Canta che ti passa di Alessandra Comazzi
Tivù & Festival: un coro di critiche ma tutti lo guardano Tivù & Festival: un coro di critiche ma tutti lo guardano Canta che ti passa CHE dire?E' stato un trionfo, almeno di audience. Di fronte a 15 milioni di telespettatori (e chissà ieri sera, al gran finale) non puoi che avere rispetto e risparmiarti le facili battute, tipo: tutta quella gente per uno spettacolo noioso come il Festival di Sanremo, pieno di brutte canzoni e di cantanti vergognosamente stonati, spiega meglio di tante parole la condizione dell'Italia. Non si può che rispettare, una folla del genere; caso mai, possiamo cercare spiegazioni per questo gran successo neppure annunciato. Sarà stata pretattica, ma prima che la rassegna cominciasse, sembrava che nessuno volesse scommettere un copeco sulla sua riuscita. Invece devono aver funzionato varie operazioni promozionali, più o meno volontarie. I giornali hanno cominciato a fare battage mesi prima, cercando in ogni anelito baudesco spunti di polemica, in ogni parola di Cuccarmi o di Parietti i segnali della guerra: tutto questo, evidente¬ mente, ha stimolato, non stancato il lettore-spettatore. E vogliamo sottovalutare i buoni sentimenti e la tradizione? 43 anni di Festival non son polenta, come dicevano i vecchi con l'amore. Non si sa più in che credere, volete anche toglierci le canzoni, le voci, le chitarre e un po' di luna? E' proprio vero, quello che scriveva ieri Beniamino Placido sulla «Repubblica» : tutti uniti nella lotta contro una televisione dove non c'è niente da vedere. Salvo poi precipitarsi a guardarla, per un motivo o per un altro, e chi è senza peccato scagli il primo telecomando. «Avete preso l'appuntamento con gli amici per l'ultima serata del Festival di Sanremo? Sbrigatevi a farlo; altrimenti li troverete impegnati già - per la medesima finalità - da qualche altra parte», scriveva Placido. Noi abbiamo preso l'appuntamento in redazione, in mezzo ai colleghi vocianti: e tutti i televisori della comunità (ormai moltissimi) erano sintonizzati sull'allegra gara di Raduno. Anche perché le altre reti avevano prudentemente alleggerito i palinsesti, per non far schiacciare la povera navicella Spaak, ad esempio, dalla corazzata Baudo. Persino «Scherzi a parte» ha dovuto cedere il passo all'invincibile armada dell'Ariston. E non dimentichiamo il verboso talk-show, animato dagli spacchi della Parietti, dalla sua presunta rivalità con Baudo e dagli ospiti che si prendevano terribilmente sul serio. Insomma, Sanremo è l'Italia e Orietta Berti il suo profeta: fin che la barca va, lasciala andare. Alessandra Comazzi
Persone citate: Baudo, Beniamino Placido, Canta, Orietta Berti, Parietti, Spaak
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