Sequestrati sul treno in piena notte aspettando il Pendolino

20 AL GIORNALE Sequestrati sul treno, in piena notte, aspettando il Pendolino Tutti fermi alla Stazione Centrale Giovedì sera, 25 febbraio, alla Stazione Centrale di Milano sono salito sul treno diretto in partenza per Torino alle 0,15. Ero alla fine di una durissima giornata. Gravi e urgenti ragioni mi portavano a mettermi in viaggio al più presto. Avevo dovuto rinunciare al diretto delle 22,25. Per quasi due ore non ci sono altri convogli per il capoluogo piemontese. Insomma ero in una situazione di disagio. Molta gente che parta a quell'ora si trova in situazioni anche peggiori. A questa gente le Ferrovie dello Stato hanno ammannite il seguente trattamento: il treno nelle 0,15 è partito all'una. Dunque per 45 minuti incolpevoli cittadini sono stati sequestrati dalle Fs. La ragione ci è stata spiegata da un gentile quanto imbarazzato capotreno, il quale si è sentito in dovere di passare di carrozza in carrozza ad avvertire che avremmo dovuto attendere il «Pendolino» da Roma in grave ritardo. C'era davvero qualche passeggero del supertreno smanioso di raggiungere Novara o Chivasso? A noi non è sembrato vedere nessuno salire. In ogni caso, se i viaggiatori del «Pendolino» meritano rispetto e un trattamento speciale adeguato al prezzo che pagano, perché non rispettare anche i viaggiatori del diretto 2030? Perché non pagare l'albergo o un passaggio in taxi agli uni e lasciar partire gli altri? E' una semplice questione di organizzazione e di civiltà. ing. Lorenzo Cobolli, Varese Restino lontani i tempi di Stalin Leggo sulla Stampa del 25 febbraio nella pagina «Società e Cultura» la lettera che Bukharin scrisse a Stalin. Un «periodo» mi ha colpita e mi ha fatto riflettere: «Esiste una certa quale grande e coraggiosa idea politica di una purga generale... Questa purga coinvolge a) i colpevoli b) i sospetti c) i potenziali sospetti. I primi vengono resi innocui in un modo, i secondi in un altro, i terzi in un terzo modo. Rappresenta una garanzia anche il fatto che i soggetti inevitabilmente parlano gli uni degli altri e seminano un sospetto "definitivo" e reciproco. ... In questo modo la leadership si trova "garantita" in modo completo...». Questo «denunciava» Bukharin nell'Unione Sovietica di Stalin. Non vorrei che da noi, oggi, accadesse altrettanto! M. Luisa Anconetani Fiori Jesi Gli alpini sanno con chi stare Condivido pienamente quanto ha dichiarato Nuto Revelli su La Stampa del 24 febbraio in risposta alle affermazioni dell'ideologo della Lega Nord Miglio e compagni, sull'ammissione di giovani del Sud nelle truppe alpine. Mentre Revelli sostiene che è solo retorica elettorale poiché alcuni personaggi e partiti politici corrono dietro agli alpini nella speranza che gli portino voti. In merito anch'io vorrei aggiungere qualcos'altro. Forse quei deputati e partiti ignorano che i giovani alpini d'oggi sono in possesso di una cultura e all'accorrenza sapranno fare una autentica verifica e scelta delle loro idee e teorie, non si lasceranno «ingabbiare» come noi padri nei quali esisteva troppa faciloneria, ingenuità e quindi beffati da una propaganda nazifascista che ci prometteva un mondo più giusto e più bello, ma che ci trascinò in una lunga guerra. Come reduce della guerra di Albania, Grecia e della campagna di Russia in forza alla divisione «Julia», mi ha sempre dato fastidio la «retorica alpina». Alcuni ufficiali superiori delle truppe alpine hanno dichiarato che negli ultimi anni i battaglioni alpini sono stati dotati di qualche cingolato e di qualche pezzo controcarro, pertanto in caso di necessità si potrebbero impiegare anche in pianura. Ecco che ci risiamo! Domando a questi nostri esperti di strategia militare, la lezione ed il massacro in terra di Russia e per ultimo la guerra del Golfo Persico, non hanno insegnato proprio niente? Oggi in quest'era di armi sempre più sofisticate e potenti la massa di uomini armata di solo fucile