per quanto brutto, si trovano cinque minuti di meraviglioso. Perché allora negare al 43° Festival della canzone italiana cinque o sei immagini da salvare? Proviamo. Presidente Zero. Vincitore morale e materiale del festival (scommettiamo un disco d'oro?), Oscar Renato Luigi Zero invoca la Madonna contro i mali d'Italia, convertendo all'incanto in sorcini anche canuti reduci del marxismo-leninismo. Con gli anni assomiglia sempre di più a Loredana Berte, della quale condivide l'impegno sociale e il disimpegno logico. Memorabile. Milva. Unica attrice brechtiana ortodossa vivente, con Lilli Gruber. Entrambe molto conosciute anche in Germania. Plagiata in gioventù da Giorgio Strehler, non è più uscita dal ruolo di Mahagonny, che continua a interpretare con gran spreco di pelli nere, dando finalmente voce all'erotismo della terza età. Così anacronistica da risultare, per un paradosso, presenza attualissima nel clima weimariano della repubblica. Grazie dei fior. Fra tutti gli altri l'ho riconosciuti. Erano garofani. «M'han fatto male eppure li ho graditi» (Pizzi-Craxi). Sparsi ovunque per la scenografia tardo pansechiana e un po' termale dell'Ariston. Un toccante omaggio alla memoria, in questi tempi di sciacalli. Vincenzo Mollica. Critico ufficiale di Raiuno. I soprannomi si sprecano. Pezzo di pane, Poldo, il critico più buono del mondo. Un destino cinico e baro lo ha accoppiato a Sandro Ciotti nel dopofestival. Lui come Giobbe, ha laudato il signore Baudo. E' il martomarzotto del giornalismo musicale. Se fonda un partito di amici con Gian- JS 11 I nalii lunp ni Mina, vince le prossime elezioni. Insieme alla marchesa col botto, alla rampante pentita Jo Squillo e allo scemo del villaggio globale Salvi, ha indicato una via per uscire dai labirinti di Tangentopoli: non accorgersi di nulla. Cuccarmi. La Marilyn del Prenestino ha stravinto il confronto con la Parietti. Qualcosa come Greta GarboMarlene Dietrich, a dar retta alle cronache. Vero sexsymbol, Lorella non ha ancora ottenuto la patente di opinionista. Se azzarda una frase sensata, come la storia di Cinecittà «parte sbagliata», tutti le saltano al décolleté. Ah, l'arroganza culturale della sinistra. Murolo. La canzone non era un granché, ma che importa. C'è più sapore in tre note di Murolo che in tutto quello che s'è letto e sentito al festival. Buona però l'intenzione di affidare al simbolo di Napoli l'amaro benvenuto in Italia ai nuovi immigrati. Omaggio musicale alla civiltà araba, dalla quale ci vengono alcuni fra gli aspetti migliori della cultura mediterranea: la sensualità, la dolcezza. Tutto qui. Un po' poco per quattro serate, sessanta milioni di spettatori, decine di miliardi e triliardi di parole spesi. Ma da Sanremopoli non si riesce a venir fuori. Che fare? Due possibilità. Consegnarsi tutti alla giustizia, organizzatori e inviati, cantanti e discografici, confessare, restituire il maltolto e dimettersi dalle cariche. Soluzione Di Pietro. Oppure, emigrare in Giappone. Ignorati da tutti, al festival erano presenti venti delegati della città di Hamamatsu, gemellata con Sanremo, venuti come si legge nel comunicato n. 52 - a «studiare il festival» per rifarlo uguale da loro. Ieri sono stati ricevuti da Pippo Baudo. Come si dirà «sliturgizzare» in giapponese? Curzio Maltese
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