PER LA RAI CI VUOLE UN GARANTE

PER LA RAI CI VUOLE UN GARANTE TV E SERVIZIO PUBBLICO PER LA RAI CI VUOLE UN GARANTE RIUSCIRÀ' il Parlamento a dare un segnale di novità, proprio a partire dalla Rai? La prossima settimana la Camera dei deputati dovrebbe, il condizionale è d'obbligo, discutere la nuova legge per l'elezione del governo del servizio pubblico. L'attuale Consiglio d'amministrazione, scaduto da anni, fu nominato dalla Commissione parlamentare di vigilanza con criteri di rigida spartizione. Dodici consiglieri all'allora pentapartito (de, psi, psdi, pri, pli), quattro all'opposizione ridotta alla sola presenza del partito comunista. Chi allora si oppose non ebbe neppure l'onore della citazione. Erano tempi nei quali la cultura della legalità non godeva di buona fama. Tutto era lecito, anche per alcuni (autorevoli colleghi compresi) che ora hanno riscoperto i valori dell'indignazione, il sapore perduto della questione morale. La proposta di legge, condivisa da numerosi parlamentari della maggioranza e delle opposizioni, prevede un governo ristretto, formato da 5 persone (donne e uomini recita per la prima volta una legge della Repubblica), indicate dai presidenti delle Camere. Lo stesso Direttore generale, un tempo nominato dall'Iri, e dunque dal Governo, sarà eletto da questo comitato ristretto d'intesa con l'azionista. Se questa proposta dovesse essere approvata, la Rai subirebbe una piccola, positiva rivoluzione. Le nomine potrebbero essere così strappate alla logica della spartizione gestita nei modi più indecenti. Almeno questa è la speranza. Doverosa nei confronti delle scelte che, in piena autonomia, dovranno compiere i presidenti delle Camere. Scelte che non potranno non marcare una UlliGniber CONTINUA A PAGINA 2 TERZA COLONNA