all'occorrenza non servirebbe più a niente. Nelle ultime riunioni della Nato si è deliberato - notizia questa apparsa sui giornali e comunicata dalla televisione - bisogna rafforzare le unità corazzate, l'aviazione e ai- tre unità autotrasportate: queste sono mobili, flessibili e quindi di pronto e rapido impiego e intervento; guardare non più alle Alpi, ma al Mediterraneo e al Medio Oriente dove potrebbe riproporsi la minaccia alla sicurezza della Cee Albino Porro, Asti Con il maggioritario non è democrazia Si continua sistematicamente a confondere la democrazia con la governabilità. La democrazia è la possibilità che qualsiasi cittadino sia rappresentato in Parlamento, anche se il suo partito raggiunge soltanto l'l% delle preferenze. Soltanto il sistema proporzionale può garantire tutto questo. Il sistema maggioritario è un golpe, anche se democratico, infatti in Gran Bretagna sarebbero ben disposti a gettare via il maggioritario in cambio del proporzionale. Con 0 sistema maggioritario si avrà senz'altro una forte governabilità, ma si annienta qualsiasi forma di opposizione. Gli elettori devono scegliere tra ima effettiva democrazia o ima semplificazione governativa che serve soltanto a peggiorare il sistema, anche se può offrire soluzioni governative più semplici. Bruno Argenta, Torino Realizziamo ricoveri per i poveri animali Su alcune riviste specializzate di questi giorni, una nota azienda produttrice di alimenti per animali sponsorizza una nuova e mega esposizione internazionale cinofila che si terrà nel mese di marzo a Milano. Eventi, questi, che attirano sicuramente l'interesse dei grandi «nomi» del settore e l'attenzione di molti appassionati; non è difficile immaginare quale importanza possano assumere simili manifestazioni come veicoli pubblicitari e, conseguentemente, alle cifre da capogiro che molto verosimilmente ruotano attorno a quelli che ormai possono essere definiti solo dei «fenomeni commerciali» e nulla, o quasi, hanno che fare con l'amore per gli animali. Senza entrare quindi nel merito circa la discutibile utilità di simili passerelle, credo di interpretare il pensiero di moltissime persone esprimendo l'invito alle autorità competenti di formulare una legge finalizzata alla devoluzione di una quota delle sponsorizzazioni e degli incassi relativi a tutte le esposizioni ufficiali che si svolgono sul territorio nazionale (per cani, gatti, uccelli, cavalli comprese manifestazioni e saloni specifici del settore), a sostegno della costruzione, ristrutturazione e conduzione di strutture pubbliche da adibire a ricovero dignitoso per animali, nonché per sostenere le varie iniziative sorte a tutela e difesa degli animali. Si tratterebbe di un importantissimo e lodevole passo culturale che permetterebbe a chiunque di contribuire concretamente a risolvere l'annoso e triste problema dei ricoveri per animali per ora regolato solo sulla carta. Antonio Amato, Torino presidente di Anlmalia Club Onorevoli: lasciamo perdere Oggi ho letto l'ultima lettera di un giovane di 18 anni fucilato il 4-5-1944 a Bardi. Tramite questa rubrica desidererei che qualche onorevole ne prendesse visione e meditasse. «Andiamo a raggiungere altri gloriosi compagni caduti per la salvezza d'Italia. Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà. Voi sapete il compito che vi tocca. Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia, che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care». Quel ragazzo, signori onorevoli, è morto due volte, fucilato prima e tradito poi, perché dell'Italia per la quale è caduto si è fatto scempio. Il vocabolario recita «Onorevole: membro del Parlamento degno di onore; Onore: pregio personale acquisito con meriti e con l'onestà». Come vanno le cose oggi con Tangentopoli, con l'immunità parlamentare perché non abolire il titolo? Egidio Scolaro, Torino

Persone citate: Albino Porro, Antonio Amato, Bruno Argenta, Egidio Scolaro, Lorenzo Cobolli, Nuto Revelli, Revelli, Stalin